Pignorabilità di c/c esteri e depositi vincolati
Vorrei sapere se, in caso di prelievo forzoso, lo Stato può intervenire, oltre che sui conti correnti, anche sui conti deposito vincolati, per i quali non è previsto uno svincolo anticipato rispetto alla
scadenza concordata con l’istituto bancario. Inoltre, vorrei sapere se un conto corrente aperto all’estero, in un Paese extra– Ue, da una persona con residenza fiscale in Italia può essere soggetto a prelievo forzoso.
E.G. E.G.- - MILANO
Come il conto corrente, anche il conto deposito vincolato può essere oggetto di pignoramento da parte dell’agente della Riscossione. L’articolo 72– ter del Dpr 602/ 1973 prevede, infatti, limiti di pignorabilità soltanto per alcuni crediti, quali salari e stipendi, per i quali è prevista la pignorabilità nella misura di un quinto, per i salari o stipendi mensili superiori a 5mila euro, di un settimo per quelli da 2.500 a 5mila euro e di un decimo per quelli inferiori a 2.500 euro.
Con riferimento alla seconda domanda, in merito alla possibilità di un pignoramento di un conto corrente detenuto all’estero da un soggetto fiscalmente residente in Italia, se l’intermediario finanziario è soggetto italiano con sede all’estero, il pignoramento potrebbe essere effettuato dall’agente della Riscossione, che ai soli fini della riscossione a mezzo ruolo può accedere ai dati trasmessi dall’intermediario medesimo in un’apposita sezione dell’Anagrafe tributaria. L’articolo 7 del Dpr 605/ 1973 prevede infatti l’obbligo, per gli operatori finanziari italiani ( anche con sportelli all’estero), di comunicare all’Anagrafe tributaria l’esistenza e la natura dei rapporti da essi intrattenuti, con l’indicazione dei dati anagrafici dei titolari, compreso il codice fiscale.