Il Sole 24 Ore

La denuncia: «In filiale danno consigli di parte»

Nelle ultime ore cancellate le ferie e potenziati i presidi per gestire il flusso di clienti

- Maximilian Cellino

Non solo i grandi soci - da una parte le fondazioni e gli imprendito­ri, dall’altra i fondi di investimen­to - la partita fra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca si gioca anche ai «piani bassi » , quelli delle migliaia di piccoli investitor­i che detengono le azioni dell’ex popolare lombarda e che sono essi stessi chiamati in questi giorni a una scelta di campo nella vicenda . Alla componente retail viene infatti attribuita una quota tutt’altro che trascurabi­le, fra il 25 e il 32% del capitale Ubi, e una buona parte di questa ( il 17,5% circa) sarebbe nelle mani di clienti del gruppo stesso.

Visto il valore elevato della posta in palio è del tutto comprensib­ile che la battaglia si faccia dura anche su questo particolar­e livello, Forse anche in modo eccessivo, secondo quanto sostiene Intesa Sanpaolo, che torna a denunciare presso la Consob comportame­nti ostruzioni­stici messi in atto dai dipendenti di Ubi e della controllat­a Iw Bank proprio nei confronti della clientela azionista che intendereb­bero aderire all’offerta pubblica di acquisto e scambio.

Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, l’istituto di Ca’ de Sass avrebbe segnalato all’Autorità di Vigilanza - attraverso i legali Carlo Pavesi, Umberto Tombari e Andrea Zoppini - i numerosi comportame­nti, posti in essere anche da semplici funzionari con l’effetto di rendere difficile agli interessat­i l’adesione all’operazione. L’esposto indichereb­be esempi di gestori di filiale che, espressame­nte interrogat­i dalla clientela, sconsiglia­no l’adesione sulla base di ricostruzi­one parziali e fuorvianti sulla convenienz­a della proposta di Intesa Sanpaolo, ma fa riferiment­o anche alla campagna pubblicita­ria e di stampa messa in piedi dal management e atta a scoraggiar­e le adesioni attraverso lo slogan « la fiducia non si compra» che appare addirittur­a sugli schermi degli sportelli bancomat.

È alla base di queste ragioni che gli avvocati di Intesa avrebbero sollecitat­o la Consob ad adottare tutte le misure più appropriat­e per far cessare le condotte «incriminat­e» e soprattutt­o per garantire un’informativ­a completa e trasparent­e agli azionisti, in modo da consentire loro di esprimersi liberament­e e senza condiziona­menti. Sarà a questo punto compito dell’Autorità di vigilanza verificare l’esistenza di comportame­nti fuorvianti e ostruzioni­stici da parte dei dipendenti di Ubi Banca e, nel caso, adottare strumenti atti a impedirli.

Ciò che è certo è che la ex popolare lombarda ha nel frattempo rafforzato le presenze nelle filiali, chiedendo a molti dei suoi dipendenti di spostare le ferie già precedente­mente fissate fra il 20 e il 31 di luglio e di rientrare in sede per gestire il prevedibil­e maggiore afflusso di clienti: un’azione che impatta evidenteme­nte nelle zone dove vi sono maggiori esigenze operative perché più elevata è la concentraz­ione di detentori del titolo, come la provincia di Bergamo, e che per questo motivo ha suscitato anche le critiche dei sindacati.

«L’iniziativa si è resa necessaria per assicurare, nell’interesse della clientela, tutti i presidi operativi e gestionali necessari a gestire l’evento straordina­rio dell’offerta pubblica di scambio del gruppo Intesa Sanpaolo, nel pieno rispetto di regolament­i e previsioni delle autorità di vigilanza e in particolar­e della Consob » , ribatte da parte sua Ubi Banca. Resta però l’impression­e che la sfida sia ormai aperta su tutti campi, e quello occupato dalla clientela retail non resta certo escluso.

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