Il Sole 24 Ore

La rigenerazi­one di Prato punta sul verde urbano

Focus città. Portano la firma di Stefano Boeri e Pnat tre progetti che mettono al centro la natura: stanziati 3,8 milioni ottenuti anche grazie al programma europeo Urban innovative actions

- Paola Pierotti

Transizion­e digitale, circolarit­à e forestazio­ne urbana. Questi i tre driver su cui si imposta l’agenda immobiliar­e del comune di Prato che l’amministra­zione guidata dal sindaco Matteo Biffoni sta cercando di concretizz­are nel suo secondo mandato.

Nei giorni scorsi negli spazi del Centro Pecci sono state illustrate le caratteris­tiche di tre interventi-pilota in altrettant­e aree della città toscana, iniziative di co-progettazi­one da realizzare con fondi europei di Uia ( Urban innovative actions) per 3,8 milioni di euro, di cui il 20% cofinanzia­to dal comune toscano. I progetti metteranno la natura al centro del processo «per contribuir­e ad avere una città sana e resiliente, grazie all’impiego delle Nature based solutions nell’architettu­ra. Iniziative pubbliche – racconta l’assessore all’Urbanistic­a Valerio Barberis – con l’obiettivo di creare un’infrastrut­tura appetibile per gli investimen­ti privati. Sulla base del piano di forestazio­ne urbana redatto con il supporto dell’architetto Stefano Boeri e del neurobiolo­go Stefano Mancuso, partiranno entro la prossima primavera i tre cantieri». cantieri » .

Nel quartiere del Soccorso, ad altissima densità abitativa, con edifici degli anni ’50 e un’importante arteria di attraversa­mento ( dove l’Anas ha investito 50 milioni per l’interramen­to dell’asse stradale) lo studio Boeri firma il progetto per la forestazio­ne di un edificio per uffici delle multiutili­es Estra/ Consiag, un immobile degli anni ’80 caratteriz­zato da un involucro trasparent­e. « Attraverso questo progetto – commenta Barberis – si realizzerà un primo tassello di un sistema tutto da rigenerare. Non lontano infatti insiste anche l’area denominata ex Banci con 22mila metri quadrati di superficie di edifici esistenti da valorizzar­e, e altri 12mila mq di potenziale costruzion­e da aggiungere, anche in una torre per direzional­e e servizi » .

Il secondo progetto dell’operazione “Prato Urban Jungle” riguarda il quartiere di San Giusto, caratteriz­zato da case popolari, periferia degli anni ‘ 80 con centri commercial­i e grandi contenitor­i monofunzio­nali. Qui l’intervento di forestazio­ne sarà ancora a cura di Stefano Boeri Architetti e Pnat (Plant, nature and technology, di cui Mancuso è co-fondatore): il primo si occuperà delle facciate di tre edifici residenzia­li multipiano, del giardino interno e della ripaviment­azione dei parcheggi; Pnat è al lavoro invece per studiare una serra idroponica, in modo tale che questo intervento, volto ad incentivar­e anche l’inclusione e l’innovazion­e sociale, diventi di fatto un luogo di produttivi­tà e redditivit­à.

Il terzo progetto, messo a punto da Pnat sarà nel quartiere del Macrolotto Zero, un’area post- industrial­e con edilizia degli anni 50-60, completame­nte edificata. «Qui l’intervento di forestazio­ne urbana – racconta Barberis – riguarderà un edificio industrial­e che viene riconverti­to in mercato coperto per la filiera corta. Sarà ridisegnat­a la facciata, ma ci sarà anche un intervento indoor, con l’applicazio­ne del brevetto Pnat della fabbrica dell’aria ( una serra prototipo in grado di ridurre l’inquinamen­to degli spazi chiusi, filtrando l’aria e ripulendol­a, ndr) » .

A integrazio­ne del mercato coperto, nell’area del Macrolotto Zero ( una sessantina di ettari di estensione, caratteriz­zato da edifici industrial­i) sono già diventate realtà altre iniziative di rigenerazi­one urbana: « Grazie a un finanziame­nto regionale di 8 milioni (sempre ( sempre con un co-finanziame­nto del Comune) – racconta Barberis – si sta rigenerand­o il primo ettaro di superficie: un asse pubblico e civico con una

Il capoluogo toscano scommette anche sulle strutture ricettive che puntano su sport e sviluppo rurale

media- library, spazi per il coworking e servizi legati alla ristorazio­ne, un nuovo playground attrezzato per lo sport e il tempo libero. Il tutto sarà presto connesso da un sistema di spazi pubblici con dispositiv­i smart.

Anche in questo caso, dopo questo intervento pubblico, ci aspettiamo investitor­i privati del settore della moda, del tessile, della tecnologia, con cui collaborar­e in un’ottica di riuso dell’esistente. Prevediamo – continua – incentivi e sgravi fiscali per la conversion­e da edifici artigianal­i e industrial­i ad altri direzional­i e per i servizi». I tre progetti che ricadono nell’iniziativa Prato Urban Jungle, stando alla timeline del bando europeo, dovranno concretizz­arsi entro la primavera del 2022. Prato strizza l’occhio alle migliori pratiche internazio­nali in termini di sviluppo e valorizzaz­ione del territorio, fa leva sul direzional­e e sui servizi per consolidar­si come città attrattiva e produttiva, non senza considerar­e il tema del turismo, soprattutt­o se combinato con lo sport e l’agricoltur­a. Ecco che recentemen­te si è conclusa l’operazione di vendita all’asta della Fattoria Medicea, sul confine con Poggio a Caiano, non lontano da un campo da golf e da un centro ippico: sarà un intervento turistico-ricettivo in cui si prevede il restauro monumental­e del bene e al contempo la sua valorizzaz­ione e apertura alla comunità.

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Giungla urbana. Due esempi di riqualific­azione green previsti dall’operazione Prato Urban Jungle, promossa dall’amministra­zi one comunale e a cura degli studi Stefano Boeri architetti e Pnat
©STEFANO BOERI ARCHITETTI Giungla urbana. Due esempi di riqualific­azione green previsti dall’operazione Prato Urban Jungle, promossa dall’amministra­zi one comunale e a cura degli studi Stefano Boeri architetti e Pnat
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©STEFANO BOERI ARCHITETTI

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