LE MOSSE PD SUL CAVALIERE E I GIOCHI SUL RIMPASTO
Il paradosso delle fibrillazioni di questo periodo è che a differenza del passato, non nascono per destabilizzare e rompere un assetto ma al contrario perché c’è la consapevolezza che non si va a votare. Insomma, le richieste di rimpasto che arrivano a giorni alterni da Goffredo Bettini del Pd o dai renziani si fondano sull’assunto che la strada delle elezioni è bloccata fino alla fine della legislatura e quindi tanto vale forzare per prendersi una fetta – o fettina – di potere nel Conte II o altrove. Si fanno anche i nomi e cognomi di chi coltiva questi appetiti “governisti”, raccontano che pure in Leu c’è l’aspirazione per qualche ruolo e dunque l’evocazione di nuovi ingressi non dispiace a nessuno. Nè si teme di provocare terremoti perchè non si vedono maggioranze alternative in grado di sfrattare quella attuale.
Si prepara così la “terra promessa” per chi pensa di fare un giro nelle stanze del Palazzo. Già c’era stato un tentativo a fine estate quando i contagi erano bassi e adesso si torna alla carica anche se si entrerà nel vivo delle trattative non prima di gennaio. Per il momento c’è la sessione di bilancio che ferma tutto e che è pure diventata un capitolo nuovo nella storia della maggioranza con il disgelo tra Pd, Forza Italia e perfino 5 Stelle. Un fronte sul quale Zingaretti ha scommesso molto e su cui è riuscito a costruire un consenso in tutta la maggioranza, anche con i grillini, mettendo insieme una serie di tasselli a partire dalla norma sulla difesa dell’italianità delle imprese strategiche, anche detta salva- Mediaset, fino al dialogo sulla manovra e sui Dl Ristori.
Un’operazione di avvicinamento che ha portato a un primo successo perché il leader Pd era riuscito a separare Berlusconi da Salvini (la Meloni si ritaglia sempre un ruolo di mediazione) almeno fino a ieri. Nelle ultime ore, il Capitano ha riavvolto il nastro, capito gli errori e, dopo aver strappato con il Cavaliere, è tornato sui suoi passi. Ha archiviato quei voti in cui Lega e Forza Italia sono andati in ordine sparso, archiviato pure il passaggio di tre deputati azzurri nelle fila del Carroccio e ha proposto un coordinamento per votare compatti sullo scostamento di bilancio previsto oggi al Senato. Così in queste ore è partita la gara tra il Pd che non vuole perdere il sì di Forza Italia e Salvini che punta ad allontanarlo.
In campo ieri sera è sceso Gualtieri che, in una nota, fa sapere che saranno accolte alcune proposte di Forza Italia e in particolare l’ampliamento della moratoria fiscale con il rinvio delle scadenze fiscali che vada oltre i settori del codice Ateco e riguardi tutte le categorie che hanno subito cali rilevanti. Tutto concordato con i 5 Stelle, ci tengono a dire al Mef. E si racconta pure di una telefonata del ministro dell’Economia a Berlusconi che si sente stretto tra due fuochi. Naturalmente, chi sta conducendo la partita sa bene dell’attenzione con cui Mattarella guarda ai tentativi di dialogo. E proprio il Quirinale, in fondo, è uno dei possibili sbocchi di questa collaborazione: si comincia con lo scostamento di bilancio per guardare avanti, fino all’elezione del capo dello Stato nel 2022.