Ristori da 1,6 miliardi a 312mila partite Iva
Il rischio-stop agli impianti sciistici complica la griglia degli aiuti nel Dl quater
Il blocco dello sci ipotizzato dal governo per contenere i rischi di un nuovo rialzo della curva epidemiologica contribuisce a complicare i conti del decreto Ristoriquater, già schiacciato dalle tante richieste della maggioranza. Le riunioni di ieri non hanno portato alla composizione del puzzle, ma la strada sembra tracciata. « I ristori saranno come sempre coerenti alle misure restrittive » , ha voluto rassicurare ieri pomeriggio il ministro dell’Economia Gualtieri. Ma in ogni caso il tetto complessivo delle risorse a disposizione del provvedimento resta ancorato agli 8 miliardi di scostamento che saranno votati oggi alle Camere.
Il fatto che le cifre non possano tornare in discussione toglie una variabile chiave dai tavoli della discussione. Tanto che, nonostante le difficoltà che anche ieri hanno caratterizzato le riunioni nella maggioranza, il governo punta ancora all’approvazione del quarto decreto Ristori entro la serata di venerdì. Anche se i rischi di slittamento restano concreti.
Il cuore del provvedimento rimane legato al rinvio delle tasse di fine anno, che non sarà ancorato all’elenco delle attività direttamente colpite dalle restrizioni ma riguarderà tutte le partite Iva e le imprese fino a 50 milioni di fatturato che hanno subito perdite rilevanti. Il criterio resta in discussione, ma potrebbe essere generalizzata la soglia del 33% chiesta da Italia Viva e Cinque Stelle. Un modo, questo, anche per andare incontro alle richieste di Forza Italia, come ribadito ieri dallo stesso ministro dell’Economia.
Per il resto, il governo punta a un provvedimento snello, non più di 15 articoli, anche per non complicare troppo la matrioska dei ristori: anche il « quater » , infatti, dovrebbe seguire la strada del «bis» e del «ter», inglobati come emendamenti nel primo decreto Ristori in discussione al Senato. In questa griglia potrebbero rientrare anche alcune delle norme della legge di bilancio stralciate alla Camera.
Mentre il governo discute dei nuovi indennizzi, procede la macchina di quelli già approvati. Ieri l’agenzia delle Entrate ha fornito il quadro dei bonifici alla chiusura delle operazioni automatiche avviate dal Ristori- 1. Che ha messo in moto 311.971 bonifici, per un importo complessivo di 1,558 miliardi. Il 64% degli aiuti (un miliardo tondo) è finito al settore della ristorazione, che domina la classifica seguito a distanza da alberghi ( 245 milioni, 16%) e dallo sport (119 milioni, 7,6%). Il sistema messo in piedi nelle ultime settimane dall’agenzia guidata da Ernesto Maria Ruffini ha seguito il canale già aperto a luglio dal decreto Rilancio. Tra allora e oggi il totale degli aiuti ha sfiorato gli 8,3 miliardi di euro, distribuiti in oltre 2,71 milioni di pagamenti.
Ora in agenda ci sono gli aiuti ulteriori previsti dal Ristori-bis e ter insieme alla gestione delle domande da inviare entro il 15 gennaio sulla piattaforma telematica avviata la scorsa settimana per accogliere le richieste di chi non ha partecipato al primo giro di aiuti, a partire dalle imprese con fatturato superiore ai 5 milioni di euro.