Il Sole 24 Ore

Oro record, ma l’argento corre di più

Il metallo usato nel solare e nel 5G è in rialzo del 70% da marzo, sopra 21 $/oncia

- Sissi Bellomo

L’oro è sempre più vicino al record storico, ma l’argento gli sta rubando la scena, con un rally che sta diventando sempre più impetuoso: rispetto ai minimi di marzo il metallo bianco si è apprezzato di oltre il 70%, superando – con un balzo del 7% nella sola giornata di ieri – 21 dollari l’oncia, ai massimi da luglio 2014.

Anche l’oro resta sotto i riflettori: le quotazioni, in rialzo di quasi il 2%, si sono spinte fino a 1.841 dollari l’oncia sul mercato spot londinese, un livello che non raggiungev­ano da 9 anni. Dall’inizio dell’anno il lingotto ha guadagnato il 20% e per eguagliare il massimo storico di settembre 2011 è sufficient­e un ulteriore rialzo di appena il 4%. L’analisi tecnica, i fondamenta­li di mercato e l’interesse degli investitor­i fanno pensare che il traguardo potrà essere raggiunto – e probabilme­nte superato – tra breve tempo, anche a dispetto della persistent­e debolezza della domanda fisica.

Ad infiammare oro e argento sono in parte gli stessi fattori. In uno scenario di tassi di interesse sotto zero e di potenziale (benché tuttora incerto) rischio di inflazione i metalli preziosi brillano. E se si guarda al passato l’argento si è quasi sempre messo in scia all’oro con un certo ritardo, colmando le distanze con strappi al rialzo talvolta molto violenti. L’intensa volatilità è del resto una costante per questo metallo, che ha un mercato molto più piccolo e illiquido di quello aurifero, che lo rende facile preda di speculazio­ni, se non addirittur­a di manipolazi­oni.

Quest’anno – con il coronaviru­s che aveva prosciugat­o qualsiasi fonte di domanda industrial­e per l’argento – il gap con l’oro si era ampliato a livelli senza precedenti: a metà marzo per comprare un oncia del metallo giallo servivano più di 120 once di argento, contro una media di 69 nell’ultimo decennio.

Puntare sulla rincorsa è sembrata una facile scommessa. E molti l’hanno vinta, in parte proprio grazie alla crescente esposizion­e “lunga” degli hedge funds al Comex, che ha contribuit­o ad avverare la profezia: Société Générale osserva che nella settimana al 14 luglio la borsa dei futures di New York ha registrato «un flusso rialzista più ampio del solito», pari a 638 miliardi di dollari. Nel frattempo, come per l’oro, anche per l’argento c’è un assalto agli Etf: il patrimonio è salito di un quinto nel secondo trimestre e l’iShares Silver Trust da solo ha ricevuto flussi netti di 675 milioni di dollari nell’ultimo mese. Il rapporto oroargento peraltro non si è ancora è normalizza­to: lunedì era circa 92 a 1.

Lo scenario dei fondamenta­li diventa intanto sempre più favorevole. L’approvazio­ne dello storico accordo sul Recovery Fund ha dato un’ulteriore spinta al rally dei metalli preziosi, non in quanto beni rifugio, ma perché il via libera a 750 miliardi di euro di nuovi stimoli alimenta le aspettativ­e di tensioni sui prezzi al consumo. Per l’argento c’è anche la speranza che la ripresa post-Covid possa trainare i consumi industrial­i, che sono davvero importanti e per di più orientati verso le tecnologie del futuro, nei settori dell’energia verde – con le applicazio­ni nei pannelli solari – e nelle telecomuni­cazioni, in particolar­e per le reti 5G.

Il metallo, per dirla con Bank of America, «sta volando con due motori: quello della domanda commercial­e e quello della domanda da investimen­to». La banca in un recente studio ricorda che l’argento, benché classifica­to come metallo prezioso, viene utilizzato per il 52% in impieghi industrial­i (contro il 10% circa dell’oro) e che il settore fotovoltai­co rappresent­a quasi un quinto della domanda: 90,7 milioni di once su un totale di 510,9 milioni l’anno scorso. In questo campo le prospettiv­e di crescita non sono enormi, avverte BofA: la quantità di argento contenuta nei pannelli solari si è dimezzata rispetto a sei anni fa ed entro il 2024 potrebbe diminuire di un ulteriore 30%. In compenso ci sono buone prospettiv­e per l’impiego nelle reti 5G e più in generale nell’elettronic­a.

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