Reply, obiettivo 60% di ricavi esteri
Nell’M&A focus su Francia, Germania, Inghilterra e Usa. I timori legati alla recessione: la società dice che, oltre alla resistenza del business grazie alla digitalizzazione, le aziende devono investire nell’innovazione
L’impegno su ricerca ed innovazione tecnologica. Poi il pressing sull’efficienza operativa. Ancora: la spinta sulla maggiore internazionalizzazione del business. Sono tra le priorità di Reply a sostegno dello sviluppo aziendale.
La società, a ben vedere, nel primo trimestre del 2020 ha riportato dati di conto economico in aumento. I ricavi sono cresciuti dell’ 11,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il Mol e l’Ebit sono rispettivamente saliti a 47,6 e 38 milioni. In leggero rialzo anche la marginalità: il rapporto tra Ebitda e ricavi si è assestato al 15% contro il 14,9% dei primi trimestre del 2019.
L’innovazione
Di là dai risultati di bilancio il risparmiatore è, però, interessato allo sviluppo aziendale. Su questo fronte uno dei focus è, per l’appunto, l’evoluzione tecnologica. Il gruppo, di cui la “Lettera al risparmiatore” ha sentito i vertici, basa su soluzioni hi- tech avanzate già gran parte del suo fatturato. Così è, ad esempio, per l’Artificial Intelligence o la blockchain. Senza dimenticare la nuvola informatica e il computer quantistico. Insomma: Reply realizza non pochi sforzi per cavalcare quelle che vengono definite le “onde dell’innovazione”. In alcuni casi, poi, tenta di anticiparle.
Robotica e realtà aumentata
Così una nuova frontiera è la cosiddetta robotica avanzata. Vale a dire: applicazioni che riguardano non solo macchine fisiche, ma anche virtuali ed utilizzate in ambienti quali quello domestico. Oltre a ciò può, poi, ricordarsi la realtà aumentata. Già adesso se ha qualche utilizzo. È il caso del menù al ristorante, letto tramite un codice a barre e il cellulare. La prospettiva, tuttavia, è per un utilizzo più ampio. Un esempio? La possibilità, da parte di un tecnico di un’utility, di vedere, grazie a particolari device, le tubature presenti nel terreno e potere, quindi, più velocemente intervenire sulla pipeline. Si tratta, in altre parole, di una sorta di nuovo internet, alimentato dal flusso di dati fornita da diverse fonti (dalla ( dalla rete stessa fino ai data base aziendali), che si sovrappone al mondo reale. Un’evoluzione tecnologica che Reply vuole sfruttare. Analogamente alla sempre maggiore diffusione dell’hedge computing. Vale a dire: micro computer che, posizionati alla periferia della nuvola informatica, consentono di avere potenza di calcolo decentrata. Ne è un esempio il progetto in Germania dove la stessa società partecipa alla realizzazione degli apparati di accesso di una rete fissa tlc. Questi non vengono più costituiti da solo hardware, bensì anche e soprattutto da software. Dei mini data center che, da un lato, creano una nuvola informatica decentralizzata; e, dall’altra, consentono alle applicazioni richieste dall’utente di operare in prossimità del cliente stesso. Una caratteristica che, a fronte dell’esplosione della digitalizzazione e dell’arrivo del 5G, è essenziale per il funzionamento delle reti stesse.
La recessione globale..
Tutto facile come bere un bicchiere d’acqua, quindi? La situazione, soprattutto a fronte della crisi economicosanitaria, è più complessa. Il risparmiatore esprime una preoccupazione. A causa della pandemia la congiuntura globale, nel 2020, è prevista in calo di oltre il 4%. Un contesto in cui la domanda di soluzioni informatiche, soprattutto da parte delle imprese, dovrebbe subire un calo. Il che rischia d’impattare lo sviluppo di Reply.
La società, pure consapevole della situazione, esprime fiducia. Dapprima, viene ricordato, la sua attività da una parte, grazie alla sua stessa natura, è più resistente a simili crisi; e, dall’altra, può essere agevolata dall’attuale ulteriore spinta sulla digitalizzazione. Inoltre, aggiunge sempre il gruppo, la sua struttura a rete con molteplici piccole controllate permette di avere la giusta flessibilità per adeguarsi alla volatilità della domanda. Infine Reply ricorda che le aziende, anche e soprattutto per sopravvivere a simili eventi, devono investire in tecnologia.
...e ... e quella domestica
A fronte di ciò, però, può ulteriormente obiettarsi che il gruppo informatico è focalizzato sull’Italia. Un Paese la cui economia, nell’anno in corso, è prevista tracollare. Vero, ribatte Reply. E tuttavia, viene aggiunto, in primis la grande parte dei clienti industriali sono multinazionali il cui fatturato è legato a Paesi stranieri. Inoltre, dice sempre il gruppo, da un lato nel mercato domestico c’è ancora spazio per crescere; e, dall’altro, finora non ci sono stati problemi sui crediti con la clientela. Infine Reply ricorda il suo impegno nella continua maggiore internazionalizzazione del business.
Già, l’internazionalizzazione del business. La società attualmente genera circa il 63% del fatturato in Italia. Un’incidenza sul giro d’affari complessivo che, come mostra il trend nel primo trimestre del 2020, è in progressiva diminuzione.
La «Regione 1» cui si riconducono Paesi come l’Italia, gli Stati Uniti e la Polonia, ha visto calare l’incidenza sui ricavi totali. Una dinamica dovuta ad una duplice causa: l’impatto delle acquisizioni realizzate fuori dall’Italia e la spinta sulla crescita organica all’estero. Ciò detto: l’andamento prosegue? La risposta è positiva. Il gruppo, al netto della volontà di continuare ad espandersi nel mercato domestico considerato essenziale, ha l’obiettivo, nel medio periodo, di raggiungere circa il 60% dei ricavi dall’estero.
L’attività di M&A
Il target, a ben vedere, dovrà raggiungersi anche grazie alle acquisizioni. La crescita per linee esterne ha, come nuovo focus, la Francia. Nel Paese d’Oltralpe Reply vuole avere una quota di mercato sufficiente per potere concretamente realizzare la propria espansione. In tal senso il gruppo analizza possibili obiettivi, soprattutto nella linea di business della “Tecnologia” ( System integrator). Di là da ciò tra gli Stati cui la società guarda con maggiore interesse per la crescita straordinaria c’è la Germania. Qui l’attività di M&A può riguardare non solo la “Tecnologia”, bensì anche le altre due aree d’attività: le “Applicazioni” “Applicazioni” (soluzioni ( soluzioni verticali per le aziende) e i “Processi” (la consulenza). Non devono peraltro dimenticarsi gli Stati Uniti. In America, in generale, l’obiettivo è continuare ad incrementare il business nel Mid West e nel comparto industriale. Una strategia cui le acquisizioni ( come nel caso di Valorem) possono dare una mano. In particolare nelle” Tecnologie”. Infine la Gran Bretagna. Qui l’azienda italiana punta ad espandere la propria quota di mercato in ipotesi anche attraverso lo shopping.
Già, lo shopping. Ma la crisi economicosanitaria, in cui gli essenziali incontri “vis a vis” sono più difficili, non crea problemi all’eventuale M&A? Reply risponde negativamente. Anzi. Ciò che va rilevato è che, seppure i prezzi medi dei potenziali target sono in linea con il passato, la concorrenza è diminuita. Il che può agevolare la crescita per linee esterne. Quell’espansione che, nelle intenzioni di Reply, ha ad oggetto società di piccole dimensioni. Team di 50-150 persone, per un fatturato compreso tra 10 e 50 milioni, che, tra le altre cose, permettono una più facile integrazione, riducendo il rischio di esecuzione.
Maggiori efficienze
Fin qui alcune indicazioni sull’ innovazione tecnologica e l’espansione all’estero. Reply però, soprattutto a fronte della crisi, ha aumentato il pressing sull’efficienza operativa. Così, da un lato, ha puntato sull’ottimizzazione delle risorse interne (riducendo l’outsourcing); e, dall’altro, ha sfruttato (come in Gran Bretagna) le normative ad hoc sul Covid 19 che prevedono dei vantaggi fiscali. Non solo. Più in generale il gruppo ha fatto leva, oltre che sulla stessa struttura a rete delle sue controllate, sulle competenze tecnologiche per ottimizzare l’attività produttiva.
Ciò detto, tuttavia, il risparmiatore esprime preoccupazione riguardo al rischio in merito ai crediti della clientela del gruppo. Reply, ribadendo che finora non ha avuto problemi rispetto ai pagamenti da parte dei clienti, ricorda di avere una struttura finanziaria solida: circa 390 milioni tra cassa e linee di credito immediatamente tirabili. Afferma, inoltre, di non avere alcuna difficoltà presso le banche per eventuali ulteriori erogazione di prestiti. Non solo. La società sottolinea che, da una parte, monitora costantemente le posizioni creditizie dei clienti; e che dall’altra, anche grazie a sistemi d’intelligenza artificiale, è in grado di controllare proattivamente l’andamento delle commesse e, ad esempio, comprendere se su qualcuna di esse può sussistere una futura problematica riguardo ai pagamenti.
Il gruppo punta su nuove frontiere dell’innovazione, quali la robotica avanzata e la realtà aumentata