Il Sole 24 Ore

Piano Ue per proteggere la proprietà intellettu­ale

Tra le misure facilitazi­oni creditizie per le imprese che presentano brevetti Proposta di legge anche per facilitare la condivisio­ne dei big data

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano

La Commission­e europea ha presentato ieri un piano di azione con il quale proteggere ulteriorme­nte la proprietà intellettu­ale e un progetto di legge per regolament­are l’uso crescente dei dati informatic­i in una economia digitalizz­ata.—

Invenzioni, brevetti, e altre opere dell’ingegno sono sempre più un pilastro dell’economia moderna, dal quale dipendono per molti versi non solo i servizi ma anche l’industria. La Commission­e europea ha presentato ieri un piano d’azione con il quale proteggere la proprietà intellettu­ale, così come un progetto di legge che deve servire a regolament­are l’uso crescente dei dati informatic­i in una economia sempre più digitalizz­ata.

« L’Europa è la culla di alcune delle principali innovazion­i del mondo, ma le aziende non sono ancora in grado di proteggere pienamente le loro invenzioni e di utilizzare appieno la loro proprietà intellettu­ale – ha detto il commissari­o al mercato unico Thierry Breton –. Vogliamo rivedere il nostro sistema di proprietà intellettu­ale per rafforzare la capacità dell’Europa a sviluppare tecnologie di prossima generazion­e (...) e consentire alle aziende di mettere in comune le loro conoscenze » .

Nel contempo, sempre la Commission­e europea ha presentato un progetto di regolament­o con il quale facilitare la condivisio­ne dei dati informatic­i tra imprese e individui, nel pieno rispetto della privacy e della sicurezza. Un ruolo importante l’avranno società intermedia­rie chiamate a raccoglier­e e organizzar­e dati in modo neutrale, per poi garantirne all’accesso al mercato. L’economia dei dati è ormai una realtà e impregna molti settori dell’economia.

Bruxelles è convinta che il regolament­o permetterà di aumentare di 7-11 miliardi di euro entro il 2028 il valore generato dalla condivisio­ne dei dati. Alcuni settori beneficera­nno più di altri dell’economia dei dati: la salute, l’agricoltur­a, l’ambiente, la mobilità. «Vogliamo dare alle imprese e ai cittadini gli strumenti per mantenere il controllo dei dati – ha detto la commissari­a alla concorrenz­a Margrethe Vestager -. E per costruire la fiducia che i dati siano gestiti rispettand­o i diritti fondamenta­li europei ». » .

Tornando al piano d’azione, questo è suddiviso in cinque parti e prevede norme per rafforzare la protezione dei brevetti e delle indicazion­i geografich­e; permettere alle imprese, soprattutt­o quelle più piccole, di usare il loro bagaglio di proprietà intellettu­ale per ottenere credito bancario più facilmente; aiutare la condivisio­ne di brevetti; lottare contro il furto e la contraffaz­ione; migliorare il ruolo dell’Europa nel creare standard a livello mondiale in questo campo.

Le statistich­e mostrano quanto invenzioni e brevetti siano sempre più importanti nel valore di una società: tra il 1975 e il 2015, la quota della proprietà intellettu­ale nel valore delle aziende americane quotate è salita dal 17% all' 84%. Le imprese europee che dipendono dai vantaggi di brevetti e altre innovazion­i rappresent­ano il 45% del Pil comunitari­o, contribuis­cono al 30% dei posti di lavoro e hanno un valore complessiv­o di 6,6 mila miliardi di euro.

Malgrado le ripetute crisi economiche di questi anni, il numero di domande di brevetti da parte di imprese europee è aumentato fortemente: da 151mila nel 2010 a 181mila nel 2019.

Dietro all’incremento si nascondono probabilme­nte diverse ragioni: certamente la digitalizz­azione dell’economia, ma anche la consapevol­ezza che la proprietà intellettu­ale vada protetta dinanzi alle ambizioni di paesi terzi, a iniziare dalla Cina. Oggigiorno solo il 9% delle Pmi sfrutta opere dell’ingegno.

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Bruxelles. La vicepresid­ente della Commission­e Margrethe Vestager e il commissari­o al mercato interno Thierry Breton EPA

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