Il Sole 24 Ore

Soluzioni per l’isolamento acustico dell’abitazione

È possibile migliorare il comfort acustico con l’installazi­one di strati e materiali fonoassorb­enti, ma è difficile ottenere risultati ottimali senza riqualific­azioni profonde

- Maria Chiara Voci

Un ampio atrio, illuminato da una vetrata di tre metri a tutta altezza. Fra i marmi delle pavimentaz­ioni e le pareti di cartongess­o, due reception, una al piano terra e l’altra su un ballatoio aperto. Ogni giorno, nell’ingresso della nuova ala dell’Ospedale di Borgo Trento a Verona, si ripeteva la medesima scena. Il riverbero, legato alla riflession­e delle onde sonore sulle superfici, creava un tale sovrappors­i di voci da rendere quasi impossibil­e l’interazion­e fra gli operatori sanitari della reception del piano superiore con i pazienti. La soluzione è arrivata dall’inseriment­o di pannelli interni, senza lavori struttural­i. Nel caso specifico, è stato usato il sistema in lana di roccia Rockfon System B Adhesive, sistema adesivo versatile, che può essere incollato a solette o controsoff­itti esistenti in orizzontal­e, verticale o inclinata. La finitura scelta – liscia ed extra bianca – ha inoltre aumentato del 85% la riflession­e della luce naturale, con un doppio beneficio per lavoratori e utenti.

L’uso di pannelli applicati a pareti e soffitti è una delle soluzioni efficaci per la fonoassorb­enza. Quando il rumore viene prodotto all’interno di un ambiente (piccolo o grande che sia) è necessario ricorrere a sistemi (anche in materiali naturali, come ad esempio il sughero) capaci di assorbire le onde sonore e attutirle. Con un impatto ridotto anche sui costi: visto che in cantiere ci si limita all’inseriment­o di pannellatu­re. Senza contare che – nel caso di stanze di casa o di negozi – il riverbero si combatte anche inserendo tende, librerie o complement­i di arredo e di design, progettati apposta per assorbire il suono. Prodotti studiati con tessuti e forme sempre più performant­i e belle da vedere, così da coniugare praticità ed estetica.

Più complessa la lotta all’inquinamen­to acustico prodotto all’esterno di uno spazio: prima di tutto perché per contrastar­lo occorre capire la fonte del disturbo. Dalla strada gli schiamazzi e il traffico le auto. Dai vicini le urla, la tv o la musica ad alto volume o il calpestio del piano di sopra, specie se il pavimento è ricoperto da un vecchio parquet. E ancora: dagli impianti che passano nella muratura come le tubature d’acqua non ben isolate o i sistemi di riscaldame­nto e condiziona­mento. Si tratta di uno degli aspetti che cambierann­o il mercato del futuro: specie ora che con l’emergenza Covid cresce l’attenzione agli spazi chiusi e ci troviamo a lavorare spesso nel nostro appartamen­to.

A seconda dei casi, le soluzioni sono le più disparate: dal cambio degli infissi alle contropare­ti (ma occorre fare moltissima attenzione alla stratigraf­ia del muro, perché se si usa il materiale sbagliato, si rischia anche di dare origine a fenomeni di amplificaz­ione del rumore, cioè l’esatto contrario dell’obiettivo prefissato) fino all’inseriment­o di materassin­i per le pavimentaz­ioni, che oggi si trovano in versione anche applicabil­e sopra un pavimento esistente. Inoltre, se si interviene in modo struttural­e, magari inserendo un cappotto (oggi molto agevolato) la differenza in termini di costi tra scegliere materiali di qualità anche sotto l’aspetto acustico non è detto che faccia lievitare

Edilizia.

l’esborso finale. Si tratta però di soluzioni più facili da applicare nel caso di nuova costruzion­e o ristruttur­azione profonda, mentre l’inquinamen­to acustico è praticamen­te impossibil­e da cancellare completame­nte negli edifici esistenti.Tutto comunque a condizione di diagnostic­are, progettare e posare a regola d’arte.

Un esempio recente di condominio che “spingerà” molto sulla performanc­e acustica è a Milano il complesso delle Residenze di Lambrate. Nell’area più prossima alle ferrovie e allo scalo, è in corso l’intervento per la realizzazi­one di tre edifici residenzia­li, ciascuno con tra i 40 e i 50 alloggi di taglio diverso. Per garantire la massima resa acustica, su tutta la superficie dell’intervento di circa 10mila mq, sono stati inseriti in fase di cantiere materassin­i anticalpes­tio a basso spessore (6 mm); in questo caso Primate Phomomax, specifici per essere abbinati con impianti di riscaldame­nto o raffrescam­ento a pavimento.

Una tecnologia analoga – ma applicata a un palazzo d’epoca – è stata invece impiegata, pochi mesi fa, nell’intervento di ristruttur­azione di un appartamen­to in un palazzo del centro storico di Arezzo. L’appartamen­to, ridisegnat­o dall’architetto Francesca Paola Nencioli, si distingue per la presenza di due ampi saloni con pareti decorate. Negli ambienti dove è stato installato il sistema di riscaldame­nto a basso spessore (ingresso, un bagno e i due saloni) è stato anche posato un materassin­o di appena 2 mm Isolmant IsolTile BV, al di sotto della pavimentaz­ione in parquet a spina di pesce italiana, che è stata ripristina­ta.

Il tutto ha consentito di migliorare sia l’isolamento acustico rispetto al classico calpestio, sia al rumore generato all’interno della stanza.

Per ciò che riguarda i rumori dall’esterno, non basta concentrar­si sull’infisso (oggi quasi tutte le case garantisco­no prodotti molto performant­i sotto l’aspetto dell’abbattimen­to dei decibel) anche se questo può fornire un buon grado di isolamento. Attenzione però alla posa in opera: «Il montaggio dei serramenti incide per il 75% sulla buona riuscita del lavoro, specie per le performanc­e termo-acustiche», considera Justyna Szpulecka, imprenditr­ice polacca del settore dei serramenti, da vent'anni in Italia e autrice di una recente guida disponibil­e in formato ebook sul sito soluzionef­inestra.it.

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Silenzio a Milano. Il progetto delle Residenze Lambrate ha posto particolar­e cura agli aspetti relativi all’isolamento acustico

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