Turismo alla Fase 3 ma Cig a singhiozzo per le imprese in crisi
Caputi (Federterme): il 45% non ha ricevuto l’integrazione del reddito
Prove di normalizzazione per il turismo con la riapertura dell’area Schengen, la ripresa dei voli nel Continente, in particolare i vettori low cost, e lo sbarco a Palma di Maiorca delle prime centinaia di turisti tedeschi alle Baleari mentre nei prossimi giorni ne arriveranno altri 11mila. Finalmente si mette in moto la macchina del turismo europeo e il motore della monoposto tricolore sale di giri. Ha già riaperto un hotel su quattro e una azienda termale su cinque tra le 330 attive in Italia. «Un’altra dozzina riaprirà entro la fine di luglio e altre 5 ad agosto - spiega Massimo Caputi, presidente di Federterme Confindustria che domenica ha lanciato l’allarme sul deficit con cui gli ammortizzatori sociali arrivano ai lavoratori del settore -. Ma circa 5mila dipendenti diretti non hanno ancora ricevuto la Cig causale Covid, pari al 45% dei 12mila occupati stabili. I lavoratori che sono riusciti ad avere il fondo di integrazione salariale sono ancora pochi e questo è un problema perché sono a rischio povertà migliaia di famiglie che non arrivano a fine mese. Ci auguriamo che il Governo mantenga fede alla sue promesse: tutto il comparto termale così come il settore del turismo sono fondamentali per la crescita stessa del sistema paese».
Il comparto ieri ha visto l’elezione all’unanimità di Marina Lalli come presidente di Federturismo Confindustria. Marina Lalli è anche amministratore unico delle Terme di Margherita di Savoia ed attualmente è vice presidente vicario della delegazione Bari-Bat di Confindustria nonché vice presidente di Federterme. Il suo programma come presidente della Federazione nazionale dell’industria dei viaggi e del turismo del sistema Confindustria prevede tre punti chiave: consolidare, crescere e rafforzare. Così nel corso del suo mandato che scadrà nel 2024 la neo presidente seguirà un modello improntato alla massima condivisione con la base associativa lavorando insieme al Mibact ed Enit. Un’attività corale per consolidare la posizione dell’Italia tra le destinazioni più desiderate dai visitatori stranieri. Un obiettivo da raggiungere offrendo il prodotto Italia e la sua ospitalità nelle sue varie sfaccettature: mare, montagna, campagna, ambiente e vacanze all’aria aperta oltre sport, shopping, cultura, musei, storia e divertimento. Senza dimenticare l’enogastronomia, asset strategico che quest’anno rischia di perdere 8 miliardi di mancati consumi se nei prossimi mesi ci sarà il temuto crollo degli arrivi dei turisti stranieri in Italia. Così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, ieri ha lanciato l’allarme partendo dalle stime Enit che prevedono una frenata di quasi il 50% degli arrivi dall’estero. «Il turismo pesa per circa 30 miliardi sui 250 del totale dei consumi alimentari e di questi la metà dipende dal turismo estero». Secondo l’Enit circa 300 milioni di visitatori da tutto il mondo stanno valutando la possibilità di una vacanza in Italia. Insomma un segno di voglia di normalità dopo i numeri record registrati nel 2018 e nel 2019 considerate dagli addetti ai lavori annate eccezionali. Nello scorso anno ci sono stati ben 430 milioni di pernottamenti di cui metà di turisti stranieri che hanno speso 46 miliardi di euro in Italia.
Ora per il momento la domanda resta debolissima e la stragrande maggioranza, circa l’80%, dei lavoratori impiegati negli hotel resta ancora in cassa integrazione. «Una parte di loro certamente rimarrà legata agli ammortizzatori sociali fino a settembre e ottobre quando auspicabilmente il mercato potrà riprendersi - avverte Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Associazione italiana Confindustria Alberghi -. In questi mesi molte aziende hanno anticipato la cassa che, solo a partire dal mese di giugno, ha iniziato ad arrivare ai lavoratori. Comunque non a tutti, c’è ancora chi aspetta». Finora anche i lavoratori stagionali impiegati nell’industria dell’ospitalità hanno risentito dell’incertezza con cui vengono erogati gli ammortizzatori. «In un settore in stallo anche i lavoratori stagionali per i quali è stata prevista un’indennità di 600 euro per il mese di marzo dal “cura Italia”, prorogata ad aprile e maggio dal Dl Rilancio o, in alternativa, per coloro che erano titolari di Naspi in scadenza tra marzo e aprile, la proroga del trattamento per ulteriori due mesi. Misure importanti, ma purtroppo ancora insufficienti» rimarca Maria Carmela Colaiacovo.
L’equazione riapertura frontiere e ritorno dei turisti rinfocola le speranze. Un ulteriore aiuto arriva dalla Commissione europea che ieri ha lanciato la piattaforma online «Reopen Eu» con tutte le informazioni utili e aggiornate in tempo reale per il turismo sicuro nella Ue a partire proprio dalla libera circolazione tra gli Stati. Da Capri al Garda passando per la riviera adriatica e romagnola si pensa soprattutto al ritorno degli ospiti tedeschi. Da mezzanotte l’Austria ha riaperto il Brennero ma negli ultimi giorni i primi turisti tedeschi e austriaci sono ritornati in Alto Adige e imboccato l’autostrada del Brennero in direzione Sud. Loro non vogliono rinunciare alla «stessa spiaggia e stesso mare» nel Belpaese.