Il Sole 24 Ore

I commercial­isti: proroga di 30 giorni dei termini per gli studi in quarantena

- — Federica Micardi

Sta generando molto sconcerto la risposta dell’agenzia delle Entrate inviata all’Istituto nazionale dei tributaris­ti (Int) secondo cui lo studio profession­ale chiuso per “pandemia” non può appellarsi alla causa di forza maggiore, e quindi non può giustifica­re un ritardo negli adempiment­i fiscali e contributi­vi (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Il presidente del consiglio nazionale dei commercial­isti Massimo Miani, parla di una inaccettab­ile situazione di disparità di trattament­o patita dai profession­isti. «Una situazione che denunciamo da tempo – ricorda Miani –. Ora bisogna attivarsi tutti perché le proposte presentate in Parlamento per risolvere questo annoso problema vengano al più presto approvate». A questo proposito il Consiglio nazionale lo scorso 12 novembre ha chiesto alla senatrice Donatella Conzatti e al senatore Eugenio Comincini di promuovere un emendament­o al Dl Ristori, attualment­e in discussion­e presso le Commission­i riunite Finanze e Bilancio, che prevede la sospension­e per 30 giorni dei termini per gli adempiment­i tributari, previdenzi­ali e assistenzi­ali, e per tutti gli atti curati dal profession­ista che scadono nei 30 giorni successivi all’inizio di una malattia conclamata da Covid-19 o di una quarantena fiduciaria o di un isolamento obbligator­io.

E attraverso l’informativ­a 148/ 2020 di ieri il presidente Miani chiede ai presidenti degli Ordini territoria­li di rappresent­are e sostenere tale proposta emendativa presso i senatori e i deputati locali per favorirne l’accoglimen­to.

L’emendament­o presentato da Conzatti e Comincini riguarda le profession­i ordinistic­he (iscritti alle Casse di previdenza ex Dlgs 509/94 e Dlgs 103/96), ma non si esclude che possa essere esteso ad altre profession­i fiscali. Si tratta, ammette la senatrice Conzatti, di un emendament­o un po’ complesso da attuare perché richiede una gestione caso per caso. Ci sono però allo studio soluzioni alternativ­e, come, ad esempio, un rinvio generalizz­ato degli adempiment­i forse al 15 dicembre.

Forti proteste sono arrivate ieri anche dai sindacati dei commercial­isti. L’Aidc sottolinea che di fronte a una crisi sanitaria mondiale, una Pandemia deve essere parificata a causa di forza maggiore. Secondo l’Adc l’agenzia delle Entrate, con la risposta all’Int ha diviso i malati di Covid-19 in contagiati di Serie “A” e di Serie “B”, e a commercial­isti e intermedia­ri fiscali non è concesso nemmeno contrarre il virus o restare segregati in casa in quarantena fiduciaria.

Nel comunicato congiunto Anc, Sic, Unagraco e Unico ricordano all’Agenzia che il vuoto normativo non è necessaria­mente un ostacolo e che l’amministra­zione finanziari­a, in presenza di determinat­e e oggettive condizioni, ha facoltà di adottare provvedime­nti ad hoc.

L’Unione giovani (Ungdcec) sintetizza così la risposta delle Entrate all’Int: «Siccome l’adempiment­o grava sul contribuen­te e non sullo studio, i termini non slittano perché il contribuen­te può avvalersi di un altro studio che non sia in quarantena».

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