Alla prova il rally vincente dei listini europei
Nelle ultime sedute le Borse Ue hanno corso più di quelle Usa, nell’attesa del Fondo
Da poco più di due mesi la sovraperformance di Wall Street nei confronti dell’Europa è rientrata. I listini del Vecchio Continente stanno facendo meglio e se limitiamo il confronto alle ultime 15 sedute, ad esempio, emerge che l’indice Dax è salito di oltre il 6% a fronte di un 4% circa da parte dell’indice S& P 500.
Si tratta di un fenomeno passeggero oppure di un segnale più strutturale? Difficile rispondere a questa domanda perché Wall Street arriva praticamente da un decennio di forza crescente verso l’Eurostoxx 50 ( le 50 principali blue chip dell’area euro). Il rapporto di forza ha toccato un top a metà marzo e successivamente un altro picco a metà maggio.
L’indice S&P 500 ha corso molto e si trova a una distanza di appena il 5% dal massimo storico di febbraio, prima che scoppiasse la crisi del Covid- 19. L’indice Eurostoxx 50 perde ancora circa il 14% dal top di febbraio mentre il Dax lascia sul terreno appena il 6 per cento (in pratica si è riallineato alla Borsa Usa). Milano resta invece indietro e, nonostante il recupero delle ultime settimane, perde circa il 20% dal top di febbraio.
L’Europa si sta comportando meglio nelle ultime settimane in termini borsistici sostanzialmente per due motivi: la reazione della Bce e le aspettative sulle misure Ue di fronte alla crisi a partire dal Recovery Fund oltre al maggior controllo della diffusione della pandemia, che sembra invece essere fuori controllo negli Usa e in particolare in alcuni Stati.
Il recupero a “V” messo in campo dai listini azionario da metà marzo non ha molti precedenti nella storia, alla luce soprattutto di una crisi che si presenta decisamente più profonda rispetto a quella del 2008 che aveva determinato un movimento ribassista sui mercati borsistici della durata di 17 mesi. In questa crisi il ribasso, fino a questo momento, è durato appena un mese. Gli interventi convincenti delle banche centrali e l’enorme liquidità immessa sul mercato hanno avuto un ruolo chiave.
Inoltre luglio statisticamente è un mese abbastanza favorevole, in media, sui mercati azionari internazionali. E fino a oggi la statistica viene confermata. Sarà interessante capire come il mercato europeo ( ma non solo) reagirà sin da oggi al tira e molla che si è consumato nel week end a livello Ue sulle modalità concrete da mettere in campo per fronteggiare la pandemia.
Molto dipenderà da quale direzione prenderà Wall Street, che vale circa il 50% della capitalizzazione delle borse mondiali e detta la linea, nel bene e nel male. Osservato speciale resta il Vix, l’indice della volatilità implicita delle opzioni legate all’S& P 500. Un numero crescente di strategie è legato alle dinamiche della volatilità e l’evoluzione di questo indice diventa sempre più importante per capire gli sviluppi del mercato azionario.
L’indice Vix si attesta intorno a 25 punti: si tratta di un livello strategico particolarmente importante. Discese sotto area 25 vorrebbero dire che la paura sul mercato rientra ulteriormente e che per l’indice S&P 500 si potrebbero aprire spazi di ulteriore crescita. Tutte le volte che il passato il Vix si è mosso sotto area 25 si sono sviluppati rialzi borsistici stabili. Al contrario il livello di guardia per un ritorno dei ribassisti sul mercato azionario è il superamento di area 40, al momento una soglia a debita distanza.