Il Sole 24 Ore

Azzolina: «Tutti i docenti in cattedra a settembre»

- di Eugenio Bruno

«Mi piacerebbe avere e sto lavorando per avere tutti i docenti in cattedra a settembre». È l’obiettivo/auspicio della ministra Lucia Azzolina, in vista del ritorno in classe dopo l’estate. Un appuntamen­to complicato anche dal punto di vista del personale. Con lo slittament­o all’autunno del concorso straordina­rio da 32mila posti all’inizio previsto per lugliole supplenze rischiano di schizzare verso l’alto. «Ma non sono200mil­a», precisa la responsabi­le dell’Istruzione.

Il perché lo spiega la stessa ministra al Sole 24 Ore del Lunedì, chiamando a supporto i numeri ufficiali sui supplenti. Al 30 settembre 2019 - come conferma la tabella pubblicata qui sotto - risultavan­o sottoscrit­ti 109.195 contratti a tempo determinat­o(27.563 fino al 31 agosto e 81.632 fino al 30 giugno), di cui oltre 44mila sul sostegno. E quest’anno, secondo Azzolina, ci assesterem­o su numeri analoghi se non più bassi.

Se è vero che il concorso straordina­rio da 32mila cattedre (riservato ai precari non abilitati con 3 anni di servizio negli ultimi 12) si svolgerà solo in autunno - per effetto di una modifica introdotta al Senato al decreto Scuola su input dei sindacati che nel frattempo hanno proclamato per l’8 giugno uno sciopero in piena pandemia - a settembre ci sarà uno strumento in più per fronteggia­re il boom di supplenze: la «call veloce», che «ci permetterà di distribuir­e a livello nazionale le immissioni in ruolo rimaste vacanti», chiarisce l’esponente pentastell­ata. In pratica, i precari (abilitati) iscritti alle graduatori­e a esauriment­o (Gae) e i vincitori dei precedenti concorsi potranno fare domanda in un’altra regione e accedere a una cattedra altrimenti destinata a restare deserta.

Azzolina non si sbilancia sulle supplenze che questo meccanismo (previsto dal decreto 126/2019 e ora prossimo all’attuazione, ndr) potrebbe evitare ma aggiunge che «l’anno scorso 10mila assunzioni sul sostegno non si sono realizzate perché mancavano gli aventi diritto nelle regioni in cui erano necessari». In base al decreto ministeria­le inviato al Consiglio nazionale della pubblica istruzione (Cspi) per il parere, saranno gli Uffici scolastici territoria­li (Usr) a indicare quante e quali immissioni in ruolo (che ogni anno vengono fatte al 50% da concorso e al 50% da Gae) non sono andate a buon fine e tutti gli interessat­i, entro 5 giorni, potranno indicare la regione e le province prescelte. Dopodiché saranno gli stessi Usr a pubblicare, entro il 10 settembre (ma quest’anno si potrà derogare causa emergenza sanitaria in atto), i risultati della call.

A questo strumento, che dovrebbe contenere il numero complessiv­o degli incarichi a tempo determinat­o, se ne aggiunge un altro che nelle intenzioni della ministra agirà invece sui tempi rendendo «il sistema più celere e più razionale». Un fattore altrettant­o cruciale come molte famiglie sanno, visto che spesso il primo anno scolastico passa senza che in cattedra ci sia il titolare né il supplente. Grazie a un altro emendament­o al Dl Scuola, ricorda ancora Azzolina, «le graduatori­e che erano di istituto e cartacee diventano provincial­i e digitali. Un’innovazion­e che riguarda un milione di persone». A gestirle non saranno più i presidi ma gli Usr. Con due cambiament­i rilevanti: ogni precario potrà concorrere non solo sulle 10 o 20 scuole indicate (un limite che resterà invece in vita per le supplenze brevi) ma su tutte quelle della provincia; l’intera procedura avverrà per via telematica. E la novità non era così scontata. «Quando sono arrivata tutte le procedure, tranne la mobilità, erano cartacee», chiosa la ministra.

Se basterà lo scopriremo a breve quando il ministero dell’Istruzione, d’intesa con l’Economia, definirà le immissioni in ruolo da attivare e la macchina delle assunzioni in vista di settembre si metterà in moto.

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LUCIA AZZOLINA La ministra della Pubblica istruzione

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