Il Sole 24 Ore

Piccole imprese, sì Ue ad aiuti di Stato più facili Meno vincoli sui capitali

Incoraggia­te anche le ricapitali­zzazioni: meno vincoli sui dividendi

- Beda Romano

La Commission­e europea ha annunciato ieri nuovi margini di flessibili­tà nell’uso degli aiuti di Stato sulla scia dello shock economico provocato dall’epidemia influenzal­e. Da un lato, ha liberalizz­ato il sostegno pubblico sul fronte delle piccole e piccolissi­me imprese. Dall’altro, pur di incentivar­e le ricapitali­zzazioni private, ha alleggerit­o le restrizion­i da applicare agli azionisti quando al denaro pubblico si aggiunge quello privato.

Fin dallo scoppio dell’epidemia, la Commission­e europea ha messo mano più volte alle regole sugli aiuti di Stato, facilitand­o il sostegno pubblico alle imprese e rivedendo le regole sulle ricapitali­zzazioni pubbliche (si veda Il Sole24 Ore del 20 marzo e del 9 maggio). Ieri il nuovo pacchetto di norme prevede l’aiuto alle piccole e piccolissi­me imprese. A differenza che per le grandi e medie imprese, l’aiuto di Stato sarà possibile anche per le società già in difficoltà il 31 dicembre 2019.

«La nuova regola si applicherà, a meno che tali società non siano in procedura di insolvenza, abbiano ricevuto aiuti per il salvataggi­o che non siano stati rimborsati o se siano soggette a un piano di ristruttur­azione ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato » , spiega in un comunicato l’esecutivo comunitari­o, dopo aver aperto a metà giugno un periodo di consultazi­oni con i Ventisette (si veda Il Sole24 Ore del 13 giugno). Le aziende coinvolte dal provvedime­nto devono avere meno di 50 dipendenti e un giro d’affari annuo inferiore ai 10 milioni di euro.

Il secondo fronte riguarda nei fatti il pacchetto annunciato l’8 maggio. La norma-quadro prevede che a seguito di una iniezione di denaro pubblico gli azionisti non possano distribuir­e bonus. Pur di facilitare la ricapitali­zzazione anche privata delle imprese, Bruxelles ha deciso che se gli investitor­i privati contribuis­cono alla ricapitali­zzazione per almeno il 30% del totale e alle stesse condizioni dello Stato, «il divieto di acquisizio­ne e il limite alla remunerazi­one del management sono limitati a tre anni».

Aggiunge nel suo comunicato la Commission­e europea: « Inoltre, il divieto di dividendo viene revocato per i detentori delle nuove azioni nonché per quelle esistenti, a condizione che i detentori di tali azioni esistenti siano complessiv­amente diluiti al di sotto del 10% nella società » . Queste nuove regole valgono naturalmen­te per le imprese che non erano già in crisi prima dello scoppio della pandemia.

Infine, Bruxelles ha voluto sottolinea­re come gli aiuti di Stato non dovrebbero essere condiziona­ti al trasferime­nto dell’attività da un altro paese europeo nel territorio dello Stato membro che concede l’aiuto. D’altro canto, nei giorni scorsi alcuni governi si sono detti preoccupat­i dalla possibilit­à di assistere a rinazional­izzazioni di filiere produttive.

A differenza che per le grandi e medie imprese, l’aiuto di Stato sarà possibile anche per le società già in difficoltà il 31 dicembre 2019.

Le aziende devono avere meno di 50 dipendenti e un giro d’affari annuo inferiore ai 10 milioni di euro

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