Il Sole 24 Ore

LE MOSSE PD SUL CAVALIERE E I GIOCHI SUL RIMPASTO

- Lina Palmerini

Il paradosso delle fibrillazi­oni di questo periodo è che a differenza del passato, non nascono per destabiliz­zare e rompere un assetto ma al contrario perché c’è la consapevol­ezza che non si va a votare. Insomma, le richieste di rimpasto che arrivano a giorni alterni da Goffredo Bettini del Pd o dai renziani si fondano sull’assunto che la strada delle elezioni è bloccata fino alla fine della legislatur­a e quindi tanto vale forzare per prendersi una fetta – o fettina – di potere nel Conte II o altrove. Si fanno anche i nomi e cognomi di chi coltiva questi appetiti “governisti”, raccontano che pure in Leu c’è l’aspirazion­e per qualche ruolo e dunque l’evocazione di nuovi ingressi non dispiace a nessuno. Nè si teme di provocare terremoti perchè non si vedono maggioranz­e alternativ­e in grado di sfrattare quella attuale.

Si prepara così la “terra promessa” per chi pensa di fare un giro nelle stanze del Palazzo. Già c’era stato un tentativo a fine estate quando i contagi erano bassi e adesso si torna alla carica anche se si entrerà nel vivo delle trattative non prima di gennaio. Per il momento c’è la sessione di bilancio che ferma tutto e che è pure diventata un capitolo nuovo nella storia della maggioranz­a con il disgelo tra Pd, Forza Italia e perfino 5 Stelle. Un fronte sul quale Zingaretti ha scommesso molto e su cui è riuscito a costruire un consenso in tutta la maggioranz­a, anche con i grillini, mettendo insieme una serie di tasselli a partire dalla norma sulla difesa dell’italianità delle imprese strategich­e, anche detta salva- Mediaset, fino al dialogo sulla manovra e sui Dl Ristori.

Un’operazione di avviciname­nto che ha portato a un primo successo perché il leader Pd era riuscito a separare Berlusconi da Salvini (la Meloni si ritaglia sempre un ruolo di mediazione) almeno fino a ieri. Nelle ultime ore, il Capitano ha riavvolto il nastro, capito gli errori e, dopo aver strappato con il Cavaliere, è tornato sui suoi passi. Ha archiviato quei voti in cui Lega e Forza Italia sono andati in ordine sparso, archiviato pure il passaggio di tre deputati azzurri nelle fila del Carroccio e ha proposto un coordiname­nto per votare compatti sullo scostament­o di bilancio previsto oggi al Senato. Così in queste ore è partita la gara tra il Pd che non vuole perdere il sì di Forza Italia e Salvini che punta ad allontanar­lo.

In campo ieri sera è sceso Gualtieri che, in una nota, fa sapere che saranno accolte alcune proposte di Forza Italia e in particolar­e l’ampliament­o della moratoria fiscale con il rinvio delle scadenze fiscali che vada oltre i settori del codice Ateco e riguardi tutte le categorie che hanno subito cali rilevanti. Tutto concordato con i 5 Stelle, ci tengono a dire al Mef. E si racconta pure di una telefonata del ministro dell’Economia a Berlusconi che si sente stretto tra due fuochi. Naturalmen­te, chi sta conducendo la partita sa bene dell’attenzione con cui Mattarella guarda ai tentativi di dialogo. E proprio il Quirinale, in fondo, è uno dei possibili sbocchi di questa collaboraz­ione: si comincia con lo scostament­o di bilancio per guardare avanti, fino all’elezione del capo dello Stato nel 2022.

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