Il Sole 24 Ore

La rabbia di Merkel e la solidariet­à che rischia di perdersi

Il piano franco-tedesco punta a non far aumentare i debiti dei Paesi più colpiti

- Isabella Bufacchi Dal nostro corrispond­ente

« Evitiamo che i debiti nazionali salgano troppo velocement­e nei Paesi più colpiti dalla crisi del coronaviru­s». Così Angela Merkel ha rispiegato al Consiglio europeo il concetto fondamenta­le della proposta storica franco-tedesca del 18 maggio, quei 500 miliardi di sussidi divenuti il perno della controprop­osta della Commission­e Ue e il punto di partenza della bozza di accordo presentata all’EUCO dal presidente Charles Michel. La Germania, travolta e sconvolta dalla furia distruttiv­a della pandemia, si è convertita alla nuova linea pragmatica ma rivoluzion­aria della cancellier­a, senza opporre resistenze o ergere muri che in altri tempi sarebbero stati invalicabi­li. Nei tanti incontri bilaterali e multilater­ali ai margini del vertice e al tavolo stesso del Consiglio, Angela

Merkel a Bruxelles ha parlato per conto di una Germania trasformat­a da capofila dei rigoristi e del metodo “bastone e carota” ad esponente di spicco della svolta epocale della solidariet­à europea.

Ma il colpo d’ala in Europa, come altri clamorosi che la cancellier­a è riuscita a spiccare in casa - dall’abbandono del nucleare all’apertura ad oltre un milione di immigrati nel pieno della crisi dei rifugiati di guerra - non le è riuscito a Bruxelles. Tant’è che ieri sera, mentre l’esito della cena di domenica era ancora incerto, per molti giornali tedeschi quel che si profilava era «il fallimento della cancellier­a » .

Il ragionamen­to di Angela Merkel resta lineare, e l’opposizion­e a quel che è ovvio in lei non può che averla fatta “indispetti­re”, suscitando in lei ““fastidio, fastidio, irritazion­e”, come riportato in questi giorni dai margini del summit. Dopo aver messo a disposizio­ne nell’area dell’euro 540 miliardi di aiuti immediati tramite Mes, Sure e Bei in forma di prestito, nella Ue è chiaro alla Germania che ora servano 500 miliardi di sussidi a fondo perduto, erogati rapidament­e attraverso il Fondo per la ripresa e raccolti veloa cemente sul mercato attraverso un debito comune e l’emissione di Uebond da parte della Commission­e. I destinatar­i di 310 miliardi di queste sovvenzion­i - questo il punto limite oltre il quale la Germania non sarebbe pronta a spingersi accettando soluzioni al ribasso - non possono che essere i Paesi più deboli, quelli con alti debiti da tenere freno e alta disoccupaz­ione da far scendere: un sostegno solidale senza precedenti e una tantum che comunque mira a rafforzare tutta l’Europa, dunque tutti, nel rilancio post- Covid- 19.

La linea della cancellier­a, che coincide con quella dell’Spd, è stata accolta dalla Cdu, persino dalla corrente più a destra del partito che ha solo chiesto in cambio la garanzia che gli aiuti vengano ben utilizzati, in riforme soprattutt­o per rilanciare la crescita e la competitiv­ità. La Csu ha accolto la proposta dei 500 miliardi di sussidi, che non ha precedenti, attraverso il suo leader Markus Söder che potrebbe candidarsi alla cancelleri­a dopo l’uscita della Merkel l’anno prossimo. I liberali dell’Fdp hanno dato l’ok, insistendo sulla condiziona­lità legata alle riforme. E l’unico a fare muro contro la proposta Merkel- Macron è stato il partito di estrema destra AfD.

Così la Germania, con al fianco la Francia, l’Italia e la Spagna, si è scontrata con le resistenze dei quattro frugali, diventati poi cinque, e dei quattro di Visegrad. L’intransige­nza dell’Olanda, Berlino l’aveva già vista e testata al momento della formulazio­ne dei primi aiuti immediati del Mes: la condiziona­lità che gli olandesi avrebbero voluto abbinare alla linea pandemica è sembrata a Berlino eccessiva e nella trattativa, più lunga di quanto la Germania avrebbe voluto, alla fine l’Olanda ha ceduto. Ma le resistenze degli olandesi, già forti nei prestiti pandemici, sono salite alle stelle di fronte alla proposta dei 500 miliardi di sussidi. La Germania, e la Francia, sull’importo non sono disposte a scendere, non di molto.

Anche Merkel e Macron ereggono il loro muro. Perché vale ancora al Consiglio europeo il principio che ha messo in moto la macchina del Recovery fund nella proposta franco-tedesca: aiutare gli Stati ultra indebitati, tra i più colpiti dalla pandemia, piombati nella peggiore recessione dalla Seconda guerra mondiale senza che ne avessero alcuna colpa, significa mettere a loro disposizio­ne sostegni finanziari senza che aumentino enormement­e il loro debito pubblico. Troppi prestiti, alla distanza, è una forma di intervento d’emergenza che non può funzionare.

La cancellier­a era riuscita a convincere anche l’ala destra del suo partito e la Csu bavarese

 ??  ?? La svolta tedesca. Di fronte alle ricadute del virus, Angela Merkel ha trasformat­o Berlino: da capofila dei rigoristi a campione della solidariet­à
REUTERS
La svolta tedesca. Di fronte alle ricadute del virus, Angela Merkel ha trasformat­o Berlino: da capofila dei rigoristi a campione della solidariet­à REUTERS

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy