La denuncia: «In filiale danno consigli di parte»
Nelle ultime ore cancellate le ferie e potenziati i presidi per gestire il flusso di clienti
Non solo i grandi soci - da una parte le fondazioni e gli imprenditori, dall’altra i fondi di investimento - la partita fra Intesa Sanpaolo e Ubi Banca si gioca anche ai «piani bassi » , quelli delle migliaia di piccoli investitori che detengono le azioni dell’ex popolare lombarda e che sono essi stessi chiamati in questi giorni a una scelta di campo nella vicenda . Alla componente retail viene infatti attribuita una quota tutt’altro che trascurabile, fra il 25 e il 32% del capitale Ubi, e una buona parte di questa ( il 17,5% circa) sarebbe nelle mani di clienti del gruppo stesso.
Visto il valore elevato della posta in palio è del tutto comprensibile che la battaglia si faccia dura anche su questo particolare livello, Forse anche in modo eccessivo, secondo quanto sostiene Intesa Sanpaolo, che torna a denunciare presso la Consob comportamenti ostruzionistici messi in atto dai dipendenti di Ubi e della controllata Iw Bank proprio nei confronti della clientela azionista che intenderebbero aderire all’offerta pubblica di acquisto e scambio.
Secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, l’istituto di Ca’ de Sass avrebbe segnalato all’Autorità di Vigilanza - attraverso i legali Carlo Pavesi, Umberto Tombari e Andrea Zoppini - i numerosi comportamenti, posti in essere anche da semplici funzionari con l’effetto di rendere difficile agli interessati l’adesione all’operazione. L’esposto indicherebbe esempi di gestori di filiale che, espressamente interrogati dalla clientela, sconsigliano l’adesione sulla base di ricostruzione parziali e fuorvianti sulla convenienza della proposta di Intesa Sanpaolo, ma fa riferimento anche alla campagna pubblicitaria e di stampa messa in piedi dal management e atta a scoraggiare le adesioni attraverso lo slogan « la fiducia non si compra» che appare addirittura sugli schermi degli sportelli bancomat.
È alla base di queste ragioni che gli avvocati di Intesa avrebbero sollecitato la Consob ad adottare tutte le misure più appropriate per far cessare le condotte «incriminate» e soprattutto per garantire un’informativa completa e trasparente agli azionisti, in modo da consentire loro di esprimersi liberamente e senza condizionamenti. Sarà a questo punto compito dell’Autorità di vigilanza verificare l’esistenza di comportamenti fuorvianti e ostruzionistici da parte dei dipendenti di Ubi Banca e, nel caso, adottare strumenti atti a impedirli.
Ciò che è certo è che la ex popolare lombarda ha nel frattempo rafforzato le presenze nelle filiali, chiedendo a molti dei suoi dipendenti di spostare le ferie già precedentemente fissate fra il 20 e il 31 di luglio e di rientrare in sede per gestire il prevedibile maggiore afflusso di clienti: un’azione che impatta evidentemente nelle zone dove vi sono maggiori esigenze operative perché più elevata è la concentrazione di detentori del titolo, come la provincia di Bergamo, e che per questo motivo ha suscitato anche le critiche dei sindacati.
«L’iniziativa si è resa necessaria per assicurare, nell’interesse della clientela, tutti i presidi operativi e gestionali necessari a gestire l’evento straordinario dell’offerta pubblica di scambio del gruppo Intesa Sanpaolo, nel pieno rispetto di regolamenti e previsioni delle autorità di vigilanza e in particolare della Consob » , ribatte da parte sua Ubi Banca. Resta però l’impressione che la sfida sia ormai aperta su tutti campi, e quello occupato dalla clientela retail non resta certo escluso.