«Il Recovery Fund è come l’effetto Draghi»
«L’accordo europeo sul Recovery Fund è molto positivo, uno spartiacque. È un passo strutturale in avanti per l’Unione europea. Un evento della portata del whatever it takes di Mario Draghi nel 2012». Francesco Martorana, amministratore delegato di Generali Insurance Asset Management, condivide l’opinione maggiormente diffusa sui mercati: nonostante le difficoltà nelle trattative e nonostante il taglio dei sussidi da 500 a 390 miliardi, la nascita del Recovery Fund è un nuovo «whatrever it takes» europeo. Una svolta, tanto quanto lo furono le parole pronunciate da Mario Draghi nel 2012 per bloccare la crisi degli spread. «Oltre a un impatto sull’economia, il Recovery Fund avrà un effetto immediato soprattutto sulla credibilità del disegno dell’Unione europea».
Però le sovvenzioni a fondo perduto sono molto più basse delle premesse. E sotto i 400 miliardi, livello che era considerato il minimo per decretare il successo del vertice Ue. Perché i mercati festeggiano comunque?
Il negoziato è stato difficile e il bilanciamento tra prestiti e sovvenzioni è cambiato. Ma tutto sommato il passo è stato fatto. Il tema centrale ora sarà come spendere queste risorse e l’efficacia delle misure che verranno finanziate. Ora è fondamentale parlare di questo: fino ad ora si è discusso sui numeri, adesso bisogna ragionare su come spendere al meglio questi fondi. Per l’Italia è un’opportunità più unica che rara.
Le Borse dopo l’accordo sono salite. In realtà salivano anche prima, tanto che sono ormai tornate quasi tutte vicine ai livelli di inizio anno pre-Covid. Non crede che sia un po’ eccessivo questo entusiasmo alla luce della grande crisi?
Sì, infatti noi sul mercato azionario restiamo prudenti. Le valutazioni delle azioni non sono economiche, i multipli sono piuttosto elevati e in autunno potremmo vedere nuovi focolai di coronavirus. Quando il mercato proietta sul futuro le buone indicazioni che stanno arrivando dagli indicatori di fiducia, sottovaluta che si tratta di un rimbalzo tecnico e psicologico dovuto alla fine del lockdown. Temo che in autunno e in inverno la crisi sull’occupazione e sulla domanda si farà sentire più forte. Ovviamente resta forte anche il sostegno delle banche centrali, ma temo che l’entusiasmo andrà ad affievolirsi. E poi negli Stati Uniti, la cui Borsa traina i mercati globali, si avvicinano le elezioni presidenziali di novembre: dato che i sondaggi danno in vantaggio Biden, per le Borse potrebbe iniziare una fase di incertezza.
Dopo l’accordo sul recovery Fund l’euro si è apprezzato sul dollaro. Il trend può continuare?
Dopo una lunga fase rialzista per il dollaro, ora siamo in un momento di correzione. Diversi fattori creano le condizioni per l’indebolimento del dollaro a favore dell’euro: il Recovery Fund che rafforza l’Europa, le elezioni presidenziali che generano incertezza, il deficit di bilancio crescente e la promessa della Fed di mantenere i tassi bassi a lungo. Ciò spiega in parte anche la performance dell’oro, che ha continuato la sua corsa nonostante il miglioramento del sentiment generale.