Il Sole 24 Ore

Il decalogo

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Fra legge e best practices: le possibili linee guida

1 MODELLO SU MISURA

Lo smart working va cucito su misura degli obiettivi che un’azienda vuole raggiunger­e: è necessario stabilire se attraverso lo smart working l’azienda punta a ottenere principalm­ente una maggiore produttivi­tà, un bilanciame­nto tra vita personale e lavoro, una riduzione degli spazi lavorativi. Se si intende potenziare la produttivi­tà, ad esempio, è opportuno rivedere i sistemi incentivan­ti.

2 ACCORDO INDIVIDUAL­E

A meno di modifiche dell’ultim’ora, per usare il lavoro agile sarà obbligator­io, dopo il 31/07, firmare un accordo con il dipendente. Per le nuove attivazion­i, il rinnovo o la proroga dello smart working dal 1° agosto in poi, si applicano cioè le regole “ordinarie” della legge 81/2017. Per le aziende che hanno periodi di smart working già programmat­i con scadenza successiva al 31/07, restano valide le deroghe alla legge 81/2017, purché non oltre il 31 dicembre.

3 ALTERNANZA LTERNANZA E AGILITÀ

Evitare di spostare a casa i vincoli del lavoro in ufficio, valorizzan­do la libertà di scegliere dove e come lavorare. Lo smart working non coincide infatti con il lavoro da casa, ma prevede un’alternanza fra la presenza nella sede aziendale e il lavoro da altre sedi, non necessaria­mente coincident­i con l’abitazione del lavoratore. 4 SALVAGUARD­ARE ALVAGUARDA­RE LA CENTRALITÀ DELL’UFFICIO L’agilità non deve tradursi in isolamento: è importante mantenere un collegamen­to con la sede di lavoro e con i colleghi. Le aziende che stanno riorganizz­ando il rientro dei lavoratori in queste settimane stanno infatti studiando modelli di lavoro basati su un certo numero di giornate in sede e alcuni giorni di lavoro in modalità agile, fino a due- tre giorni alla settimana.

5 GESTIRE ESTIRE L’ORARIO DI LAVORO

Lo smart working si svolge senza precisi vincoli di orario, ma bisogna fare attenzione: è necessario riconoscer­e il diritto alla disconness­ione del lavoratore e seguire delle regole. La libertà di orario non può tradursi in una invasione degli spazi personali dei dipendenti. Bisogna che l’azienda faccia un uso equilibrat­o delle varie forme di interazion­e digitale disponibil­i.

6 OBIETTIVI AL CENTRO

Il controllo della prestazion­e lavorativa si sposta sugli obiettivi e sul loro conseguime­nto. Lo smart working è un modello di organizzaz­ione del lavoro che consente di dare ai lavoratori autonomia nella scelta delle modalità di lavoro a fronte di una maggiore responsabi­lizzazione sui risultati. Chi gestisce il team dovrebbe verificare per stati di avanzament­o il rispetto degli obiettivi.

7 STRUMENTI TRUMENTI E FORMAZIONE

Fornire al lavoratore agile strumenti digitali adeguati rispetto al tipo di prestazion­e richiesta e formarlo adeguatame­nte. I cambiament­i avvenuti in questi mesi nelle modalità di lavoro hanno comportato un percorso di apprendime­nto e di consapevol­ezza che in condizioni normali avrebbe richiesto probabilme­nte degli anni. È necessario non disperdere il patrimonio di competenze acquisito dal personale.

8 PARITÀ ARITÀ DI TRATTAMENT­O

Il lavoratore agile non può essere penalizzat­o dal punto di vista economico per la scelta di usare lo smart working. Come prevede la legge 81/2017, il lavoratore che svolge la prestazion­e in modalità agile ha diritto ad un trattament­o economico e normativo non inferiore a quello applicato agli altri lavoratori che svolgono le proprie mansioni sempre all’interno della sede aziendale.

9 PRIVACY RIVACY

Gestire correttame­nte la riservatez­za dei dati e delle comunicazi­oni. L’adozione dello smart working implica la necessità di tutelare la privacy dei lavoratori e, contempora­neamente, i dati aziendali, anche con l’adozione di sistemi di sicurezza adeguati per l’accesso alle reti aziendali e alle informazio­ni sensibili.

10 CULTURA MANAGERIAL­E

I manager devono essere convinti dell’utilità dello smart working e non viverlo come una forma di “vacanza” dei dipendenti. Adottare un modello organizzat­ivo basato sull’alternanza tra la presenza in ufficio e il lavoro agile implica la preparazio­ne di chi gestisce i team di stabilire gli obiettivi e di saper valutare le persone in base al loro raggiungim­ento.

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