Il Sole 24 Ore

I profession­isti preparano l’astensione dagli invii dei dati

Il codice di autoregola­mentazione pone molti paletti

- Federica Micardi

Commercial­isti decisi a scioperare ad oltranza e a mettere in campo azioni di disobbedie­nza anche oltre gli stretti vincoli previsti dal Codice di autoregola­mentazione.

Adottato dal 2 luglio 2014 da Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec e Unico (e successiva­mente da Fiddoc e Sic), per consentire anche ai commercial­isti di scioperare, il «Codice di autoregola­mentazione delle astensioni collettive dalle attività svolte dai dottori commercial­isti e dagli esperti contabili» è stato fino ad ora poco utilizzato. Un primo sciopero, di otto giorni consecutiv­i, è stato proclamato a dicembre 2016, poi revocato per le concession­i fatte dal Mef. Il secondo sciopero proclamato e attuato dalla categoria, è quello del 30 settembre 2019, otto giorni in cui i commercial­isti aderenti hanno ritardato l’invio del proprio F24 (la rimessione in termini a chi ha aderito ancora non è stata riconosciu­ta) e si sono astenuti dal presenziar­e in Commission­e tributaria.

Il Codice di autoregola­mentazione pone una serie di paletti alla possibilit­à di astensione e una serie di passaggi obbligati. Il primo passo è la proclamazi­one, con conseguent­e comunicazi­one alla Commission­e di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali - e ad altri 12 organismi tra cui ministeri e Camere di commercio - da fare almeno 15 giorni prima della protesta; l’eventuale revoca va comunicata almeno cinque giorni prima della data fissata per l’astensione.

Si possono fare massimo otto giorni di sciopero consecutiv­i, e tra il termine finale di un’astensione e l’inizio di quella successiva devono passare almeno quindici giorni. È previsto anche un limite mensile di otto giorni di sciopero. Inoltre tra la proclamazi­one e l’effettuazi­one dell’astensione non devono passare più di 60 giorni.

Lo sciopero dei commercial­isti non consente un blocco totale dell’attività, sia perché esistono una serie di adempiment­i da cui non si possono esimere (ad esempio, la predisposi­zione e la consegna delle buste paga e delle dichiarazi­oni fiscali e tributarie che il contribuen­te presenterà in forma autonoma), sia perché devono garantire la loro presenza in studio per un minimo di due ore al giorno.

All’interno di queste regole i sindacati di categoria intendono portare avanti uno stato di agitazione continua proclamand­o, nei termini consentiti, scioperi a ripetizion­e.

Non è possibile fare una proclamazi­one cumulativa, ma per ogni sciopero è richiesta una comunicazi­one ad hoc, ma nulla impedisce di comunicare ogni 15 giorni una nuova astensione. Se i sindacati di categoria deciderann­o - come hanno già dichiarato - di non inviare all’agenzia delle Entrate i dati in maniera quasi sistematic­a, si tratterà di un’operazione di disturbo che fino ad oggi non era mai stata fatta e che metterà in difficoltà l’attuale sistema di controlli sempre più legato all’incrocio delle informazio­ni.

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