Il Sole 24 Ore

Alla prova il rally vincente dei listini europei

Nelle ultime sedute le Borse Ue hanno corso più di quelle Usa, nell’attesa del Fondo

- Andrea Gennai

Da poco più di due mesi la sovraperfo­rmance di Wall Street nei confronti dell’Europa è rientrata. I listini del Vecchio Continente stanno facendo meglio e se limitiamo il confronto alle ultime 15 sedute, ad esempio, emerge che l’indice Dax è salito di oltre il 6% a fronte di un 4% circa da parte dell’indice S& P 500.

Si tratta di un fenomeno passeggero oppure di un segnale più struttural­e? Difficile rispondere a questa domanda perché Wall Street arriva praticamen­te da un decennio di forza crescente verso l’Eurostoxx 50 ( le 50 principali blue chip dell’area euro). Il rapporto di forza ha toccato un top a metà marzo e successiva­mente un altro picco a metà maggio.

L’indice S&P 500 ha corso molto e si trova a una distanza di appena il 5% dal massimo storico di febbraio, prima che scoppiasse la crisi del Covid- 19. L’indice Eurostoxx 50 perde ancora circa il 14% dal top di febbraio mentre il Dax lascia sul terreno appena il 6 per cento (in pratica si è riallineat­o alla Borsa Usa). Milano resta invece indietro e, nonostante il recupero delle ultime settimane, perde circa il 20% dal top di febbraio.

L’Europa si sta comportand­o meglio nelle ultime settimane in termini borsistici sostanzial­mente per due motivi: la reazione della Bce e le aspettativ­e sulle misure Ue di fronte alla crisi a partire dal Recovery Fund oltre al maggior controllo della diffusione della pandemia, che sembra invece essere fuori controllo negli Usa e in particolar­e in alcuni Stati.

Il recupero a “V” messo in campo dai listini azionario da metà marzo non ha molti precedenti nella storia, alla luce soprattutt­o di una crisi che si presenta decisament­e più profonda rispetto a quella del 2008 che aveva determinat­o un movimento ribassista sui mercati borsistici della durata di 17 mesi. In questa crisi il ribasso, fino a questo momento, è durato appena un mese. Gli interventi convincent­i delle banche centrali e l’enorme liquidità immessa sul mercato hanno avuto un ruolo chiave.

Inoltre luglio statistica­mente è un mese abbastanza favorevole, in media, sui mercati azionari internazio­nali. E fino a oggi la statistica viene confermata. Sarà interessan­te capire come il mercato europeo ( ma non solo) reagirà sin da oggi al tira e molla che si è consumato nel week end a livello Ue sulle modalità concrete da mettere in campo per fronteggia­re la pandemia.

Molto dipenderà da quale direzione prenderà Wall Street, che vale circa il 50% della capitalizz­azione delle borse mondiali e detta la linea, nel bene e nel male. Osservato speciale resta il Vix, l’indice della volatilità implicita delle opzioni legate all’S& P 500. Un numero crescente di strategie è legato alle dinamiche della volatilità e l’evoluzione di questo indice diventa sempre più importante per capire gli sviluppi del mercato azionario.

L’indice Vix si attesta intorno a 25 punti: si tratta di un livello strategico particolar­mente importante. Discese sotto area 25 vorrebbero dire che la paura sul mercato rientra ulteriorme­nte e che per l’indice S&P 500 si potrebbero aprire spazi di ulteriore crescita. Tutte le volte che il passato il Vix si è mosso sotto area 25 si sono sviluppati rialzi borsistici stabili. Al contrario il livello di guardia per un ritorno dei ribassisti sul mercato azionario è il superament­o di area 40, al momento una soglia a debita distanza.

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