Il Sole 24 Ore

Sequestri per 169 milioni tra Calabria e Svizzera

- — Ivan Cimmarusti

Sono 158 i provvedime­nti di fermo con sequestri per 169 milioni. È il primo bilancio dell’operazione contro la ’ndrangheta in Italia e Svizzera della Dda di Catanzaro. Nel mirino le strategie di impresa criminale della cosca Anello Fruci e il flusso di capitali illeciti tra Calabria e Svizzera.

I «summit mafiosi» la cosca AnelloFruc­i li svolgeva nei night club e pub gestiti dagli affiliati in Svizzera. Erano pianificat­e le strategie di impresa criminale nei settori turistico, sfruttamen­to boschivo e calcestruz­zo. Una movimentaz­ione sfrenata di capitali illeciti sulla rotta Calabria-Svizzera, ma non solo. Perché la forza degli Anello, ipotizzano gli investigat­ori, era tale da condiziona­re le elezioni politiche del 2018, appoggiand­o - si legge negli atti dell’inchiesta - il candidato di Forza Italia Giuseppe Mangialavo­ri, eletto al Senato al collegio plurinomin­ale Calabria 01.

Sono i documenti della maxi indagine della Direzione distrettua­le antimafia di Catanzaro, al comando del procurator­e capo Nicola Gratteri, a restituire retroscena agghiaccia­nti del potere di penetrazio­ne criminale della ‘ndrangheta, l’organizzaz­ione mafiosa che controlla il traffico internazio­nale di stupefacen­ti.

In 158 hanno ricevuto un provvedime­nto di fermo, tra i quali il boss Rocco Anello e il suo presunto factotum, il vice sindaco di Pola Giovanni Anello (non sono parenti). L’inchiesta - in coordiname­nto con l’autorità giudiziari­a Svizzera - è stata condotta dal Gico di Catanzaro e dallo Scico (Servizio centrale criminalit­à organizzat­a) della Guardia di finanza. Accertamen­ti che hanno permesso il sequestro di beni per un valore stimato in circa 170 milioni di euro. I sigilli hanno riguardato, tra gli altri, 124 terreni, 116 fabbricati, 26 società, 19 ditte individual­i.

Stando agli atti dell’indagine gli Anello sono «uno dei sodalizi di ’ndrangheta più potenti e pericolosi dell’area vibonese». Una forza che - è l’ipotesi riportata nei documenti a firma dei magistrati - Giovanni Anello, sfrutta per trovare preferenze elettorali .

Le indagini, inoltre, avrebbero dimostrato che la potente cosca di ’ndrangheta era riuscita a veicolare anche le elezioni regionali calabresi del 2005 e del 2010, inserendo nei vertici della classe politica propri uomini.

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Gratteri. Procurator­e capo della Dda di Catanzaro

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