Assegno unico ai figli, primo sì alla delega
Voto in aula all’unanimità Prevista l’abrogazione di otto misure in vigore
Un assegno unico per ogni figlio a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 18 anni, senza pause e con la possibilità di arrivare fino ai 21 anni. L’importo (da definire) sarà maggiorato dal terzo figlio e per i figli disabili e sarà modulato in base alla condizione economica della famiglia tramite l’Isee. La nuova misura universalistica a sostegno della genitorialità è arrivata ieri al suo primo giro di boa con l’approvazione alla Camera della proposta parlamentare di legge delega in discussione da inizio legislatura, che ha tra i primi firmatari il capgruppo Pd, Graziano Delrio. Un testo che ha unito diverse elaborazioni maturate negli ultimi mesi e che ha raccolto il consenso unanime dell’Assemblea.
La delega al governo prevede l’abrogazione di otto misure attualmente in vigore: gli assegni per il nucleo familiare, gli assegni familiari, le detrazioni per i figli a carico, le detrazioni per le famiglie numerose, il bonus bebè, il bonus mamma, l’assegno per i terzo figlio e i prestiti agevolati garantiti per le famiglie con figli. Misure che nel loro insieme cumulano trasferimenti annui per 15,5 miliardi che, secondo il nuovo schema, confluiranno nel nuovo strumento unico. Nelle intenzioni dei proponenti questo aiuto monetario dovrebbe essere ulteriormente rafforzato con una dote aggiuntiva di 6-7 miliardi l’anno per allineare l’Italia ai principali paesi benchmark europei nelle politiche a sostegno della natalità. Risorse che potrebbero essere reperite - secondo la maggioranza - nell’ambito della più ampia riforma fiscale annunciata dall’Esecutivo.
Il trasferimento monetario previsto dall’assegno unico è considerato complementare con il family act sui cui sta lavorando la ministra Elena Bonetti, inteso invece per potenziare e riordinare altre misure di servizi diretti (per esempio una maggiore diffusione degli asili nido) o politiche per l’occupazione femminile, i congedi parentali la conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di cura. La ministra Bonetti ha salutato il voto di ieri come un «momento storico» mentre il relatore, Stefano Lepri, ha parlato di «riforma che ci avvicina ai migliori modelli europei». L’Italia infatti «è l’unico tra i grandi Paesi a non avere ancora una misura semplice e universalistica per i figli a carico. Unificare le troppe, complicate e inique misure oggi previste. Semplificarle e renderle per tutti. Garantire continuità nell'erogazione e potenziarne gli importi. Questi obiettivi, da oggi, sono finalmente più vicini».
La proposta di legge delega passa ora al vaglio del Senato: l’obiettivo dichiarato è approvare in via definitiva la delega prima della pausa estiva, per l’adozione dei decreti delegati il governo avrà invece 12 mesi di tempo.