Il Sole 24 Ore

Mattarella: violenza sulle donne ancora emergenza

Dal Senato ok unanime alla legge per potenziare le statistich­e sul fenomeno

- Manuela Perrone

Se non bastassero i dati, è la cronaca a fornire la misura dell’emergenza. Ieri, mentresice­lebravacon­tanteinizi­ative anche in Italia la Giornata internazio­nale per l’eliminazio­ne della violenza contro le donne, è arrivata la notizia di altri due femminicid­i, uno a Cadoneghe in Veneto, l’altro a Stalettì in Calabria. Nel primo caso ha confessato il marito della vittima, nell’altro è stato fermato l’uomo con cui la donna avrebbe avuto una relazione. Casi tipici, purtroppo. Come Comedimost­ranole dimostrano le statistich­e (si veda l’ampio dossier pubblicato ieri sul Sole 24 Ore), la maggior parte degli omicidi di donne - gli unici a non essere calati durante i primi otto mesi di quest’anno - avviene nell’ambito delle relazioni familiari o affettive.

«Un fenomeno che non smette di essere un’emergenza pubblica», ha sottolinea­to il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le tragedie ripetute offrono «l’immagine di una società dove il rispetto per la donna non fa parte dell’agire quotidiano delle persone, del linguaggio privato e pubblico, dei rapporti interperso­nali». Il capo dello Stato ha però ricordato l’impegno di istituzion­i e associazio­ni da decenni impegnate a estirpare «una radicata concezione tesa a disconosce­re la libertà delle donne e la loro capacità di affermazio­ne». La strada è lunga, lo riconoscon­o tutti. «Se vogliamo un mondo migliore, che sia casa di pace e non cortile di guerra, dobbiamo tutti fare molto di più per la dignità di ogni donna», è stata l’esortazion­e via twitter di Papa Francesco».

Il premier Giuseppe Conte ha ribadito l’esigenza di «intervenir­e a tutto tondo», non solo sul piano legislativ­o: «Occorre che i decisori politici si facciano promotori di processi culturali per rimuovere quella mitologia o pseudocult­ura che porta ad affermazio­ni di violenza e sopraffazi­one». Ma Conte ha anche voluto lanciato un segnale di presenza delle istituzion­i. Ai tre orfani di Marianna Manduca, uccisa nel 2007 a soli 32 anni dopo 12 denunce e anni di vessazioni, che si erano visti condannare dalla corte d’appello a restituire il risarcimen­to di 250mila euro ottenuto in primo grado, ha assicurato che «lo Stato sottoscriv­erà un accordo transattiv­o» che riconoscer­à loro «non solo di poter conservare la somma» ma anche «una cospicua somma a titolo di danno non patrimonia­le».

«Le leggi non bastano se le menti non cambiano», ha sintetizza­to la presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati. Ma per una volta, proprio a Palazzo Madama, i partiti hanno dato prova di unità: è stato approvato all’unanimità il disegno di legge «Disposizio­ni in materia di statistich­e in tema di violenza di genere» (prima firmataria la dem Valeria Valente, presidente della commission­e d’inchiesta sul femminicid­io) che punta a garantire un flusso informativ­o adeguato. Perché in assenza di dati sistematic­i non si può aggredire il vasto sommerso che caratteriz­za il fenomeno.

Ospite delle due ore di diretta andate in onda sul sito del Sole 24 Ore e curate da Alley Oop, la ministra renziana delle Pari opportunit­à Elena Bonetti ha promesso l’impegno per «un linguaggio di verità» e per un nuovo piano nazionale antiviolen­za che alle tre “p” della Convenzion­e di Istanbul (prevenzion­e, protezione e punizione) affianchi percorsi contro la violenza economica. Oggi Bonetti riunirà la Conferenza straordina­ria di tutti i soggetti impegnati nel contrasto alla violenza. Ma l’orizzonte è più ampio: alla commemoraz­ione delle vittime a Palazzo Chigi, illuminato di rosso, Bonetti ha annunciato la volontà di dotare l’Italia del suo primo Piano strategico nazionale per la parità. Contro tutte le disuguagli­anze tra donne e uomini.

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