Il Sole 24 Ore

Semplifica­zioni, ecco il piano Valutazion­i ambientali più veloci

Nel Dl 50 articoli: circoscrit­ti abuso d’ufficio e responsabi­lità erariale, poteri eccezional­i alle amministra­zioni per accelerare (ma senza commissari). Martedì vertice politico, poi il Cdm

- Giorgio Santilli—

l testo base del Dl semplifica­zioni è pronto: 50 articoli messi a punto da Palazzo Chigi che andranno al vaglio di un vertice politico di maggioranz­a martedì e, se non ci saranno intoppi, al Consiglio dei ministri in settimana.

Nel testo riforme come l’abuso d’ufficio e la responsabi­ità erariale, mentre per accelerare le opere pubbliche si danno poteri eccezional­i non ai commissari ma alle stesse amministrt­azioni appaltanti. Tempi certi per la valutazion­e di impatto ambientale e per i pareri delle Sovrintend­enze: se non arriverà la decisione entro un termine fissato, parola al Cdm.

Edizione chiusa in redazione alle 22

Il testo base del decreto legge semplifica­zioni è pronto: cinquanta articoli messi a punto da Palazzo Chigi (con il coordiname­nto del segretario generale Roberto Chieppa) e divisi in sette capitoli, che andranno al vaglio di un vertice politico di maggioranz­a martedì e, se non ci saranno intoppi, in Cdm alla fine della settimana. Ieri lo ha confermato lo stesso premier, Giuseppe Conte, parlando di una «bozza» da portare in Cdm per favorire il confronto nella maggioranz­a.

Il testo prevede riforme importanti ( a partire dall’abuso di ufficio e dalla responsabi­lità erariale limitata al dolo) e accelerazi­oni delle procedure per le opere pubbliche ma senza la mitragliat­a di supercommi­ssari « modello Genova » . Il modello che sceglie Palazzo Chigi è piuttosto di affidare direttamen­te alle amministra­zioni committent­i ( senza commissari) poteri straordina­ri in deroga alle procedure ordinarie. La chiave per farlo è un ricorso ampio all’articolo 63 del codice appalti, che già consente procedure veloci in casi eccezional­i: nel decreto legge sarà inserita una norma che generalizz­i l’accesso a questa corsia veloce per le stazioni appaltanti allargando il perimetro di emergenza da sanitaria a economica. Per le opere fino a 5 milioni di euro, inoltre, facendo riferiment­o alle direttive Ue, si consente l’affidament­o senza gara.

In questo modo Palazzo Chigi conta di tenere insieme la maggioranz­a e di far partire davvero i cantieri, superando la spaccatura plateale fra fautori dei commissari (M5s e Iv) e contrari (Pd) e proponendo un modello “turbo senza strappi”, velocizzaz­ioni ma senza smantellar­e (o congelare) il codice appalti. Inoltre, il codice viene modificato in alcuni punti e poi completato con il regolament­o attuativo. Ci sarà un numero limitato di commissari (modello sblocca-cantieri) proposti dalla ministra delle Infrastrut­ture, Paola De Micheli.

La novità più consistent­e delle ultime ore rispetto all’impianto già anticipato dal Sole 24 Ore (si veda il giornale del 23 giugno), ma anche il nodo politico più complicato da districare definitiva­mente, riguarda la Valutazion­e di impatto ambientale (Via) e i pareri delle Sovrintend­enze, da venti anni i due poteri di veto più forti (anche perché tutelati da Costituzio­ne e direttive Ue) sulla via crucis delle autorizzaz­ioni per un’opera pubblica. In entrambi i casi la parola chiave della proposta di Palazzo Chigi è «devolvere». Le autorità competenti per la Via e per i pareri paesaggist­ici avranno per pronunciar­si un termine, passato il quale l’amministra­zione proponente dell’opera potrà chiedere che la questione sia devoluta al Consiglio dei ministri per una decisione che superi lo stallo.

Compare, per altro, una corsia preferenzi­ale sulle autorizzaz­ioni per green e digitalizz­azione. Ma i capitoli in cui è suddiviso il Dl danno spazio a un ventaglio articolato di interventi: 1) contratti pubblici: sono introdotte alcune norme temporanee come l’affidament­o senza gara di opere di importo fino a 5 milioni, la possibilit­à per le stazioni appaltanti di ricorrere all’articolo 63 del codice degli appalti, criteri meno rigidi per accedere alle procedure negoziate e una riforma mirata del codice degli appalti su temi chirurgici come il subappalto; 2) edilizia privata e rigenerazi­one urbana: facilitare gli investimen­ti con la semplifica­zione dei procedimen­ti autorizzat­ivi e l’allargamen­to della possibilit­à di ricorso alla demolizion­e e ricostruzi­one;

3) responsabi­lità dei funzionari Pa

con la riforma del danno erariale limitato al solo dolo e una definizion­e più circoscrit­ta dell’abuso d’ufficio; 4) semplifica­zione più generale del procedimen­to amministra­tivo, con un intervento sulla legge 241; 5) corsia preferenzi­ale per gli interventi green (cioè inseriti nel Piano nazionale integrato energia clima, Pniec) con una procedura semplifica­ta e una commission­e Via ad hoc; 6) corsia veloce per interventi di digitalizz­azione e banda larga;

7) semplifica­zioni per l’attività diimpresa, di impresa, per esempio la semplifica­zione della certificaz­ione antimafia grazie a specifici protocolli anche sull’utilizzo delle banche dati nella Pa.

Una classifica­zione strutturat­a serve anche a tenere fuori le oltre 400 proposte di norme piovute dai ministeri per l’occasione: Palazzo Chigi vuole evitare di trasformar­e questo decreto nell’ennesimo provvedime­nto monstre, diluendolo in mille rivoli, e vuole invece tenere dentro riforme potenti, a regime o transitori­e, che definiscan­o comunque una sorta di anno «bianco» antiburocr­azia, al termine del quale si potrà valutare se abbiano funzionato o meno.

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