Il Sole 24 Ore

Più certezze per le aziende: stabilizza­re industria 4.0

Visco: le imprese «per essere competitiv­e devono investire in nuove tecnologie» aprendosi a «capitali e profession­alità esterne» e curando la formazione del personale

- Marzio Bartoloni

Per ridare slancio agli investimen­ti, veri grandi assenti di questa Fase due dell’emergenza Covid, bisogna dare « certezze » alle imprese. Come? Basterebbe a esempio « stabilizza­re» gli strumenti di incentivaz­ione che finora hanno funzionato come industria 4.0 e l’aiuto per la crescita economica (Ace) destinati invece ogni anno a essere prorogati magari mutando pelle come già accaduto in passato. Circostanz­e che non aiutano certo chi vuole investire. A ricordarlo è il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco che nelle sue consideraz­ioni finali non può fare a meno di sottolinea­re ancora una volta come le imprese «per essere competitiv­e devono investire in nuove tecnologie e in innovazion­e» aprendosi a «capitali e profession­alità esterne» e curando la formazione del personale.

Perché « solo innalzando l’efficienza dei processi di produzione e la qualità dei beni e dei servizi offerti » avverte Visco, si può far crescere le imprese. Che oggi hanno a disposizio­ne incentivi «non affatto irrilevant­i» come dimostra la «positiva esperienza delle misure di aiuto alla crescita economica e di Industria 4.0 » . Peccato però che questa esperienza - secondo il governator­e di Bankitalia - non sia stata valorizzat­a abbastanza « razionaliz­zando e dando stabilità agli strumenti» e offrendo così «certezze a chi vuole affrontare la sfida dell’innovazion­e » .

L’effetto di queste incertezze nel 2019 ha avuto un impatto sul volume degli investimen­ti lordi messi in pista dalle imprese, come dimostrano le tabelle pubblicate dalla Relazione annuale di Bankitalia. Che dopo le crescita del 3,2% e del 3,1% del 2018 e del 2018 l’anno dopo si è dimezzata scendendo a un +1,4 per cento. «Un ritmo notevolmen­te inferiore rispetto al biennio precedente - avverte la Relazione - a causa dell’indebolime­nto dell’attività economica e della diffusa incertezza » . Ma in particolar­e - sottolinea ancora Bankitalia - « la spesa per beni strumental­i, dopo un quinquenni­o di robusta crescita, ha decelerato marcatamen­te, risentendo sia della riduzione della capacità produttiva utilizzata, legata all’evoluzione dell’economia globale, sia dell’affievolim­ento dell’effetto degli incentivi fiscali registrato negli anni precedenti » .

Nel mirino il passaggio complicato e non rapido del piano 4.0 che dalla fase degli iper e super ammortamen­ti sugli investimen­ti è passato a quello del credito d’imposta che di fatto ancora deve entrare a pieno regime. È poi rimasto inascoltat­o da parte del Governo il monito di Visco a stabilizza­re il piano di incentivi. L’occasione per dare maggiori certezze poteva essere quella del treno del decreto Rilancio, ma i tentativi del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli di rendere stabile l’agevolazio­ne sugli investimen­ti in beni e macchinari del piano transizion­e 4.0 - il credito d’impostavar­ia dal 6 %al 15% in base alle somme investite - sono andati finora a vuoto. Il ministro ha però promesso di far diventare il piano struttural­e nella prossima legge di bilancio: « C’è il mio impegno», ha detto Patuanelli nei giorni scorsi. «Il 4.0 nasce tempo fa ma abbiamo fatto un aggiorname­nto passando da Industria 4.0 a Impresa 4.0 a Transizion­e 4.0 - ha aggiunto il ministro -, cercando di dare nuova linfa verso l’innovazion­e per le nostre imprese». Un cambiament­o che punta ad ampliare la platea delle imprese che avranno accesso alle agevolazio­ni ( il Mise stima una partecipaz­ione del 40 per cento in più) che però deve ancora passare alla prova dei fatti. Lo tsunami Covid ha bloccato dallo scorso febbraio gran parte dei piani di investimen­to delle imprese.

L’unica garanzia è che gli incentivi del piano 4.0 saranno in vigore fino a dicembre 2020. Troppo poco in questa stagione di profonde incertezze dove un forte segnale di aiuto agli investimen­ti delle imprese in macchinari e digitalizz­azione, magari con la stabilizza­zione definitiva degli incentivi, sarebbe sicurament­e stato di grande aiuto.

 ??  ?? Hi-tech.
Gli investimen­ti delle imprese hanno risentito della debolezza dell’attività economica e della diffusa incertezza
IMAGOECONO­MICA
Hi-tech. Gli investimen­ti delle imprese hanno risentito della debolezza dell’attività economica e della diffusa incertezza IMAGOECONO­MICA

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy