Spinta subito a cantieri, green e digitale
Infrastrutture, servizi pubblici efficienti e ricerca decisivi per creare «un ambiente favorevole all’impresa» Il Rapporto Bankitalia evidenzia: non sono stati attuati alcuni pilastri del codice né sono stati nominati i commissari
Servono interventi «risoluti e rapidi». Tra le norme inattuate quelle sulla qualificazione delle stazioni appaltanti
Infrastrutture materiali e immateriali, digitale, green, ma anche « qualità ed efficienza dei servizi pubblici » e ancora cultura, conoscenza, ricerca. Da un rilancio forte degli investimenti – dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco – «non possiamo prescindere» con l’obiettivo di accelerare la crescita e « un contesto favorevole all’impresa». In particolare bisogna puntare su « quelli rivolti all’innovazione nelle attività produttive e al miglioramento dell’ambiente, investimenti che vanno sempre più tra loro integrati » .
Il governatore non si è limitato a indicare l’«ampio spettro» di interventi necessari per favorire la crescita ma ha aggiunto che questi interventi devono essere «risoluti e rapidi». Espressione che richiama subito due temi di stretta attualità politica: i tempi per rilanciare gli investimenti e le semplificazioni delle procedure. Non a caso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, dice che il piano delle riforme del governo partirà proprio dagli investimenti e, in particolare, dal decreto legge semplificazioni che il governo dovrebbe varare entro un paio di settimane.
Nessuna indicazione specifica è venuta da Visco su come semplificare, il dibattito che invece appassiona la politica: riforma o sospensione del codice appalti, deroghe, commissari. Ma il Rapporto annuale di Bankitalia, che sempre si accompagna alle Considerazioni finali del governatore, un passaggio significativo lo fa, sia pure senza entrare nel merito delle scelte. Con riferimento ai contratti pubblici, Banca d’Italia nota che « il quadro regolamentare continua a essere molto complesso e caratterizzato da rilevanti incertezze normative. Lo scorso anno - continua il Rapporto - il Dl 34/ 2019 ( decreto “sblocca cantieri”) ha introdotto misure per semplificare e velocizzare i processi di approvvigionamento, attraverso modifiche o deroghe temporanee al codice dei contratti pubblici e il ricorso alla figura dei commissari straordinari. Tuttavia - ecco la stoccata del Rapporto - il previsto regolamento unico di attuazione non è stato ancora emanato e le opere da affidare alle gestioni commissariali non sono state individuate. Inoltre - e qui arriva la seconda stoccata - a quattro anni dall’entrata in vigore del codice, due suoi pilastri (la qualificazione delle stazioni appaltanti e il rating di impresa) non sono ancora operativi » .
Il Rapporto ricorda anche il forte calo, fra il 20 e il 30% dei bandi di gara, per effetto del Covid, a marzo e aprile, ma coglie anche l’occasione per notare che questo calo è riconducibile, oltre che al contesto difficile dell’emergenza che impone alle amministrazioni di riprogrammare fabbisogni e spesa, anche «al limitato utilizzo di procedure telematiche». Uno strumento che avrebbe comportato in questa fase un minor impatto dell’emergenza ma che soprattutto è un cavallo di battaglia di Bankitalia (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), convinta che la digitalizzazione degli appalti consentirebbe di velocizzare le procedure delle opere pubbliche senza ridurre trasparenza e concorrenza.