Pressing di Mattarella: «Occorre accelerare sul piano di riforme»
Conte al Quirinale. Il presidente sollevato dall’accordo Ue chiede al premier rapidità, efficacia e concretezza Apprezzamento per un esito che rafforza il ruolo dell’Europa
È stato Conte a chiedere di incontrare il capo dello Stato di ritorno da quei 4 giorni di trattativa serrata con i leader europei. Il primo gesto del suo arrivo a Roma è stato, insomma, quello di riferire a Sergio Mattarella com'era andata, informarlo sui dettagli di un negoziato che preoccupava non poco il Quirinale. Ben prima che arrivasse il premier, al Colle avevano tirato un sospiro di sollievo per la mediazione raggiunta in extremis e per un accordo senza il quale l'Italia si sarebbe ritrovata in seri guai finanziari oltre che politici. Dunque, finalmente un risultato positivo di cui Mattarella può dirsi “soddisfatto” dopo aver in più circostanze sostenuto il Governo sia in casa che fuori. Ma ora che il premier ha incassato un successo importante, il primo che davvero potrebbe cambiare l'orizzonte economico del Paese, per il Colle non vuol dire che comincia la discesa. Tutt'altro.
Quello che filtra dal Quirinale è che il compito di Conte non è finito all'alba di martedì ma che adesso arriva il vero banco di prova, ossia non perdere un’occasione unica di rilancio. I 209 miliardi che andranno a Roma non sono quindi un trofeo da esibire per catturare consensi o un mastice per tenere insieme la maggioranza ma per Mattarella sono - invece - una sfida assai impegnativa per il Governo. E vale la pena, questa volta, soffermarsi sulle parole che il capo dello Stato ha scelto per far sapere il suo punto di vista. Non a caso ha voluto parlare di “rapidità”, “concretezza”, “efficacia” vedendo bene quanto l’Esecutivo sia ancora lontano dal predisporre quel Piano per tradurre le risorse in misure dettagliate che dovranno passare l’esame della Commissione Ue. È su quel Piano che adesso si sposta il pressing e l’attenzione del capo dello Stato che in questi mesi ha avuto modo di pesare le capacità ma pure i limiti del Conte II.
Quindi se da un lato c’è «apprezzamento» e «soddisfazione» per l'importante esito del Consiglio europeo che rafforza il ruolo dell'Unione – e Mattarella dà atto a Paolo Gentiloni di aver dato un grande e discreto contributo - dall’altro c’è però la consapevolezza che il Governo è alle prese con una sfida a cui nemmeno più le amministrazioni statali sono abituate. Cioè, avere una visione e programmare una ripresa economica per i prossimi anni non limitandosi - come è successo con gli ultimi Esecutivi – a gestire solo un consenso a breve termine, passando da una elezione nazionale a una regionale. C’è quindi ancora preoccupazione per come verranno gestite le prossime fasi dopo l’intesa Ue, visto che sono ben note al Colle le criticità che ci sono state nel predisporre le misure di emergenza, dalla cassa integrazione ai vari bonus, o anche come sia ancora complicata l’organizzazione per la riapertura delle scuole. Difficoltà di cui è consapevole il premier tant'è che ha parlato di una task force ad hoc per il Piano. Di certo al Quirinale avranno apprezzato l’apertura che è arrivata da alcune parti del centro-destra – da Berlusconi ma anche dalla Meloni – nel tifare per un risultato positivo per il Paese e nel voler essere coinvolti nelle prossime scelte. Una collaborazione preziosa per programmare la ripresa ma anche per la tenuta della maggioranza soprattutto al Senato dove i numeri restano risicati.
BENE IL DIALOGO Di certo al Colle non è sfuggita l’apertura arrivata, nel centro-destra, da Berlusconi ma anche dalla Meloni, nel tifare per un risultato positivo per il Paese e nel voler essere coinvolti nelle prossime scelte