Dalle Tlc al food, allargato il perimetro
Nella bozza del decreto 15 articoli: il confronto resta ancora serrato
Dopo il Consiglio dei Ministri di giovedì e l’informativa al governo del sottosegretario Lorenzo Fraccaro la bozza del decreto attuativo sul golden power finisce nel circuito degli addetti ai lavori, tecnici dei ministeri e dei settori interessati. Il tema è ormai troppo delicato. Il rischio di scalate o di perdite dolorose negli asset strategici italiani è ogni giorno più alto. La fibrillazione è frenetica, soprattutto negli ambienti finanziari. I segnali trasmessi dall’intelligence al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sono continui. A breve il testo del Dpcm dovrebbe andare all’esame delle commissioni parlamentari. Giovedì, però, dal Copasir- comitato per la sicurezza della Repubblica presieduto da Raffaele Volpi ( Lega), è arrivato un segnale sulle norme: « Insufficienti » . Sono quelle del decreto legge liquidità, già rinforzate alla Camera rispetto al testo di governo. Ma non adeguate al rischio in atto secondo il comitato - bipartisan - per l’intelligence.
Le obiezioni del Copasir a maggior ragione valgono per il decreto attuativo. È una sfida nella sfida: quali norme è il caso di sparare per la tutela della sicurezza economica nazionale. Emergono così scuole di pensiero diverse. Chi sostiene anche dentro il governo - ma non è chiaro perchè - norme meno rigide rispetto a un’acquisizione ostile dall’estero. E chi, invece, caldeggia meccanismi severi di difesa normativa contro scalate sempre più insidiose. Nel settore bancario innanzitutto. La bozza di Dpcm messa in circolazione sembra voler sondare gli umori degli interessati.
Di certo non è un meccanismo titanico di difesa antiscalate. Secondo fonti qualificate potrebbe rivelarsi - come sostiene il Copasir - poco efficace in particolare nelle scalate bancarie. Le più difficili da contrastare visti i meccanismi intricati in gioco.
La bozza del Dpcm prevede la protezione di« infrastrutture critiche», «tecnologie critiche», «fattori produttivi critici», «informazioni critiche» e «rapporti di rilevanza strategica » . Elenca i nuovi settori protetti: energia, acqua, salute, informazioni sensibili, infrastrutture elettorali, finanza, intelligenza artificiale e robotica, semiconduttori, cyber, nano e bio tecnologie, tecnologie spaziali non militari, fattori produttivi e settore agroalimentare, prodotti dual use.
Tra i 15 articoli del Dpcm ci sono, riferiti ai settori di appartenenza, tutti i dettagli per ciascuno. Il testo del Dpcm è innanzittutto mirato a individuare «beni e rapporti di rilevanza strategica per la sicurezza nazionale» da aggiungersi a quelli già contempleati dalle disposizioni del decreto legge 15 maggio 2012.
Ma più che l’estensione ai settori in questo momento risulta strategico il calibro delle armi di difesa disponibili: deve essere elevato molto più di un tempo. Questione non di decreti attuative ma di norme primarie: tutta politica.