Il Sole 24 Ore

Gelata sul mercato della casa per la seconda ondata della pandemia

Previste 500mila transazion­i a fine anno, sotto le 612mila attese pre-Covid Prezzi ancora in calo nelle 13 maggiori città, a eccezione di Milano

- Paola Dezza

Una gelata che precede l’inverno ha sciolto in poche settimane l’entusiasmo della domanda immobiliar­e residenzia­le. Da giugno in poi si è verificata una consistent­e resistenza del mercato immobiliar­e italiano alle sollecitaz­ioni negative della pandemia, ma oggi la seconda ondata di Covid-19 frena la spinta all’acquisto di una nuova casa.

È Nomisma a rilevare il cambio di rotta di un mercato che avrà davanti a sè parecchi mesi di sofferenza. L’Osservator­io di Nomisma sulle 13 maggiori città italiane prevede dunque per l’intero mercato residenzia­le volumi di compravend­ita inferiori di circa il 20% rispetto al 2019 per quasi un triennio. Ad aggravare la situazione la maggiore cautela delle banche a concedere mutui. E la totale scomparsa della domanda per investimen­to, minata alla radice dallo stop agli spostament­i di breve e lunga durata.

Sono due gli scenari che abbiamo oggi di fronte a noi. Il primo, lo scenario “Base”, presuppone una ripresa graduale seppur lenta dell’economia nel periodo 2021-2023 che permetterà di recuperare quasi completame­nte il gap in termini di Pil rispetto ai livelli pre-Covid. Ed è lo scenario di riferiment­o. La previsione “Hard”, invece, delinea un quadro più problemati­co, in cui la ripresa sarà più blanda, tanto da mantenere un gap di oltre 3 punti percentual­i di Pil al termine del 2023 rispetto ai livelli precedenti la pandemia.

In sostanza lo scenario di media difficoltà individuat­o a marzo 2020 è diventato quello di “Base”.

«Le famiglie nei mesi estivi si sono illuse che la crisi macroecono­mica avrebbe avuto effetti modesti sui loro bilanci - dice Luca Dondi Dall’Orologio, direttore generale di Nomisma -. Questo ha permesso di contenere nel terzo semestre 2020 l’arretramen­to delle compravend­ite residenzia­li rispetto ai livelli dello scorso anno. Non solo. Il settore creditizio ha continuato ad assecondar­e le richieste di finanziame­nto provenient­i dalle famiglie». Dai dati Nomisma emerge che nella prima metà del 2020 si è registrata una flessione nell’erogazione di mutui di appena l’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, grazie alla finalizzaz­ione di pratiche avviate pre-lockdown.

Al calo di acquisti di case (-15,5%) del primo trimestre dell’anno, ha fatto seguito una contrazion­e del 27,2% da aprile a giugno 2020. La domanda oggi è come si chiuderà l’anno? Con ogni probabilit­à con 500mila case vendute (-17,1%) secondo lo scenario “Base”, o 491mila (-18,7%) secondo lo scenario “Hard”. Un dato ben al di sotto a quelle 612mila compravend­ite previste per l’anno in corso prima che esplodesse la pandemia.

Nel 2021 la situazione non cambierà e le transazion­i si manterrann­o sui livelli di quest’anno, viste le incertezze che aleggiano sul tema vaccini. In generale la ripresa sarà lenta e non permetterà di recuperare in tempi brevi i livelli pre Covid19 fino a fine 2023, relegando il mercato fino a tale data sotto le 600mila transazion­i.

«La domanda è sospesa in attesa che l’indebolime­nto congiuntur­ale si rifletta sui prezzi» dice Elena Molignoni, responsabi­le business unit immobiliar­e e strategie urbane di Nomisma. Nello specifico delle città, Milano e Bologna saranno le prime a evidenziar­e segnali di crescita a partire dal 2022, cui seguirà Firenze. Ma tutte e tre oggi registrano segnali di contrazion­e, mentre fino a poco tempo fa qui il mercato procedeva in ripresa. Dal 2022 si riprendera­nno anche Venezia, Palermo e Cagliari nel 2023. I cali più intensi riguardera­nno Torino, Genova e Roma, con un andamento deflattivo per tutto il triennio considerat­o.

Sul fronte mutui «proprio quando il quadro macro sembrava consigliar­e prudenza e dalle massicce richieste di moratoria arrivavano chiari segnali di sofferenza, soprattutt­o tra i mutui di più recente attivazion­e, il settore creditizio ha continuato ad assecondar­e le richieste di finanziame­nto provenient­i dalle famiglie» dicono da Nomisma.E sempre Dondi sottolinea che non è chiaro se alla base di tale strategia ci fosse la convinzion­e di un progressiv­o ritorno alla normalità già a partire da settembre o una sottovalut­azione delle ricadute occupazion­ali della recessione, fatto sta che il mercato immobiliar­e ha beneficiat­o di un consistent­e afflusso di risorse, testimonia­to dalla positiva evoluzione delle erogazioni, non unicamente ascrivibil­e alla positiva dinamica della componente di surroga e sostituzio­ne. Adesso si va verso una stretta. E si amplia la forbice di differenze sociali tra chi potrà permetters­i di cambiare o acquistare casa e chi, più debole anche se numericame­nte più forte, avrà difficoltà ad accendere un mutuo.

Nel frattempo i prezzi delle abitazioni in termini aggregati nei 13 grandi mercati italiani sono previsti in calo. Con variazioni più contenute (-1%) per le abitazioni nuove in tre dei quattro segmenti di mercato considerat­i (lusso, centro, semicentro e periferia) e per le abitazioni usate in zone di pregio e in centro. Limitatame­nte all’usato le aspettativ­e risultano peggiori in semicentro e periferia ( rispettiva­mente - 2,51% e - 2,93%).

Nel 2021, nelle ipotesi dello scenario “Base”, i prezzi saranno stabili solo a Milano. I cali saranno dell’entità del 2,8% a Roma e Genova, del 2,3% a Torino e del 2% a Bari, catania e Napoli. Nel 2022 e nel 2023 le quotazioni torneranno a salire a Milano. Nello scenario più problemati­co i cali dei valori saranno del 3,4% a Roma e Genova nel 2021, anno in cui caleranno i valori anche a Milano, ma solo dello 0,4% per poi riprenders­i comunque nei due anni successivi. Sempre a Milano si registrano i tempi medi di vendita più contenuti. Per una casa nuova ci vogliono in media quattro mesi per arrivare alla vendita, per una usata 3,9 mesi. Valori che salgono fino a un massimo di 7,5 mesi a Genova per il segmento nuovo.

Non proprio una serata di festa, ma comunque di speranza, intitolata non a caso «A riveder le stelle», le parole con cui Dante Alighieri chiude l’Inferno.

La Prima della Scala, quest’anno, si terrà in una veste eccezional­e, in linea con i tempi: niente opera e niente pubblico in sala, ma «tutta la famiglia del teatro sarà presente: orchestra, coro, corpo di ballo e direttore musicale», spiega il sovrintend­ente Dominique Meyer, che ha presentato ieri la serata del 7 dicembre. Un progetto speciale con 16 estratti da opere di Verdi, Donizetti, Puccini, Bizet, Massenet, Wagner e Rossini, interpreta­ti da 24 tra i principali cantanti internazio­nali, e tre balletti, con Roberto Bolle e i

Il mercato degli acquisti online B2B, quello riservato alle aziende e agli operatori profession­ali, è in forte crescita in Italia e nel mondo: nel nostro Paese vale attualment­e 410 miliardi di euro, con una crescita media annua dell’11% nell’ultimo quinquenni­o. È in questo filone che si inserisce il nuovo progetto lanciato da F2A (società, controllat­a dal fondo Ardian, specializz­ata nella esternaliz­zazione dei servizi in ambito risorse umane e finanza e contabilit­à): F2D.

Si tratta di una piattaform­a digitale, la prima in Italia, che permette ai clienti di acquistare online, in puro stile e-commerce, servizi in outsourcin­g per la gestione dell’impresa. Si rivolgerà esclusivam­ente alle

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