Alkemy: triplicate le adesioni all’academy, training nei piani welfare
Un “Buddy”, un amico, che affianca il neoassunto nei primi mesi di inserimento lavorativo. Poi, un percorso di formazione continua, personalizzato, per far crescere la risorsa e specializzarla nelle aree “core” del business aziendale, vale a dire consulenza strategica, performance marketing, tech, data & analytics, creatività e design, solo per citarne alcune. Accade in Alkemy Spa, un’azienda italiana, quotata in borsa, nata nel 2012, leader del settore della trasformazione digitale in Italia, con circa 700 collaboratori nel mondo, 450 in Italia, età media 34 anni, casa madre a Milano, e un fatturato 2019 di 84,5 milioni di euro.
«Per noi la formazione dei colleghi è, da sempre, una priorità aziendale - ha raccontato Silvia Bosani, People & Culture Manager di Alkemy -. L’obiettivo è investire sulle persone. Costruiamo i percorsi di crescita e miglioramento delle competenze, con particolare attenzione alle soft skill, assieme ai dipendenti, e i risultati si vedono e sono positivi per tutti». Fra il 2013 e il 2019 Alkemy è cresciuta al ritmo del 42% annuo, ed è passata dagli iniziali 20 dipendenti agli attuali 680, con un recruiting sempre aperto per i migliori laureati nelle discipline tecniche, informatiche e della comunicazione.
In Alkemy è nata un’Academy interna che fornisce corsi annuali, interamente gratuiti, rivolti a tutti i dipendenti, l’impegno è di un paio d’ore ogni due settimane. «I tutor sono colleghi esperti del top management - ha aggiunto Bosani -. I moduli sono legati alle diverse aree di business aziendale. Una curiosità. In questi mesi di lockdown e smart working l’adesione dei colleghi all’Academy è triplicata, a dimostrazione del bisogno di coinvolgimento e di maggior vicinanza delle risorse all’azienda».
Accanto all’Academy, Alkemy ha creato un sistema di formazione trasversale e continuativa, «MyLearning», che permette al personale di poter seguire una serie di corsi, tenuti sia da docenti esterni (docenti universitari ed esperti del mondo del lavoro) che interni, con focus sulle soft skills: public speaking, visual thinking, tecniche di negoziazioni, per citare alcuni dei corsi, oppure per approfondire la conoscenza di una particolare lingua straniera, ad esempio lo spagnolo oltre che l’inglese. «Si tratta di una sorta di catalogo formativo nelle mani dell’interessato - ha evidenziato Bosani - dove la persona, in accordo con il suo responsabile, può scegliere il percorso formativo più adatto».
In aggiunta a questi progetti di gruppo, ci sono poi una serie di iniziative individuali e con focus più tecnici, che si inseriscono nel più ampio programma di welfare aziendale. La più importante è il « training wallet » , che prevede la possibilità per ciascun dipendente di ricevere un budget annuale fino a 500 euro per iscriversi in maniera indipendente a corsi, workshop, eventi, coerentemente con il ruolo individuale e le esigenze di formazione.
«Insomma, abbiamo messo in campo un pacchetto a 360 gradi - ha chiosato Bosani - perché siamo convinti, e io lo sono particolarmente, che soprattutto oggi, formazione e attenzione al benessere dei dipendenti in azienda siano strade obbligate: un buon ambiente di lavoro e un percorso professionale stimolante, infatti, possono fare la differenza, sia in termini di obiettivi da raggiungere che in termini di produttività».