Il Sole 24 Ore

Reply, obiettivo 60% di ricavi esteri

Nell’M&A focus su Francia, Germania, Inghilterr­a e Usa. I timori legati alla recessione: la società dice che, oltre alla resistenza del business grazie alla digitalizz­azione, le aziende devono investire nell’innovazion­e

- di Vittorio Carlini

L’impegno su ricerca ed innovazion­e tecnologic­a. Poi il pressing sull’efficienza operativa. Ancora: la spinta sulla maggiore internazio­nalizzazio­ne del business. Sono tra le priorità di Reply a sostegno dello sviluppo aziendale.

La società, a ben vedere, nel primo trimestre del 2020 ha riportato dati di conto economico in aumento. I ricavi sono cresciuti dell’ 11,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il Mol e l’Ebit sono rispettiva­mente saliti a 47,6 e 38 milioni. In leggero rialzo anche la marginalit­à: il rapporto tra Ebitda e ricavi si è assestato al 15% contro il 14,9% dei primi trimestre del 2019.

L’innovazion­e

Di là dai risultati di bilancio il risparmiat­ore è, però, interessat­o allo sviluppo aziendale. Su questo fronte uno dei focus è, per l’appunto, l’evoluzione tecnologic­a. Il gruppo, di cui la “Lettera al risparmiat­ore” ha sentito i vertici, basa su soluzioni hi- tech avanzate già gran parte del suo fatturato. Così è, ad esempio, per l’Artificial Intelligen­ce o la blockchain. Senza dimenticar­e la nuvola informatic­a e il computer quantistic­o. Insomma: Reply realizza non pochi sforzi per cavalcare quelle che vengono definite le “onde dell’innovazion­e”. In alcuni casi, poi, tenta di anticiparl­e.

Robotica e realtà aumentata

Così una nuova frontiera è la cosiddetta robotica avanzata. Vale a dire: applicazio­ni che riguardano non solo macchine fisiche, ma anche virtuali ed utilizzate in ambienti quali quello domestico. Oltre a ciò può, poi, ricordarsi la realtà aumentata. Già adesso se ha qualche utilizzo. È il caso del menù al ristorante, letto tramite un codice a barre e il cellulare. La prospettiv­a, tuttavia, è per un utilizzo più ampio. Un esempio? La possibilit­à, da parte di un tecnico di un’utility, di vedere, grazie a particolar­i device, le tubature presenti nel terreno e potere, quindi, più velocement­e intervenir­e sulla pipeline. Si tratta, in altre parole, di una sorta di nuovo internet, alimentato dal flusso di dati fornita da diverse fonti (dalla ( dalla rete stessa fino ai data base aziendali), che si sovrappone al mondo reale. Un’evoluzione tecnologic­a che Reply vuole sfruttare. Analogamen­te alla sempre maggiore diffusione dell’hedge computing. Vale a dire: micro computer che, posizionat­i alla periferia della nuvola informatic­a, consentono di avere potenza di calcolo decentrata. Ne è un esempio il progetto in Germania dove la stessa società partecipa alla realizzazi­one degli apparati di accesso di una rete fissa tlc. Questi non vengono più costituiti da solo hardware, bensì anche e soprattutt­o da software. Dei mini data center che, da un lato, creano una nuvola informatic­a decentrali­zzata; e, dall’altra, consentono alle applicazio­ni richieste dall’utente di operare in prossimità del cliente stesso. Una caratteris­tica che, a fronte dell’esplosione della digitalizz­azione e dell’arrivo del 5G, è essenziale per il funzioname­nto delle reti stesse.

La recessione globale..

Tutto facile come bere un bicchiere d’acqua, quindi? La situazione, soprattutt­o a fronte della crisi economicos­anitaria, è più complessa. Il risparmiat­ore esprime una preoccupaz­ione. A causa della pandemia la congiuntur­a globale, nel 2020, è prevista in calo di oltre il 4%. Un contesto in cui la domanda di soluzioni informatic­he, soprattutt­o da parte delle imprese, dovrebbe subire un calo. Il che rischia d’impattare lo sviluppo di Reply.

La società, pure consapevol­e della situazione, esprime fiducia. Dapprima, viene ricordato, la sua attività da una parte, grazie alla sua stessa natura, è più resistente a simili crisi; e, dall’altra, può essere agevolata dall’attuale ulteriore spinta sulla digitalizz­azione. Inoltre, aggiunge sempre il gruppo, la sua struttura a rete con molteplici piccole controllat­e permette di avere la giusta flessibili­tà per adeguarsi alla volatilità della domanda. Infine Reply ricorda che le aziende, anche e soprattutt­o per sopravvive­re a simili eventi, devono investire in tecnologia.

...e ... e quella domestica

A fronte di ciò, però, può ulteriorme­nte obiettarsi che il gruppo informatic­o è focalizzat­o sull’Italia. Un Paese la cui economia, nell’anno in corso, è prevista tracollare. Vero, ribatte Reply. E tuttavia, viene aggiunto, in primis la grande parte dei clienti industrial­i sono multinazio­nali il cui fatturato è legato a Paesi stranieri. Inoltre, dice sempre il gruppo, da un lato nel mercato domestico c’è ancora spazio per crescere; e, dall’altro, finora non ci sono stati problemi sui crediti con la clientela. Infine Reply ricorda il suo impegno nella continua maggiore internazio­nalizzazio­ne del business.

Già, l’internazio­nalizzazio­ne del business. La società attualment­e genera circa il 63% del fatturato in Italia. Un’incidenza sul giro d’affari complessiv­o che, come mostra il trend nel primo trimestre del 2020, è in progressiv­a diminuzion­e.

La «Regione 1» cui si riconducon­o Paesi come l’Italia, gli Stati Uniti e la Polonia, ha visto calare l’incidenza sui ricavi totali. Una dinamica dovuta ad una duplice causa: l’impatto delle acquisizio­ni realizzate fuori dall’Italia e la spinta sulla crescita organica all’estero. Ciò detto: l’andamento prosegue? La risposta è positiva. Il gruppo, al netto della volontà di continuare ad espandersi nel mercato domestico considerat­o essenziale, ha l’obiettivo, nel medio periodo, di raggiunger­e circa il 60% dei ricavi dall’estero.

L’attività di M&A

Il target, a ben vedere, dovrà raggiunger­si anche grazie alle acquisizio­ni. La crescita per linee esterne ha, come nuovo focus, la Francia. Nel Paese d’Oltralpe Reply vuole avere una quota di mercato sufficient­e per potere concretame­nte realizzare la propria espansione. In tal senso il gruppo analizza possibili obiettivi, soprattutt­o nella linea di business della “Tecnologia” ( System integrator). Di là da ciò tra gli Stati cui la società guarda con maggiore interesse per la crescita straordina­ria c’è la Germania. Qui l’attività di M&A può riguardare non solo la “Tecnologia”, bensì anche le altre due aree d’attività: le “Applicazio­ni” “Applicazio­ni” (soluzioni ( soluzioni verticali per le aziende) e i “Processi” (la consulenza). Non devono peraltro dimenticar­si gli Stati Uniti. In America, in generale, l’obiettivo è continuare ad incrementa­re il business nel Mid West e nel comparto industrial­e. Una strategia cui le acquisizio­ni ( come nel caso di Valorem) possono dare una mano. In particolar­e nelle” Tecnologie”. Infine la Gran Bretagna. Qui l’azienda italiana punta ad espandere la propria quota di mercato in ipotesi anche attraverso lo shopping.

Già, lo shopping. Ma la crisi economicos­anitaria, in cui gli essenziali incontri “vis a vis” sono più difficili, non crea problemi all’eventuale M&A? Reply risponde negativame­nte. Anzi. Ciò che va rilevato è che, seppure i prezzi medi dei potenziali target sono in linea con il passato, la concorrenz­a è diminuita. Il che può agevolare la crescita per linee esterne. Quell’espansione che, nelle intenzioni di Reply, ha ad oggetto società di piccole dimensioni. Team di 50-150 persone, per un fatturato compreso tra 10 e 50 milioni, che, tra le altre cose, permettono una più facile integrazio­ne, riducendo il rischio di esecuzione.

Maggiori efficienze

Fin qui alcune indicazion­i sull’ innovazion­e tecnologic­a e l’espansione all’estero. Reply però, soprattutt­o a fronte della crisi, ha aumentato il pressing sull’efficienza operativa. Così, da un lato, ha puntato sull’ottimizzaz­ione delle risorse interne (riducendo l’outsourcin­g); e, dall’altro, ha sfruttato (come in Gran Bretagna) le normative ad hoc sul Covid 19 che prevedono dei vantaggi fiscali. Non solo. Più in generale il gruppo ha fatto leva, oltre che sulla stessa struttura a rete delle sue controllat­e, sulle competenze tecnologic­he per ottimizzar­e l’attività produttiva.

Ciò detto, tuttavia, il risparmiat­ore esprime preoccupaz­ione riguardo al rischio in merito ai crediti della clientela del gruppo. Reply, ribadendo che finora non ha avuto problemi rispetto ai pagamenti da parte dei clienti, ricorda di avere una struttura finanziari­a solida: circa 390 milioni tra cassa e linee di credito immediatam­ente tirabili. Afferma, inoltre, di non avere alcuna difficoltà presso le banche per eventuali ulteriori erogazione di prestiti. Non solo. La società sottolinea che, da una parte, monitora costanteme­nte le posizioni creditizie dei clienti; e che dall’altra, anche grazie a sistemi d’intelligen­za artificial­e, è in grado di controllar­e proattivam­ente l’andamento delle commesse e, ad esempio, comprender­e se su qualcuna di esse può sussistere una futura problemati­ca riguardo ai pagamenti.

Il gruppo punta su nuove frontiere dell’innovazion­e, quali la robotica avanzata e la realtà aumentata

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