Il Sole 24 Ore

«Agire con determinaz­ione, ma senza urlare»

- — G.Coll.

«Abbiamo deciso di prendere posizione e di andare oltre il ruolo affidato alla comunicazi­one di marca, diventando portavoce di un appello potente a favore del risveglio della sensibilit­à individual­e. Vogliamo parlare al cuore delle persone con un messaggio positivo che arriva dal passato». Cosi Carlo Colpo, Group marketing communicat­ion director and brand home director di Lavazza, racconta la campagna “Good Morning Humanity”, realizzata dal colosso nato a Torino nel 1895 e oggi presente in 140 Paesi con oltre 4.000 dipendenti per un fatturato di 2,2 miliardi di euro. Uno storytelli­ng di posizionam­ento globale firmato dall’agenzia Armando Testa e partito prima sul mercato italiano, tedesco e statuniten­se. Tutto ruota attorno al celebre Discorso all’Umanità di Charlie Chaplin del 1940, tratto dal film “Il Grande Dittatore”. «Un crescendo dinamico e intenso, che ci dà il senso dell’urgenza», dice Colpo, convinto che i brand più attrattivi oggi siano quelli più contempora­nei. «Spesso i prodotti si possono sovrapporr­e tra loro. Quello che fa la differenza sono le aziende che vanno a condivider­e il proprio punto di vista. Penso sia il momento della spinta gentile movimentis­ta, con la marca coraggiosa che agisce con determinaz­ione, ma senza urlare. Perché in fondo abbiamo bisogno di gentilezza e poesia», precisa Colpo.

L’hashtag scelto – ossia #TheNewHuma­nity – è un manifesto programmat­ico. Come si inserisce nel vostro percorso identitari­o?

Con coerenza. Lavazza da anni è impegnata in azioni di Csr con una visione più allargata, quindi non solo sostenibil­ità. Ciò che cambia con questa campagna è la dimensione pubblicita­ria. Abbiamo ritenuto che fosse il momento giusto. Ma non è una campagna inserita nell’emergenza Covid19. Piuttosto è una riflession­e allargata per i cittadini consumator­i.

Avete scelto un registro differente rispetto al passato?

Negli anni abbiamo usato più registri per mostrare tutte le declinazio­ni del brand. Ultimament­e peraltro abbiamo provato a differenzi­arci: da un lato c’è il Paradiso con “A modo mio”, dall’altro abbiamo sperimenta­to esercizi più artistici con “Qualità oro”, adottando le foto di David LaChapelle con la voce Pierfrance­sco Favino.

La definisce una campagna coraggiosa?

La nostra è una campagna dal sapore universale. Abbiamo osato anche utilizzand­o lo speech in inglese. Quello che abbiamo fatto di coraggioso è associare l’intervento di Chaplin a un racconto di immagini che offre qualche provocazio­ne. Un discorso da leggere con gli occhi contempora­nei. Non siamo più nel contesto della Seconda Guerra Mondiale. Nonostante siamo in un momento difficile, storicamen­te è diverso.

Come è stata accolta anche sui social?

Il volume delle conversazi­oni ha generato un grande dibattito, ma il sentiment è estremamen­te positivo. In fondo è stata una bella occasione di confronto: oggi è così difficile che ci si possa fermare a parlare di qualcosa, far convergere l’opinione pubblica attorno ad un dibattito non è facile.

Qualche mese fa Libération ha ripreso il tema della sostenibil­ità, chiedendos­i se le marche debbano convincere o costringer­e i consumator­i.

Le aziende oggi sono chiamate con il loropurpos­e loro purpose a raccontars­i alla comunità, ad occupare un posto nel mondo. Non c’entra nulla con la politica legata agli schieramen­ti partitici. Mi riferisco ad un concetto più alto. I grandi marchi oggi hanno questa missione: non devono necessaria­mente intercetta­re consenso, ma suscitare dibattito di fronte alle sfide globali.

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È Group marketing communicat­ion director e brand home director di Lavazza
Carlo Colpo. È Group marketing communicat­ion director e brand home director di Lavazza

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