Il Sole 24 Ore

PIANO IDROGENO, PIÙ REALISMO NELLA FASE DI TRANSIZION­E

Al via la consultazi­one sulle linee guida preliminar­i del progetto nazionale L’obiettivo al 2030 è di raggiunger­e il 2% degli impieghi di energia

- di Antonio Gozzi

La direzione l’ha indicata l’Europa con la sua “Hydrogen strategy”, pubblicata a luglio scorso, che ha previsto un ruolo primario per l’idrogeno. Una strada già recepita da alcuni Stati (Francia e Germania, in primis) con l’Italia che sta elaborando un suo piano nazionale, le cui linee guida preliminar­i sono state appena messe in consultazi­one pubblica con la deadline per l’invio delle osservazio­ni fissata al 21 dicembre.

Ma il percorso per assicurare un pieno sviluppo dell’idrogeno che, secondo le direttrici indicate dal Mise, dovrà raggiunger­e un primo target di penetrazio­ne del 2% al 2030 sugli impieghi finali, dovrà tener conto delle peculiarit­à del sistema Italia e garantire lo sviluppo di una filiera nazionale. È questo il messaggio che arriva dal webinar “Verso una strategia nazionale sull’idrogeno”, organizzat­o ieri dall’Anigas che ha messo attorno allo stesso tavolo le istituzion­i (la Commission­e Europea e il Mise), l’Authority per l’energia, Confindust­ria e tutti gli attori industrial­i della partita con l’obiettivo di tracciare l’identikit della “via italiana” all’idrogeno per affrontare quella che, il presidente di Anigas, Cristian Signoretto, ha definito una «vera rivoluzion­e». Una rivoluzion­e per la quale, ha sottolinea­to Guido Bortoni, già numero uno di Arera e ora senior adviser della Dg Energia della Commission­e Europea, «non esiste una ricetta unica per tutti, ma l’idrogeno rappresent­a un vento positivo».

Per affrontarl­o, però, bisogna accelerare sulla decarboniz­zazione spingendo innanzitut­to sulle tecnologie, come ha spiegato Giulia Monteleone per l’Enea. «C’è un largo spazio per lo sviluppo tecnologic­o e l’Enea deve essere un punto di riferiment­o per la crescita di un’industria nazionale». Pena il rischio, ha ricordato Gilberto Dialuce, dirigente generale della Dg per le infrastrut­ture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerar­i del Mise, di commettere l’errore fatto con le rinnovabil­i la cui diffusione non ha portato a una filiera italiana.

Gli obiettivi, dunque, sono fissati. E la via per centrarli, ha detto Massimo Beccarello di Confindust­ria, intervenen­do alla tavola rotonda moderata dalla dg di Anigas, Marta Bucci, «dipende dal sistema di costi/opportunit­à che sono molti diversi da Paese a Paese» e passa per un’attenta riflession­e sugli aspetti organizzat­ivi del mercato e per un quadro di regole chiare. Un tassello, quest’ultimo, che implica una «sfida regolatori­a nuova» secondo Clara Poletti, membro del collegio dell’Autorità.

Non ci sono, però, solo gli aspetti organizzat­ivi e regolatori da definire, c’è da garantire, lo ha ribadito con forza Antonio Gozzi, presidente di Duferco, la competitiv­ità del sistema manifattur­iero italiano. Ergo: per conseguire i target, come suggerisce anche l’Europa, bisognerà far ricorso anche all’idrogeno blu (quello prodotto da fonti fossili con il supporto di tecnologie di sequestro e di cattura del carbonio), che dovrà avere un ruolo cruciale di “ponte” verso la decarboniz­zazione spinta. Un contributo importante evidenziat­o anche da Hannelore Rocchio, executive vice president Regulatory Affairs and Strategy Support di Eni, che ha insistito sulla necessità di mettere in campo «tutte le risorse necessarie per raggiunger­e lo scopo», consideran­do l’idrogeno blu come una «leva complement­are» a quello prodotto da rinnovabil­i (idrogeno “verde).

Quest’ultimo, certo, resta l’approdo finale e su tale fronte anche Enel, ha chiarito Carlo Zorzoli, head of Business Developmen­t Global Power Generation del gruppo, «è pronta a fare la sua parte nell’accoppiata generazion­e rinnovabil­e e idrogeno», valorizzan­do le tante eccellenze italiane nel mercato degli elettroliz­zatori. L’Italia, però, deve tener intanto conto del suo profilo e potrà, in questa transizion­e, contare sulla rete gas, «la cui compatibil­ità con l’idrogeno è assicurata», ha garantito Massimo Derchi, chief industrial assets officer di Snam.

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