Diritti Tv, Dazn e Img al bivio sui piani di rientro
Dalla Lega ok alle dilazioni, ma solo se non condizionate alla conclusione della Serie A
«È giusto che il calcio riparta, soprattutto ora che è possibile farlo in sicurezza e nel rispetto della salute di tutti». Sono le parole dette ieri al Tg5 dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, aggiungendo che «nei momenti più difficili ho pensato di non farcela. Ancora adesso incrocio le dita perché il campionato possa andare avanti fino alla fine come previsto».
Concetto chiave, questo, perché è anche su punti come la conclusione o meno del campionato di Serie A che resta incartata la vicenda dei diritti Tv anche ora che il pallone ha ripreso a rotolare, dopo l’ok di giovedì alla ripartenza del campionato dal 20 giugno. Un preludio ci sarà il 13 e 14 giugno, con le semifinali di Coppa Italia cui seguirà la finale il 17. L’Assemblea di Lega Serie A, riunita ieri, ha esaminato i vari incastri per la stesura del calendario. Si partirà con i 4 recuperi della sesta giornata di ritorno nel weekend del 20-21 giugno e la programmazione dell’ottava giornata di ritorno a partire da lunedì 22 giugno.
Ma sui diritti Tv la situazione resta in alto mare. O meglio: se fra Lega Serie A e Sky si è già passati alle vie legali (nulla dice che non si possa tornare indietro, ma per il momento è così), fra Dazn e Img si rischia di arrivarci, anche se la situazione potrebbe ancora risolversi senza strascichi.
Dazn è titolare del diritto per la trasmissione di tre partite, su 10, della Serie A ogni settimana mentre Img si è aggiudicata i diritti internazionali. A quanto risulta al Sole 24 Ore entrambi avranno una settimana di tempo per replicare alla controfferta con cui la Lega Serie A ha deciso di rispondere alle loro proposte per rientrare dell’ultima rata non pagata (complessivamente si parla di 233 milioni) per la stagione che va a concludersi: la seconda del triennio 2018-21. E in buona sostanza il senso è: d’accordo sulla dilazione dei termini del pagamento, ma senza condizioni ulteriori. E soprattutto senza condizionare il tutto alla conclusione del campionato.
E qui si ritorna al rilievo delle parole del ministro Spadafora, pronunciate ai microfoni dell’ammiraglia di Mediaset. Prendendo il caso di Dazn, a quantoIl quanto Il Sole 24 Ore ha potuto verificare, è del 26 maggio l’ultima proposta recapitata alla Lega Serie A. È una missiva a firma di Jacopo Tonoli, chief commercial officer di Dazn Limited. La proposta era di pagare il 75% del dovuto (24,1 milioni) entro 10 giorni a partire dal riavvio della stagione. Per i mancanti 8 milioni dell’ultima rata il termine veniva portato a un mese dalla ripartenza del campionato. Inoltre prima rata della stagione 20-21 da pagarsi entro il 31 luglio.
Ecco però che arrivano le condizioni, ritenute dalla Lega, a quanto risulta al Sole 24 Ore, inaccettabili: che la stagione sia in corso un mese dopo la ripresa e che vanga conclusa per intero. Ovviamente ci sono anche la richiesta di mantenere le fasce orarie esclusive e «in relazione alla riduzione del rinvio del corrispettivo» Dazn chiede di ricevere «un trattamento non meno favorevole rispetto a ogni altro licenziatario di diritti audiovisivi della Serie A».
Le prime condizioni, sulla tenuta del campionato e ritenute come detto inaccettabili, rendono evidente come la situazione sia sul filo. Del 26 maggio è un’altra comunicazione, questa volta da parte di Sky mandata alla Lega e per conoscenza a tutti i club, firmata dall’ad Maximo Ibarra, in cui la media company si rivolge ai club richiamando «il nostro spirito di forte partnership» e confidando «ancora che la Lega intenda contribuire a trovare una soluzione bonaria e reciprocamente soddisfacente». Conclusioni precedute dall’enunciazione delle difficoltà e dalle incertezze generate dalla situazione che hanno sottratto a Sky «le prestazioni contrattualmente dovute nei mesi di marzo e aprile (pur avendo ricevuto anticipatamente il primo maro il pagamento della quinta rata bimestrale) nonché nel mese di maggio».
Dinanzi allo sconto richiesto da Sky (variabile fra 120 e 255 milioni) da Via Rosellini hanno però risposto con le maniere forti. E c’è un conteggio che circola: Sky ha pagato per l’82% della competizione e finora se ne è disputato il 68%. Al raggiungimento della quota pagata, in Lega si ventila la possibilità di staccare il segnale.
Si vedrà, anche perché la misura è drastica e foriera di contenziosi infiniti. La cosa varrebbe però erga omnes, per Sky come per Dazn in assenza di accordo. Un grattacapo in più per la “Netflix dello sport”, proprio nel momento in cui dal Financial Times nei giorni scorsi sono rimbalzate voce sull’intenzione del proprietario, il magnate Len Blavatnik, di trovare un partner. O al limite anche vendere.