Si piega la curva dei contagi ma nel Dpcm poche aperture
Sugli impianti sciistici confermata la linea dura Boccia: assicurati i ristori
I decessi restano ancora tantissimi. Ieri altri 722. Ma tutti gli altri indicatori confermano che la curva dei contagi lentamente si sta piegando. È la prova che le restrizioni adottate nelle ultime settimane stanno funzionando. Per questo verranno confermate e in alcuni casi rafforzate. «Pensiamo si debbano introdurre misure maggiori per prevenire un’ondata di contagi», ha detto anche oggi il premier Giuseppe Conte.
Ad esempio gli spostamenti, anche se tutte le Regioni dovessero entrare in fascia gialla (la divisione per colori con riferimento al rischio resta), saranno limitati ai congiunti di primo grado o conviventi, così come si rialzerà il livello dei controlli e dell’obbligo di isolamento e tampone per chi arriva dall’estero magari perchè andato a sciare in Svizzera o Austria. Quanto allo shopping e ai festeggiamenti durante le festività natalizie, via libera all’ampliamento dell’orario dei negozi e anche a un allentamento del coprifuoco nei giorni di festa che saranno accompagnati però dalla « raccomandazione» a mantenere il numero degli inviti per pranzi e cenoni entro le 6/ 10 persone. Sono queste alcune delle misure che saranno al centro del confronto prima tra i capidelegazione della maggioranza convocati da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e poi nel pomeriggio tra Regioni e Governo invista del nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 4 dicembre. Mentre è attesa a ore la nomina del nuovo commissario per la Calabria che è stato individuato nell’attuale coordinatore del Cts, Agostino Miozzo.
Nella maggioranza continua il braccio di ferro tra rigoristi e aperturisti. Sugli impianti da sci però nessuna mediazione è possibile: resteranno chiusi. Lo ha confermato ieri il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che rispondendo a un’interrogazione alla Camera ha però garantito che « saranno assicurati i ristori » . Sempre Boccia non ha poi escluso che la stagione possa partire a fine gennaio come è avvenuto l’estate scorsa con gli stabilimenti balneari. L’obiettivo è evitare la terza ondata. Del resto proprio ieri la Germania (che ha numeri molto inferiori ai nostri) per la stessa ragione ha annunciato un semi lock down fino al 20 dicembre. Le limitazioni sono dunque inevitabili.
«Mi piacerebbe poter dire - sottolinea il ministro della Salute Roberto Speranza - che i problemi sono tutti risolti e si può riaprire tutto, ma non direi la verità » . E non riapriranno neppure le Regioni perché - come ha detto il coordinatore del Cts Miozzo - « i movimenti della popolazione sono un fattore di grave rischio » . Anche nelle prossime settimane saranno i dati del monitoraggio settimanale a guidare le scelte. Per la stessa ragione domani Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta usciranno dalla fascia rossa mentre Puglia e Sicilia rimarranno arancioni.