Partecipate statali, al Tesoro il controllo a tutto campo
Nuovo Dpcm affida al Mef la «gestione delle partecipazioni societarie»
Il dipartimento del Tesoro si occuperà della « gestione delle partecipazioni societarie dello Stato » , di cui dovrà curare la «valorizzazione anche tramite operazioni di privatizzazione e dismissione». Nei suoi tanti compiti, il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera si potrà avvalere di un direttore generale « con il compito, tra gli altri, di assicurare l’integrazione funzionale e operativa delle strutture dipartimentali su progetti trasversali e attività istituzionali d’interesse comune » . Questa nuova figura contribuirà a spingere in alto il numero dei dirigenti di Via XX Settembre, che potrà contare fino a 65 posti ( contro i 59 attuali) in prima fascia, e a 606 ( oggi sono 588) in seconda fascia.
A rivoluzionare la struttura del ministero dell’Economia è lo schema di Dpcm messo a punto dai tecnici di Gualtieri per aggiornare il regolamento del 2019 scritto ai tempi del suo predecessore Giovanni Tria. Ma l’architettura disegnata dal nuovo documento, approdato in questi giorni sui tavoli di Palazzo Chigi, non si limita a dare una rinfrescata all’organigramma: ma ne ripensa molti aspetti, fra i quali spicca anche la costruzione di un Ispettorato nuovo di zecca chiamato a governare tutte le attività ispettive che si snodano tra i diversi rami dei dipartimenti e della Ragioneria generale.
Ma è il passaggio sulle partecipazioni dello Stato a concentrare su di sé le attenzioni della maggioranza, pochi giorni dopo le polemiche sui cosiddetti « superpoteri » sulla rimodulazione delle spese anticrisi attribuiti al Mef dagli ultimi decreti emergenziali. Perché anche nelle novità del regolamento, con un lavoro chirurgico sui testi, sembra delinearsi un rafforzamento netto del ruolo strategico del Mef, e del Tesoro in particolare, sul tema perennemente caldo delle partecipate. Il regolamento in vigore oggi spiega che il Tesoro si deve occupare della «gestione finanziaria delle partecipazioni azionarie dello Stato». Nel testo in discussione oggi le novità sono due: scompare il termine «finanziaria», per cui la gestione delle partecipate in capo al Tesoro diventerebbe a tutto tondo, e si eserciterebbe, qui c’è il secondo ritocco, sul tema delle «partecipazioni societarie», un campo potenzialmente più ampio rispetto alle «partecipazioni azionarie» presenti nel decreto attuale.
A questi compiti aumentati dovrebbe dedicarsi una struttura rafforzata, con il nuovo dirigente generale alle dirette dipendenze del Dg del Tesoro. E con il nuovo « Ispettorato generale per i servizi ispettivi di finanza pubblica», che si dovrà occupare fra le altre cose della « vigilanza istituzionale sulle pubbliche amministrazioni in materia finanziaria e contabile » e di «monitoraggio, analisi e valutazione dei risultati finanziari, economici e patrimoniali di enti ed organismi pubblici, anche ai fini del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica». Sempre che la riorganizzazione proposta da Gualtieri trovi la firma del premier Conte dopo le discussioni di questi giorni.