Zurab Pololikashvili «IL TURISMO È RESILIENTE: SAPRÀ SUPERARE LA CRISI»
Zurab Pololikashvili, georgiano, classe 1977, un passato nel Governo e nella diplomazia del suo Paese, è ora segretario dell’UnWto, l’agenzia Onu del turismo. Nonostante il disastro da virus è ottimista per il settore
L’Europa «che riapre i confini da luglio è una grande soddisfazione » . Zurab Pololikashvili è un ottimista per natura. Sempre sorridente, battuta pronta, da bravo georgiano sa che c’è sempre una soluzione, forse anche più d’una, alle situazioni, anche le più complesse. Oggi, dopo una nutrita serie di incarichi politici, nel settore privato e nello sport in Georgia, Pololikashvili è segretario generale dell’UnWto, ovvero l’Agenzia dell’Onu che promuove lo sviluppo del turismo, ed il turismo come fattore chiave di sviluppo territoriale.
In tempi di Coronavirus, di pandemia mondiale, il turismo è stato colpito direttamente in maniera fragorosa. Compagnie aeree bloccate, alberghi chiusi, tour operator fermi, famiglie chiuse in casa. Danni per miliardi. Pololikashvili reagisce a modo suo, affiorano i ricordi del passato e danno la tempra per il presente e l’animo per il futuro. « Come ho vissuto il lockdown? » dice con l’espressione retorica di chi fa subito sapere che ci vuole ben altro per scompaginare agende e pensieri. « Sono affiorati i ricordi dell’epoca sovietica. A quei tempi era un lockdown continuo, generalizzato. Non potevamo andare fuori dal Paese, ad esempio. Forse non era proprio lo stesso di oggi, ma per noi era come stare sempre in prigione. Una vita cieca. E poi niente tv, niente stampa, niente informazione, Internet non esisteva. Eravamo tagliati fuori dal mondo. Tra i pochi sogni, l’Italia, il calcio » .
Oggi l’UnWto, che ha sede a Madrid - e la capitale spagnola è stata particolarmente colpita dalla pandemia - sta rilanciando il ruolo della promozione del turismo come cardine della ripresa internazionale. E Pololikashvili - forte della esperienza di diplomatico e di componente dell’Esecutivo georgiano - ha accelerato sui contatti con i Governi su scala globale, proprio nel momento in cui il mondo si stava fermando.
«Il turismo - dice senza mezzi termini - è uno dei pochi settori completamente trasversale e inclusivo, quindi è un grande attivatore di dinamismo economico e sociale, un acceleratore della ripresa con moltissimi effetti e ricadute sul tessuto di un Paese o di macroaree, con benefici per tutti. Per questo motivo ritengo che sia il momento di incrementare gli sforzi, gli impegni sul piano globale per contrastare il vero pericolo che corriamo oggi, ovvero di azzerare decenni di investimenti, di mortificare le potenzialità di tanti territori, di condannare milioni di persone a essere tagliati fuori, come eravamo noi in Georgia una volta. Non è possibile».
Ho conosciuto Pololikashvili in Moldova, paese di maggioranza romena oggi indipendente ma parte della Russia ( e quindi dell’Unione sovietica) per secoli. Era stato da poco nominato alla guida dell’UnWto superando un nutrito stuolo di candidati alla successione di Taleb Rifai, intellettuale e politico giordano, appassionato dell’Italia e con una località tra le altre nel cuore: Paestum, con i suoi maestosi templi greci illuminati dal sole del Cilento.
L’occasione in Moldova era la Conferenza mondiale sull’enoturismo, ospitata da un Paese che per tanti anni ha rifornito Mosca di vini. Per Pololikashvili, proveniente dalla culla del vino sulle rive del Mar Nero, il confronto fu d’impeto su scala globale, mescolando conversazioni parallele in varie lingue, dal russo al francese, dallo spagnolo all’inglese e giapponese. La formazione globale è un fattore decisivo, ma - ama rimarcare - difendendo storia e tradizioni.
Zurab Pololikashvili è nato nel 1977 a Tblisi. A 43 anni è stato dirigente di banca, e di una società top di calcio come la Dinamo, spessissimo impegnata nelle competizioni calcistiche internazionali e vivaio di campioni. È stato ministro dello Sviluppo economico e ambasciatore georgiano in Spagna, Andorra, Algeria e Marocco. E come ministro - tra il 2009 e il 2010 - ha messo le basi per il grande balzo della Georgia come destinazione turistica. In due anni - ricorda - gli arrivi internazionali sono praticamente raddoppiati passando da 1,5 milioni a circa 3 milioni. Il modello Pololikashvili: sinergie tra pubblico e privati, investimenti sulla sostenibilità, creazione di un sistema diffuso che avesse come obiettivo la crescita del reddito disponibile. Nello stesso tempo - ricorda - sono stati promossi gli investimenti internazionali per lo sviluppo della rete infrastrutturale e dell’innovazione. «Sono le politiche coordinate che pagano di più con ricadute diffuse per la popolazione» il concetto di fondo della sua strategia. Il tutto accompagnato dall’esperienza sulla sburocratizzazione dei flussi internazionali portata avanti da viceministro degli Esteri intorno alla metà degli Anni 2000. Insomma, liberalizzazione e promozione delle energie locali e delle risorse provenienti dall’estero.
Ed ora, che tutto sembra in difficoltà? «La questione centrale è data innanzitutto dalla costituzione di un modello coordinato su scala internazionale che vede come fattore primario la riattivazione della mobilità internazionale in condizioni di estrema sicurezza, accompagnata dalla riapertura delle frontiere. Ci stiamo man mano arrivando. Ripeto, è fondamentale che i Paesi diano una risposta coordinata e coerente. Questo è il fronte su cui stiamo lavorando con i nostri Paesi membri, il settore privato globale, con le altre agenzie di sviluppo “nostre sorelle” e con la Commissione europea cui cui c'è un contatto costante».
Gli operatori economici sono assai preoccupati, lamentano i pesanti contraccolpi del Cigno nero pandemico, il rischio concreto di non riuscire ad avviare nuovamente le attività, denunciano la incombente desertificazione del tessuto ricettivo. Zurab Pololikashvili mostra un misurato sorriso che ispira fiducia, sull’onda di note antiche. « Vede io sono georgiano - sottolinea - e la Georgia è un Paese che ha di mostrato di saper gestire le crisi, di ogni tipo, molto bene. Durante i secoli è stata spesso attaccata da molti popoli o nazioni, a partire dalla Mongolia. E abbiamo dimostrato grandi abilità di resistenza e di ripartenza, in tempi brevi. È questo lo spirito giusto » .
Zurab cerca di vedere lungo e di centrare l’attenzione su un concetto fondamentale: ripresa rapida ma gestita, controllata, nel pieno rispetto degli obiettivi sanitari. «Le nostre previsioni ci mostrano una situazione complessa fino alla fine del 2020, inutile nasconderselo - sottolinea -. Uno scenario complesso e difficile soprattutto per le piccole e medie imprese, con pesanti riflessi sull’occupazione. Ma credo fermamente nella resilienza del settore turistico, e nella sua capacità di ripresa. E sono anche cosciente che è ora di cambiare registro in un momento come questo. Dobbiamo favorire le migliori soluzioni puntando su sostenibilità, innovazione, digitalizzazione e intelligence». Come dire: la mobilità sta ripartendo, serve concertazione tra i Governi, ma il consumatore ha bisogno di una offerta evoluta, in linea con uno scenario che ha cambiato parametri ed equilibri, valori e obiettivi, oltre ad aver messo in conto il prezzo delle forti tensioni sui bilanci delle imprese e delle famiglie.
« L’attenzione alla famiglia è un fattore decisivo - ricorda Pololikashvili -. Queste giornate sono state speciali per tutti. Ma ci hanno aperto nuove prospettive. Io mi sono sentito molto fortunato - ad esempio - perché è la prima volta che sono rimasto con la mia famiglia dopo tre anni di viaggi continui. I bambini sono felicissimi di questo. Facciamo molte cose insieme e sarà dura tornare alla vita normale». Come dire, iniziamo anche a riflettere sui nuovi paradigmi della domanda e calibriamo investimenti e offerta in base ad uno scenario che offre spunti di maggior dinamismo. La resilienza del settore turistico parte anche da una rimodulazione delle politiche di comunicazione con i consumatori.
Viene spontaneo chiedere quale sarà il ruolo dell’Italia, paese turistico per antonomasia. E qui Pololikashvili quasi si commuove. Emozioni e ricordi si affastellano. « Sono da sempre un grande appassionato della lirica italiana - afferma - tra gli artisti preferiti ci sono Pavarotti e Bocelli. Ascolto spesso le loro performance, inimitalbili » . E poi subito affiorano i ricordi sedimentati degli anni di Tblisi, mescolati con la immaginazione dell’infanzia. « L’Italia è cultura e arte, gastronomia e bellezza. Ma anche sport e stile. Dall’infanzia ho ricordi magnifici di un’Italia raccontata». E la narrazione dell’Italia non può che partire da uno dei capolavori più noti nel mondo, capace sempre di rinnovare l’emozionare del racconto. «Ogni bambino - sottolinea Zurab - in Georgia inizia la sua conoscenza dell’Italia con Pinocchio e con il calcio » . Pololikashvili aveva cinque anni. Il ragazzino che avrebbe poi diretto la Dinamo Tblisi, rimase incantato di fronte alla Coppa del mondo. « La mia prima partita del cuore risale al 1982 - dice con emozione - durante i Mondiali. Mi riferisco in particolare a Italia contro Germania, la finale del terzo titolo italiano. Che emozione: Paolo Rossi, Dino Zoff e Bearzot». L’Italia per l’UnWto è oggi Paese laboratorio, fitto il dialogo con il Governo. « Sarò felice di venire in Italia a breve, probabilmente a inizio luglio, tra Roma, Milano e Venezia. Il nostro riferimento chiave è # RestartTourism - conclude - e l’Italia oggi è all’avanguardia. Protagonista in una fase complessa e pien di rischi ma l’UnWto sostiene gli sforzi dell’Italia che sta mettendo in campo azioni forti .#RestartTourism ha tre cardini: sicurezza sanitaria, innovazione e sostenibilità e l’Italia è in prima linea, un modello » .
L’ITALIA PUÒ ESSERE PROTAGONISTA E IN UNA FASE COMPLESSA SA ESSERE ALL’AVANGUARDIA