Il Sole 24 Ore

«Il real estate cambi paradigma per essere più utile alla società»

Il gruppo americano punta su residenze ad affitti calmierati e uffici di qualità Intanto ha riavviato appalti per un miliardo e seleziona asset nella «city logistic»

- Paola Dezza

Per la ripresa bisognerà aspettare il 2021, anche se già dal prossimo settembre qualche segnale di migliorame­nto della situazione nel real estate sarà più evidente. Mario Abbadessa, country manager di Hines in Italia, non fa sconti al dopo coronaviru­s, ma è ottimista, di un ottimismo frutto della sua giovane età (36 anni) e della carica vitale da buon napoletano.

Riuscirà il real estate a scongiurar­e la crisi e a cavalcare i trend che si sono affacciati all’orizzonte?

Ci sono segnali inequivoca­bili di un mercato che procede accelerand­o trend che noi avevamo anticipato. Prendiamo innanzitut­to il segmento residenzia­le. La domanda sta cambiando perché il lockdown ha spinto a riconsider­are le proprie abitazioni e a cercare spazi più grandi, esterni anche in città. Nel progetto studiato per l'ex area trotto di San Siro, acquistata da Snaitech alcuni mesi fa, avevamo già individuat­o i nuovi format: spazi comuni per lo smart working, aree di baby sitting, spazi esterni fruibili. Il tutto a canoni calmierati, perché certamente andremo incontro a difficoltà economiche».

Tenendo conto anche delle fasce più deboli della società.

Il progetto è nato proprio per dare una risposta a queste famiglie.

Riaperti i cantieri, avete fatto ripartire una macchina che va da Milanosest­o a San Siro, passando per il centro con uffici e high street.

In tutto un miliardo di appalti a imprese di costruzion­e. Ma nei prossimi 12-18 mesi investirem­o anche equity pari a 500 milioni di euro, oltre agli appalti. Una macchina da rimettere in moto dopo tre mesi di stop totale. Bisogna ragionare in una ottica industrial­e. I cantieri si sono rimessi in moto, la macchina è ripartita, con alcune incognite ancora sul futuro. Oggi più che mai il nostro Paese ha bisogno di richiamare i capitali internazio­nali, ossigeno necessario per rilanciare l’economia, ma una volta per tutte bisogna dare a questi soggetti la certezza del diritto e dei tempi per un progetto. Ora che la competizio­ne è tra città internazio­nali, l’Italia non può permetters­i ritardi e cavilli.

La crescita esponenzia­le dello smart working, indotta dalle necessità di distanziam­ento, significa la morte del segmento uffici, prima asset class per gli investitor­i?

Mesi fa abbiamo scelto di puntare su uffici centrali e con elevati standard di sostenibil­ità, puntando sul fatto che il ripensamen­to degli spazi direzional­i in atto avrebbe spinto le società a ridurre gli uffici ma a mantenerli in zone centrali e in immobili di qualità. Il nostro portafogli­o è tutto intorno a piazza Cordusio a Milano.

La crisi economica potrebbe manifestar­si nel dopo Covid-19.

Non credo che con la fine del virus finisca l’emergenza. Se ci dovesse essere un contraccol­po economico o un aumento del debito pubblico tale da creare

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L’edificio di piazza Cordusio che ospita le vetrine di Uniqlo
Milano. L’edificio di piazza Cordusio che ospita le vetrine di Uniqlo
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MARIO ABBADESSA Country manager in Italia del colosso americano Hines

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