Coop: extra costi per oltre 100 milioni
A sostegno dei consumi prezzi fermi e promozioni sui prodotti freschi
Tra Fase 1 e 2 la pandemia porta un fardello di oltre cento milioni di extra costi a Coop Italia mentre all’orizzonte si profilano le incognite portate da uno scenario che «si prospetta complesso e tale da generare una ulteriore, drammatica polarizzazione dei consumi - è la premessa di Marco Pedroni, presidente di Coop Italia -. Dobbiamo essere pronti a una recessione che può essere lunga e duratura». Dopo avere bloccato fino alla fine di maggio i prezzi dei prodotti del largo consumo confezionato a marchio Coop e di altre marche, un assortimento con oltre 18mila prodotti, è stato deciso di prolungare fino alla fine di settembre il congelamento dei prezzi dei circa 2mila prodotti confezionati private label e il varo di un sacchetto della spesa basic con pasta, olio, biscotti, latte, birra, pomodori, carta igienica «con un alto profilo qualitativo» sottolinea Maura Latini, ad Coop Italia. Un sacchetto con 10 prodotti venduto a 10 euro. La crisi portata dal Covid ha fatto crescere di un quarto le vendite delle private label Coop, aumentate di 2,6 punti percentuali e superando il 30%. Vi saranno poi promozioni settimanali a rotazione, con sconti intorno al 20%, che coinvolgono prodotti freschi e freschissimi come carne, pesce e ortofrutta a marchio Coop. Continuano così le azioni a supporto del potere d’acquisto delle famiglie senza dimenticare i produttori: «agiamo sia a monte, verso i fornitori, che a valle, verso i consumatori per garantire la stabilità dei prezzi e delle remunerazioni dei diversi attori della filiera» ricorda l’ad. Durante il lockdown l’insegna ha registrato in media un aumento delle vendite del 5% ma nel caso dei punti vendita di prossimità il balzo oscillava tra il 15 e il 25% mentre ipermercati e i superstore, situati nelle aree extraurbane, hanno segnato un crollo del 10%. A livello nazionale gli ingressi segnano un -40% ma una crescita dello scontrino medio che tocca i 46 euro dai 26 dei mesi precedenti. «Se nella fase dell’emergenza la maggior parte del nostro investimento – circa il 70% - è stato assorbito dalle azioni necessarie a garantire a soci e consumatori la massima sicurezza e serenità nel fare la spesa, ora la percentuale si è rovesciata per gli impegni a difesa del potere di acquisto delle famiglie- dice Pedroni -. Avvertiamo la necessità di rispondere con misure concrete a una fase complessa». Nelle ultime settimane si è registrato un rallentamento delle vendite dei prodotti a lunga conservazione a favore dei freschi. Per quanto riguarda i prossimi mesi Maura Latini prevede che alcune tendenze dei consumi resteranno come quella di fare la spesa nei punti vendita di prossimità che offriranno modalità evolute di consegna a domicilio all’insegna della “smart life”. Per questo Coop Italia prevede un’accelerazione dei servizi digitali andando oltre l’e-commerce e puntando a un modello di spesa veloce, semplice e sicura. Preoccupa invece l’assortimento non food, “fermo” da mesi che a fine anno peserà sui conti. Il presidente rivendica poi la scelta di non chiedere cassa integrazione o contributi per le mascherine. «È senso di responsabilità non chiedere allo Stato di sostenere un settore che non è tra i più colpiti dalla crisi».