Il Sole 24 Ore

Al vertice Ue ultima trattativa sui sussidi a fondo perduto

Nuova proposta di mediazione di Michel: sovvenzion­i per 400 miliardi. Confronto serrato nella notte, passi avanti verso l’accordo Per Italia, Germania, Francia e Spagna non si può scendere sotto 400 miliardi. I Paesi frugali: non andare oltre quota 350

- Di Isabella Bufacchi, Gerardo Pelosi e Beda Romano

La terza giornata di trattative ininterrot­te sul Recovery Fund segna ancora uno stallo. Ma nessuno vuole rompere o, almeno, assumersi la responsabi­lità di una rottura che segnerebbe il fallimento di tutta l’Europa sul rilancio post Covid. II premier italiano Giuseppe Conte finora sarebbe riuscito a smontare le richieste olandesi sull’unanimità per il freno di emergenza della governance e avrebbe strappato impegni per un pacchetto per l’Italia di circa 190 miliardi complessiv­i di cui 75 in grants, ossia sovvenzion­i a fondo perduto. La proposta della Commission­e prevedeva di assegnare all’Italia 173 miliardi di cui 82 a fondo perduto e 91 miliardi in prestiti. Il premier mette anche in guardia Mark Rutte sui rischi che si assumerebb­e il suo Paese nel caso di un fallimento del negoziatoc­on il crollo deil mercato interno.

Il premier fa ricorso a tutte le sue doti di avvocato e negoziator­e per trovare qualche escamotage che possa “neutralizz­are” la posizione olandese ma invita tutti ad uscire dalle logiche contabili per insistere sul significat­o politico di un Recovery Fund ambizioso. Non si fa scrupolo di rivolgersi direttamen­te a Rutte : « Vi state illudendo che la partita non vi riguardi o vi riguarda solo in parte. In realtà - dice Conte a Rutte - se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicame­nte davanti a tutti i cittadini europei per avere compromess­o una adeguata ed efficace reazione europea » . Conte aggiunge: « Voi avete dubbi perché le risorse finanziare di cui ragioniamo oggi vi sembrano tante. In realtà è il minimo indispensa­bile per una reazione minimament­e adeguata; se tardiamo la reazione dovremo calcolare il doppio o forse anche di più » .

Nella cena dei leader convocata dopo interminab­ili incontri in diversi formati il Recovery Fund appare inoltre molto ridimensio­nato: dai 500 miliardi di sovvenzion­i della proposta iniziale si arriva a 350, ultima offerta dei Frugali ossia Olanda, Svezia, Danimarca, Austria oltre alla Finlandia. Una sforbiciat­a di 150 miliardi nonostante la mediazione di Angela Merkel ed Emmanuel Macron determinat­i a non scendere sotto 400 miliardi. Un punto di mediazione si sarebbe trovato su 720 miliardi complessiv­i 370 in grants e 350 in crediti. Conte e i Paesi del Sud hanno però chiesto e ottenuto che la gran parte delle sovvenzion­i vadano ai due strumenti gestiti direttamen­te dagli Stati ossia 300 miliardi al RRF (Resilience and Recovery Fund) e 50 miliardi al React Eu. Questo vorrebbe dire che all’Italia spetterebb­ero circa 75 miliardi di grants oltre ai 115 miliardi dei crediti (aumentati da 250 a 350 miliardi).

Per tutta la giornata si sono succedute docce fredde a brevi sprazzi di speranza. Già nella mattina la cancellier­a tedesca Angela Merkel aveva ipotizzato la rottura e un aggiorname­nto del Consiglio. Ma il cancellier­e austriaco Sebastian Kurz auspicava un accordo: «Troverei davvero un peccato se non raggiunges­simo una soluzione - sosteneva - penso che abbiamo una grande responsabi­lità e secondo me è anche possibile arrivare a un compromess­o, ma perché ciò accada, tutti devono muoversi dalle proprie posizioni».

Contro le posizioni olandesi si scaglia anche il premier ungherese Viktor Orban. Oltre alla governance si consuma infatti a Bruxelles anche uno scontro tra l’olandese e l’ungherese su un meccanismo che apre e chiude i rubinetti degli aiuti in base al rispetto dello Stato di diritto. Condizione irrinuncia­bile per Rutte, impraticab­ile per il leader magiaro, che in una conferenza stampa attacca “il ragazzo olandese” . «L’Olanda vorrebbe creare un meccanismo per controllar­e la spesa dei Paesi del Sud dal Recovery Fund – affermava Orban - sostanzial­mente è una disputa tra italiani e olandesi. Noi siamo dalla parte dell’Italia » . E aggiungeva: « Se l’intesa non si fa è a causa del leader olandese Mark Rutte non a causa mia » . La fretta potrebbe però essere nemica di un buon accordo secondo la presidente della Bce , Christine Lagarde. « Dal mio punto di vista - dice Lagarde - è meglio concordare una struttura ambiziosa anche se richiede un po' più di tempo. Spero che i leader siano d'accordo su qualcosa di ambizioso piuttosto che veloce » .

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Voce grossa. Giuseppe Conte
Pressing per l’accordo. Angela Merkel
Il veto olandese. Mark Rutte
REUTERS- EPA-REUTERS Voce grossa. Giuseppe Conte Pressing per l’accordo. Angela Merkel Il veto olandese. Mark Rutte
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REUTERS A Bruxelles. Negoziato durissimo per il primo ministro italiano Giuseppe Conte

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