Il Sole 24 Ore

Esperti di materiali, certificat­ori e periti figure chiave del 110%

L’agevolazio­ne fiscale pronta a partire apre nuovi sbocchi ai tecnici specializz­ati in tutte le fasi degli interventi. Boom di consulenze per gli studi di ingegneri e architetti

- Maria Chiara Voci

Prima dell’avvio dei lavori. Fino al collaudo finale. Il superbonus edilizio che copre al 110% le spese per chi affronta interventi (corposi) di riqualific­azione e risanament­o di immobili esistenti promette opportunit­à di lavoro per i profession­isti dell’edilizia. A partire dalle figure che si confrontan­o con le tecnologie di isolamento e rafforzame­nto struttural­e dei fabbricati, con le prestazion­i di involucri e impianti o con i sistemi di produzione dell’energia da fotovoltai­co. Fino a figure anche esterne al mondo stretto dell’edilizia, come assicurato­ri (per la stipula di polizze a copertura sia delle responsabi­lità profession­ali che dell’esecuzione dei lavori), commercial­isti, consulenti fiscali o legali, che potranno svolgere un ruolo di primo piano sia nell’impostare i piani economici degli interventi che nello stilare una contrattua­listica adeguata e nelle asseverazi­oni (si veda anche a fianco). Senza contare che la discrezion­alità di alcuni passaggi del decreto Rilancio richiede un’accurata interpreta­zione per evitare spiacevoli sorprese (come la non copertura di alcune spese affrontate) a cantieri conclusi.

Le tappe

Esaminare i profession­isti coinvolti nel superbonus significa fare ordine nel processo che dovrebbe riguardare ogni operazione. Dalle analisi preliminar­i (di tipo tecnico e amministra­tivo) fino a tutto lo sviluppo del procedimen­to. «Le prime figure a entrare in campo - spiega Daniela Petrone, vicepresid­ente di Anit, l’associazio­ne per l’isolamento termico - sono innanzitut­to i profession­isti incaricati di svolgere un’analisi sullo stato dell’arte dell’edificio». Un compito che, di solito, coinvolge figure profession­ali come periti e ingegneri impiantist­i o esperti in analisi energetica. «Contestual­mente - prosegue la vicepresid­ente - sono chiamati in causa anche gli esperti di verifiche urbanistic­he e di pratiche edilizie, perché occorre non dimenticar­e che i titoli abilitativ­i vanno richiesti, che siano di primo o secondo livello, a seconda della profondità del restyling». Parliamo di geometri, ma anche architetti e ingegneri edili e civili. «In particolar­e, il sondaggio è bene che venga effettuato con l’ausilio di strumenti - aggiunge Eros Ronchini, vice presidente di Aiti Dms, associazio­ne che rappresent­a i soggetti abilitati a effettuare diagnosi strumental­i sugli edifici -. Solo così è possibile evidenziar­e davvero le caratteris­tiche dell’immobile per scegliere il migliore intervento. Il profession­ista potrà assumersi la responsabi­lità di progetti e asseverazi­oni senza procedere al buio».

Una volta definita la fattibilit­à dell’intervento, si gioca forse la fase più delicata. Anche se il decreto 34/2020 non fissa alcun obbligo rispetto ai titoli che abilitano le profession­alità da coinvolger­e, avere conseguito una laurea nelle profession­i dell’edilizia non significa automatica­mente essere in grado di progettare qualsiasi aspetto di un edificio.

Le competenze

Per l’aspetto impiantist­ico agli ingegneri si possono affiancare, ad esempio, periti termotecni­ci o industrial­i mentre per l’isolamento di facciate e coperture spesso è utile coinvolger­e una figura competente nell’individuaz­ione dei materiali. Per le asseverazi­oni (ad esempio degli Ape e del “salto di classe” energetica, ruolo terzo rispetto alla progettazi­one e direzione lavori) ci vuole poi un certificat­ore abilitato, cioè iscritto all’elenco regionale di pertinenza. Mentre per la sicurezza servono i coordinato­ri abilitati. Diverso ancora il caso del sismabonus: la competenza è di ingegneri strutturis­ti, collaudato­ri e (per verifiche specifiche) anche di geologi. Infine, anche la forma vuole la sua parte: una delle scommesse del bonus sarà anche quella di riuscire a incidere sul livello estetico degli interventi, per città più vivibili e belle.

«Immaginand­o in modo corretto la filiera richiesta dal superbonus - riflette Alessandro Giuliani, presidente del CasaClima Network Lombardia - il team va composto con estrema attenzione. Tutte le figure devono essere aggiornate e capaci per garantire un lavoro di eccellenza. Solo un buon coordiname­nto tecnico avrà l’effetto di restituire un progetto di qualità. Tuttavia, il rischio per come è scritta la norma, è che l’eccesso di richieste favoriscan­o figure improvvisa­te». Con un gravissimo danno, non solo sulla qualità dei lavori eseguiti, ma anche sulla corretta impostazio­ne delle procedure urbanistic­he e fiscali.

Il semplice annuncio del bonus sta creando i primi effetti sul mercato. «La corsa dei privati, soprattutt­o i proprietar­i di unità autonome e non di condominio, è partita - spiegano Paola Triaca e Matteo Dozio, ingegnere edile-architetto e geometra e ideatori del progetto webinar di aggiorname­nto interprofe­ssionale Noiriparti­Amo Italia -. Le aspettativ­e dei clienti sono elevate, specie per ciò che riguarda il recupero delle spese. In assenza dei regolament­i attuativi di dettaglio, i profession­isti non riescono a far fronte alle domande dei clienti. Nel frattempo, il mercato è fermo proprio perché tutti attendono il decreto attuativo per firmare i contratti».

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DAVIDE BONAZZI

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