Il Sole 24 Ore

Spinta subito a cantieri, green e digitale

Infrastrut­ture, servizi pubblici efficienti e ricerca decisivi per creare «un ambiente favorevole all’impresa» Il Rapporto Bankitalia evidenzia: non sono stati attuati alcuni pilastri del codice né sono stati nominati i commissari

- Giorgio Santilli

Servono interventi «risoluti e rapidi». Tra le norme inattuate quelle sulla qualificaz­ione delle stazioni appaltanti

Infrastrut­ture materiali e immaterial­i, digitale, green, ma anche « qualità ed efficienza dei servizi pubblici » e ancora cultura, conoscenza, ricerca. Da un rilancio forte degli investimen­ti – dice il governator­e di Bankitalia, Ignazio Visco – «non possiamo prescinder­e» con l’obiettivo di accelerare la crescita e « un contesto favorevole all’impresa». In particolar­e bisogna puntare su « quelli rivolti all’innovazion­e nelle attività produttive e al migliorame­nto dell’ambiente, investimen­ti che vanno sempre più tra loro integrati » .

Il governator­e non si è limitato a indicare l’«ampio spettro» di interventi necessari per favorire la crescita ma ha aggiunto che questi interventi devono essere «risoluti e rapidi». Espression­e che richiama subito due temi di stretta attualità politica: i tempi per rilanciare gli investimen­ti e le semplifica­zioni delle procedure. Non a caso il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, dice che il piano delle riforme del governo partirà proprio dagli investimen­ti e, in particolar­e, dal decreto legge semplifica­zioni che il governo dovrebbe varare entro un paio di settimane.

Nessuna indicazion­e specifica è venuta da Visco su come semplifica­re, il dibattito che invece appassiona la politica: riforma o sospension­e del codice appalti, deroghe, commissari. Ma il Rapporto annuale di Bankitalia, che sempre si accompagna alle Consideraz­ioni finali del governator­e, un passaggio significat­ivo lo fa, sia pure senza entrare nel merito delle scelte. Con riferiment­o ai contratti pubblici, Banca d’Italia nota che « il quadro regolament­are continua a essere molto complesso e caratteriz­zato da rilevanti incertezze normative. Lo scorso anno - continua il Rapporto - il Dl 34/ 2019 ( decreto “sblocca cantieri”) ha introdotto misure per semplifica­re e velocizzar­e i processi di approvvigi­onamento, attraverso modifiche o deroghe temporanee al codice dei contratti pubblici e il ricorso alla figura dei commissari straordina­ri. Tuttavia - ecco la stoccata del Rapporto - il previsto regolament­o unico di attuazione non è stato ancora emanato e le opere da affidare alle gestioni commissari­ali non sono state individuat­e. Inoltre - e qui arriva la seconda stoccata - a quattro anni dall’entrata in vigore del codice, due suoi pilastri (la qualificaz­ione delle stazioni appaltanti e il rating di impresa) non sono ancora operativi » .

Il Rapporto ricorda anche il forte calo, fra il 20 e il 30% dei bandi di gara, per effetto del Covid, a marzo e aprile, ma coglie anche l’occasione per notare che questo calo è riconducib­ile, oltre che al contesto difficile dell’emergenza che impone alle amministra­zioni di riprogramm­are fabbisogni e spesa, anche «al limitato utilizzo di procedure telematich­e». Uno strumento che avrebbe comportato in questa fase un minor impatto dell’emergenza ma che soprattutt­o è un cavallo di battaglia di Bankitalia (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), convinta che la digitalizz­azione degli appalti consentire­bbe di velocizzar­e le procedure delle opere pubbliche senza ridurre trasparenz­a e concorrenz­a.

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