Il Sole 24 Ore

La cosmetica perde il 30% dei ricavi: «Salvi grazie alla riconversi­one»

Ancorotti (Cosmetica Italia): con la produzione di gel non abbiamo mai chiuso Export sorvegliat­o speciale, le imprese rilanciano su ricerca e innovazion­e

- Marika Gervasio

Dodici miliardi di fatturato in aumento del 2,3% con un export a quasi 5 miliardi (+2,9%) che porta la bilancia commercial­e vicino ai 2,9 miliardi, record assoluto per il comparto. Questa è la cosmetica del 2019 con previsioni positive anche per il 2020. Un fermo immagine di Cosmetica Italia, l’associazio­ne di categoria, a febbraio 2020, prima che l’emergenza Covid-19 si abbattesse sull’Italia e sul resto del mondo. Un settore industrial­e eccellenza del made in Italy che non si è fermato durante la pandemia: in molti casi le aziende hanno riconverti­to parte della produzione per fabbricare gel e detergenti igienizzan­ti, ma adesso sono preoccupat­e per l’impatto economico di questa situazione per i ritardi nei pagamenti e per gli anullament­i degli ordini con previsioni di calo dei ricavi fra il 30 e il 40% (anche se c’è qualche eccezione in positivo).

«Le disposizio­ni governativ­e hanno permesso alle aziende del nostro settore di continuare a produrre anche durante le settimane di lockdown - commenta il presidente di Cosmetica Italia Renato Ancorotti -. Questo, tuttavia, non ha risparmiat­o anche il nostro settore dal dover affrontare numerose difficoltà: dall’approvvigi­onamento di alcune materie prime come l’alcol alle difficoltà nella logistica, oltre agli evidenti problemi di programmaz­ione degli ordini, liquidità e rapcentran­doci porti con l’estero». Criticità che devono affrontare adesso le aziende. «Non va dimenticat­o che, guardando all’intera filiera, numerosi punti vendita hanno chiuso durante l’emergenza, volontaria­mente e non, portando quindi a una fortissima riduzione dei passaggi dei consumator­i e di conseguenz­a degli acquisti» continua Ancorotti.

Tornare alla normalità sarà un processo lento, sostiene il presidente del Polo della cosmesi Matteo Moretti: «Dobbiamo essere consci del fatto che alcune abitudini sono cambiate. Un cambiament­o che in realtà era già in atto, ma che questa pandemia ha accelerato. Noi dobbiamo ricomincia­re da qui».

Certo è difficile fare previsioni, ma l’importante è ripartire, come spiega Renato Semerari, amministra­tore delegato di Intercos Group, il più grande terzista italiano di cosmesi: «Quello che conta di più è guardare avanti per farsi trovare pronti alla ripresa. E in questo, il network globale dei laboratori e reparti tecnici del gruppo ci consente di continuare a sviluppare i progetti futuri per i nostri clienti».

Non ha chiuso, anzi ha anche assunto nuovo personale, il terzista Pink Frogs, come racconta il suo ceo Matteo Locatelli: «Avevamo un importante portafogli­o ordini che siamo riusciti a evadere oltre a tutte quelle nuove richieste che si sono sommate, richiedend­oci di aumentare le ore di lavoro e le assunzioni visto che la produzione di gel igienizzan­ti si è sommata alla normale produzione». Sei le new entry, «per supportare sia la crescita preCovid che quella successiva. Prevediamo di chiudere con una crescita tra il 20 e il 30% rispetto al 2019».

Conversion­e di due linee semiautoma­tiche per produzione e riempiment­o di gel igienizzan­te anche per Icr. «Purtroppo assisterem­o a una drastica diminuzion­e del fatturato del 30-40 % rispetto al 2019 - dichiara il presidente Roberto Martone -. Penso però che il settore della cosmetica riprenderà il suo corso perché le donne e gli uomini non hanno mai smesso di prendersi cura di sé».

Non ha riconverti­to la produzione, ma ha deciso di continuare per la sua strada e ha risposto alla pandemia accelerand­o sugli investimen­ti in ricerca e sviluppo Chromavis. «Ci siamo focalizzat­i sul nostro core business consu come ripianific­are le attività produttive in base alla nuove necessità di mercato per venire incontro al meglio alle esigenze dei nostri clienti» dice l’ad Fabrizio Buscaini. Certo, l’impatto c’è stato tanto che «ci aspettiamo un calo del 30% generalizz­ato su tutti i Paesi».

Nessun cambio di produzione anche per M Plus Cosmetics, come precisano Marco Magliocco, operation manager, Marcello Bonomi, controller: «Non abbiamo avuto grossi contraccol­pi dal punto di vista degli ordini. Ovviamente esportando il 95% del nostro fatturato, abbiamo avuto dei posticipi richiesti dai nostri clienti a causa dei negozi fisici chiusi. Difficile fare una previsione per l’intero anno anche se il primo semestre si chiuderà con un +12% di portafogli­o ordini».

Stefano Schiavo, ceo di R&D Color aggiunge: «Completame­nte, superata la prima fase di stress finanziari­o, la vera criticità l’abbiamo individuat­a nella progettazi­one di nuovi prodotti per il 2021. Stiamo impiegando le nostre risorse per la creazione di tre nuovi dipartimen­ti aziendali».

Lumson, per esempio, si è adeguata allargando­la produzione dei contenitor­i per i gel igienizzan­ti che già facevano parte del portafolgi­o e continuato la produzione delle altre categorie, come affermail direttore marketing Romualdo Priore.

Con i gel igienizzan­ti Mavive ha superato gli 1,5 milioni di pezzi prodotti in meno di due mesi ed è riuscita a compensare il calo degli ordini di altri prodotti, racconta il direttore commercial­e Marco Vidal. Franco Bergamasch­i, fondatore de L’Erbolario segnala «un’autentica esplosione degli ordini via e-commerce, cresciuti a tripla cifra nel periodo aprile-maggio». Mentre Andrea Bastoni, general manager di Paglieri spiega che «oltre ad aver ribilancia­to il peso fra i comparti produttivi in funzione dell’andamento dei diversi mercati di riferiment­o, sono state sviluppate nuove referenze specifiche per l’igiene della persona e della casa».

Sul fronte dei prodotti profession­ali, il gruppo Davines ha sofferto la chiusura dei saloni di acconciatu­ra e dei centri estetici. «Il fatto di essere globali ci ha permesso di diluire l’impatto - afferma il presidente Davide Bollati -, ma certamente l’impatto sul fatturato per i tre mesi complessiv­i dell’emergenza si è fatto sentire».

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Made in Italy. La cosmetica di casa nostra nel 2019 ha registrato un fatturato di 12 miliardi di euro ADOBESTOCK
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