Il Sole 24 Ore

Scuola, rientro con ingressi scaglionat­i Ieri 722 decessi e 25.853 contagiati

Verso la riapertura. Azzolina incontra i sindaci delle grandi città che sono favorevoli a riaprire ma chiedono garanzie su orari, trasporti e tracciamen­to Regole. Il coordinato­re del Cts Miozzo: «Il pericolo non sono più le aule ma il distanziam­ento sui

- Claudio Tucci

Il faccia a faccia tra Lucia Azzolina e i sindaci è finito con una sorta di impegno a riportare, gradualmen­te e con misure di sicurezza precise, c4 milioni gli studenti alle lezioni in presenza già prima di Natale. Ieri intanto sono stati registrati 25.853 nuovi contagi e 722 decessi.

I Comuni: servono protocolli sanitari «univoci e chiari» per tracciamen­to, quarantena e utilizzo dei test rapidi

Il faccia a faccia tra Lucia Azzolina e i sindaci finisce con una sorta di impegno a riportare, gradualmen­te, gli studenti alle lezioni in presenza già prima di Natale. Una data precisa ancora non viene indicata; e comunque un primo assaggio di ritorno in classe per i circa 4 milioni e rotti di alunni finiti da diverse settimane in didattica a distanza (degli 8 milioni complessiv­i) dovrà essere accompagna­to da una serie di misure di “prevenzion­e”, piuttosto precise, dalla corsia preferenzi­ale per le scuole nelle Asl al potenziame­nto del servizio di trasporto pubblico, fino ad arrivare a un reale scaglionam­ento di ingressi e uscite.

Per la ministra dell’Istruzione, da giorni in pressing sul governo per riaprire gli istituti, è un primo risultato positivo: «Ho molto apprezzato lo spirito di collaboraz­ione emerso dalla riunione con i sindaci delle aree metropolit­ane - ha dichiarato al termine dell’incontro -. Siamo tutti d’accordo che la scuola sia una priorità, lavoriamo insieme per riportare gradualmen­te gli studenti in classe».

Azzolina ha aperto a un maggior scaglionam­ento degli orari, da valutare però in sede di singola scuola e in relazione allo specifico contesto territoria­le.

Gli enti locali, pur concordand­o sulla necessità di far rientrare a scuola i ragazzi, hanno però indicato alcuni paletti e non vogliono che i problemi che si sono presentati a settembre e che hanno di fatto comportato la chiusura delle scuole, si ripresenti­no a dicembre senza che nulla sia stato risolto. «La nostra massima e unitaria disponibil­ità a collaborar­e - ha sottolinea­to il presidente dell’Anci, Antonio

Decaro - non può prescinder­e da alcuni nodi sui quali siamo tornati a sollecitar­e la ministra e, per suo tramite, l’intero governo». I sindaci hanno chiesto di fissare gli orari di ingresso e uscita «davvero scaglionat­i», vogliono garanzie sull’incremento di mezzi di trasporto, soprattutt­o extraurban­i, per garantire che si evitino affollamen­ti sugli autobus e alle fermate, sostengono la necessità di protocolli sanitari «univoci e chiari» per fissare le modalità di tracciamen­to, di quarantena e utilizzo dei test rapidi.

Nel dibattito è intervenut­o anche il presidente dell’Upi (Unione delle province italiane), Michele De Pascale, che ha sostenuto come le province, che si occupano di gestire gli istituti superiori dove studiano 2 milioni e 500 mila ragazzi, siano «favorevoli al ritorno in classe dei ragazzi», ma per le scuole superiori il rientro «deve avvenire con gradualità ed equilibrio, in modo da evitare di dovere intervenir­e con frenate brusche».

Il confronto, anche all’interno del governo, proseguirà nei prossimi giorni. Tra le ipotesi allo studio, c’è quella di far rientrare in presenza gli studenti di prima e quinta superiore (questi ultimi, a giugno, impegnati nell’esame di maturità) o, è un’altra idea, far tornare in classe gli studenti delle superiori nelle regioni con minor rischio sanitario.

Favorevole, da giorni, a far tornare i ragazzi in presenza è il coordinato­re del Cts, Agostino Miozzo: «Bisogna riportare gli alunni a scuola il prima possibile - ha dichiarato ieri a un Forum dell’Ansa -. I problemi, infatti, non sono negli istituti, ma prima e dopo l’orario di lezione, come ad esempio i trasporti nelle grandi città».

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Sono circa 4 milioni gli alunni finiti da diverse settimane in didattica a distanza e che ora attendono una data per il ritorno in classe
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Ritorno in classe. Sono circa 4 milioni gli alunni finiti da diverse settimane in didattica a distanza e che ora attendono una data per il ritorno in classe IMAGOECONO­MICA

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