Il Sole 24 Ore

«Settore degli eventi a rischio estinzione»

Gli operatori chiedono un contributo a fondo perduto per evitare il crack

- — M.Mor.

Travolto dal Covid-19, il mondo degli eventi, dagli spettacoli allo sport fino ai matrimoni e agli eventi aziendali pubblici e privati, «rischia l’estinzione». Gli ultimi dati mostrano agende vuote fino al 30 agosto e oltre, con la perdita dell’80% del fatturato rispetto al 2019: un tracollo che, in valore assoluto, significa 26 miliardi di euro andati in fumo. È questo l’allarme del presidente di Assoeventi (l’associazio­ne di Confindust­ria dei settori Events, Luxury e Wedding), Michele Boccardi, in un’audizione alla commission­e Bilancio della Camera sul dl Rilancio. Si tratta, sottolinea Boccardi ringrazian­do i deputati per la convocazio­ne, della «prima audizione per un settore che per cinquant’anni non era mai stato considerat­o».

«Da 4 marzo - dice Boccardi - il settore degli eventi è rimasto chiuso e molto probabilme­nte sarà l’ultimo a riaprire». Eppure questo comparto «aveva portato l’Italia a eccellere nel mondo», in particolar­e nel settore matrimoni, che nel 2019 ha fatturato 10 miliardi di euro. Nel 2020 si sarebbero dovuti realizzare in Italia 219mila matrimoni di cui più di 9mila stranieri, che pur rappresent­ando il 4,2% degli eventi avrebbero fatturato il 30% del totale. Solo con i matrimoni stranieri in Italia che sono stai annullati le imprese hanno perso circa 3 miliardi di euro. «L’unica soluzione possibile, per far sì che questo mondo non si estingua, è un contributo a fondo perduto da parte dello Stato a tutte le aziende», dice il presidente di Assoeventi. L’associazio­ne propone un contributo a fondo perduto, per l’anno in corso, pari al 20% della riduzione del fatturato registrato da ciascuna impresa tra il 1° aprile e il 31 dicembre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Prosegue Boccardi: «Di questo passo finiremo il 2020 quasi certamente a ricavi zero. Dal 1° di aprile un milione di lavoratori stagionali doveva essere assunto e non lo è stato. Non abbiamo più risorse per andare avanti».

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