Moda, faro Antitrust sui contratti Benetton
L’ipotesi è abuso di dipendenza economica verso due rivenditori La replica dell’azienda: «Posizione di assoluta legittimità e correttezza»
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria nei confronti del gruppo Benetton (con a capo la holding Benetton Srl), ipotizzando un abuso di dipendenza economica. Al centro della vicenda ci sono due contratti di franchising stipulati con un rivenditore indipendente di prodotti a marchio Benetton.
Sul piano della dipendenza economica, «Benetton - si legge nella nota dell’Autorità - avrebbe imposto al rivenditore di mantenere una struttura di vendita e un’organizzazione commerciale disegnata sulle sue esigenze, in considerazione del fatto che si garantisce contrattualmente la possibilità di fissare regole e parametri organizzativi idonei a irrigidire la struttura aziendale del franchisee, fino a ostacolarne, se non impedirne, la sua eventuale riconversione. In tale contesto, oggetto dell’istruttoria è il possibile uso discrezionale da parte di Benetton di alcune clausole contrattuali che le consentirebbero di incidere su scelte strategiche del rivenditore, quali la definizione delle proposte e/o degli ordini di acquisto, non solo in termini di tempistica, ma anche di quantitativi».
In tal modo, Benetton «potrebbe avere condizionato in maniera significativa l’attività economica del franchisee, al quale sarebbe di fatto impedito di gestire in autonomia la propria attività commerciale». Nel testo del provvedimento si legge che «ad avviso del segnalante, i contratti che regolano i rapporti con Benetton includono clausole che avrebberoostacolato, senonaddirittura impedito, lo svolgimento in utile della propria attività aziendale, sino a causarne la cessazione. Da una parte, infatti, il franchising avrebbe comportato oneri tali da determinare una dipendenza economica strutturale del rivenditore nei confronti di Benetton, dall’altra, il Contratto avrebbe di fatto consentito a Benetton di gestire in modo discrezionale e asseritamente abusivo i quantitativi e la qualità degli ordini da destinare al punto vendita, anche tramite una gestione complessa e farraginosa degli ordini e del sistema di garanzia delle merci e di restituzione degli abiti in eccesso, fallati o di qualità deteriore». Il 24 novembre scorso l’Autorità ha condotto ispezioni nelle sedi di Benetton Srl e Benetton Group Srl con la collaborazione dei militari della Guardia di Finanza. Il quadro, sottolinea l’Autorità, è quello in cui «il Gruppo Benetton detiene una posizione di sicuro rilievo nel mercato dell’abbigliamento, con un marchio che
Gli inizi
Nel 1955 Luciano e Giuliana Benetton hanno l'intuizione di realizzare e commercializzare una maglia colorata, gialla, un prodotto inedito per quei tempi. Nel 1962 Benetton comincia a produrre maglioni in tinte neutre e colorarli solo dopo in base agli ordini. Nasce il tinto in capo
United Colors of Benetton lancia la sua prima sfilata alla Settimana della Moda di Milano, per presentare la collezione Rainbow Machine del suo nuovo direttore artistico JeanCharles de Castelbajac godediunaforteattrattivacommerciale, e dunque la vicenda è rilevante non solo sul piano del singolo rapporto contrattuale, ma anche per la tutela della concorrenza e del mercato. L’utilizzo del modello contrattuale in esame da parte di un soggetto che gestisce una significativa rete commerciale in franchising potrebbe avere un impatto significativo su tutti gli imprenditori che costituiscono la rete in questione, a danno del gioco concorrenziale nel mercato».
Dalla sede trevigiana, il gruppo del tessile - 4.468 negozi, di cui 3.244 fra franchising operated store e indirectly operated store e 1.224 direttamente gestiti - precisa che «con riferimento all’avvio da parte dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato di un’istruttoria nei confronti del gruppo, avente ad oggetto due contratti di franchising stipulati con un rivenditore indipendente di prodotti a marchio United Colors of Benetton, il Gruppo non ha dubbi in merito alla propria estraneità a qualsiasi pratica commerciale riconducibile all’abuso di dipendenza economica così come a qualsiasi attività illecita o scorretta nella gestione del rapporto con i suoi clienti/retailer».
In particolare, specifica la nota aziendale, «proprio a riguardo della vicenda in esame da parte di Agcm, la magistratura ordinaria ha già avuto modo di accertare la correttezza del Gruppo e il suo rigoroso rispetto della normativa, così come accaduto in situazioni analoghe anche con riferimento all’istituto dell’abuso di dipendenza economica. L’ampia documentazione già passata al vaglio dell’autorità giudiziaria e l'esito favorevole dei relativi giudizi - conclude - unitamente alla piena collaborazione e disponibilità fornita alle attività istruttorie, consente al Gruppo Benetton di confidare di provare con esaustiva chiarezza anche all’Agcm la propria posizione di assoluta legittimità e correttezza».