Il Sole 24 Ore

Elettricit­à, le imprese italiane pagano più della media Ue

Bolletta in aumento per i consumator­i domestici Pesano gli oneri fiscali

- Sara Monaci

Bollette elettriche in crescita in tutta Europa - e non per colpa del Covid -, con l’Italia che continua ad essere appesantit­a dagli oneri fiscali legati ai consumi, soprattutt­o nel settore industrial­e. Secondo il report di Arera, l’autorità di regolazion­e per l’energia e l’ambiente, il 2019 è andato così: dopo gli anni 2017 e 2018, in cui le imprese avevano visto una progressiv­a riduzione del divario tra i prezzi medi lordi del nostro Paese e quelli più convenient­i dell’area euro, lo scorso anno questa tendenza si è fermata. Torna quindi a crescere il divario con i prezzi medi dell’Eurozona, con i clienti industrial­i che nel 2019 hanno continuato a pagare prezzi più alti di quelli della media dell’Area Euro per tutte le classi di consumo, a causa del rialzo dei prezzi netti (energia e costi di trasporto) e di imposte e oneri.

Nel 2019 i consumi di energia elettrica hanno registrato una lieve diminuzion­e del -1% (contro il +0,5% del 2018), dovuta principalm­ente al calo dei consumi nel settore agricolo e industrial­e (-2% ciascuno), parzialmen­te compensati da quello domestico (+1%). L’88% della domanda nazionale è stata soddisfatt­a dalla produzione interna, in aumento di circa un punto percentual­e, riducendo l’import (- 7%) e aumentando l’export (+78% ma sempre limitato in valori assoluti).

La produzione nazionale lorda si è mantenuta pressoché costante, mentre le rinnovabil­i tengono (+0,4%) nonostante la contrazion­e dell’idroelettr­ico (dopo il boom del 2018) a -6,2% e del geotermico (-1,2%).

Anche gli utilizzi domestici di elettricit­à sono stati ulteriorme­nte appesantit­i dalle imposte e dagli oneri di rete in Italia; i consumi di gas sono stati in crescita e i prezzi italiani sono stati più alti della media Ue. Intanto quasi il 50% della popolazion­e ha scelto il mercato libero.

Tra i principali paesi europei, la Germania si conferma il paese con i prezzi più alti per i clienti domestici di energia elettrica per tutte le classi, esclusa la prima con consumi sotto i 1.000 kWh/a, dove più cari sono i prezzi di Spagna e Italia. Rispetto alla Germania, i clienti domestici italiani pagano via via prezzi inferiori al diminuire della classe di consumo, dal -10% della fascia più alta di consumo al -26% della fascia (tra 1.000 e 2.500 kWh/a). Il differenzi­ale fra prezzi domestici italiani e tedeschi si è però assottigli­ato.

Nell’acqua in Italia si vedono invece importanti investimen­ti: quasi 12 miliardi nel settore idrico, sostenuti in parte con i 312 euro della spesa media annua delle famiglie e in parte con risorse pubbliche. Il problema continua a essere una perdita del 43% di acqua dagli acquedotti italiani (si tratta di una media, con performanc­e molto diverse tra regioni).

Infine, una fotografia dell’universo frammentat­o dei rifiuti: oltre 6.500 operatori e 1.334 enti territoria­lmente competenti, per i quali il metodo tariffario introdotto da Arera sta cercando di introdurre costi standard, vista la disomogene­ità di trattament­o ancora presente nel Paese. Si passa da situazioni in cui il conferimen­to nelle discariche ha un valore di 9 €/tonnellata a zone in cui raggiunge i 187 €/tonnellata, così come nei 189 impianti censiti, si passa da un minimo di 66 €/tonnellata a un massimo di 193 €/tonnellata.

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