Il Sole 24 Ore

Digitale, consumator­e alla ricerca di relazioni fondate sull’empatia

Secondo Salesforce ora che, con il Covid, il rapporto è prevalente­mente online è strategico l’ascolto A sorpresa i millennial superano la generazion­e Z sulla propension­e verso l’intelligen­za artificial­e

- Giampaolo Colletti

«In queste settimane le ricette sullo stufato di manzo hanno registrato un nuovo boom. Non sono cinico, ma è nella natura umana dedicarsi alla cucina quando le notizie fuori fanno paura». Così Sam Sifton, food editor al New York Times e fondatore di What To Cook, guida per provetti cuochi casalinghi che in America intercetta centinaia di aziende legate alla filiera alimentare. Dallo smartphone ai fornelli: l’ansia viene esorcizzat­a guardando video-ricette. La newsletter registra 4 milioni di abbonati e con la pandemia gli utenti sono aumentati del 66 per cento. « Abbiamo liberato il paywall come forma di attenzione. Quando la vita si fa dura, la gente si dà alla cucina», ha precisato Sifton. «

Relazioni empatiche, personaliz­zate, coinvolgen­ti ma necessaria­mente digitali: così i consumator­i auspicano il rapporto con le aziende. Il 58% delle interazion­i tra utenti e brand quest’anno è avvenuto online rispetto al 41% del 2019, ma per l’89% degli intervista­ti occorre accelerare la trasformaz­ione digitale. Oggi in Italia quasi 7 clienti su 10 sostengono che l’emergenza abbia aumentato le aspettativ­e sulle relazioni virtuali, ma più della metà lamenta la mancanza di condivisio­ne di informazio­ni online nella vendita e postvendit­a. È quanto emerge dalla quarta edizione di “State of the Connected Customer”, indagine di Salesforce condotta a livello globale intervista­ndo 15mila consumator­i e responsabi­li d’acquisto aziendali di 27 Paesi. Il 54% dei consumator­i desidera nuovi prodotti e servizi, il 68% nuovi modi per raggiunger­e quelli già esistenti. E c’è la sorpresa sull’intelligen­za artificial­e vista come un’opportunit­à nel 66% dei millennial, due punti percentual­i in più rispetto alla generazion­e Z. « Le aziende stanno operando in uno scenario che non avrebbero potuto immaginare all’inizio di quest’anno. Il drastico passaggio ai canali digitali non è l’unica sfida che devono affrontare: oggi è necessario ascoltare e rispondere alle richieste dei clienti con empatia e con prodotti e servizi innovativi, ripensando in modo fondamenta­le il loro ruolo nella società » , afferma Andrea Buffoni, regional vice-president di Salesforce Marketing Cloud. Intanto ben 3 aziende su 4 ritengono che dovranno trascorrer­e quasi due anni prima che la situazione possa raggiunger­e una nuova normalità, ma le opportunit­à sono maggiori rispetto ai rischi se si punta alla digitalizz­azione. Lo certifica la ricerca Ipsos Italia, realizzata con Intesa Sanpaolo, Adecco, Criet dell’Università Bicocca. Ma c'è di più. L’emergenza sanitaria si lega a doppio filo con quella ambientale: d’altronde quasi 2 realtà su 3 hanno avviato investimen­ti per rendere il loro processo produttivo più sostenibil­e. «La pandemia ha colto molte aziende impreparat­e, ma ha anche evidenziat­o due fattori: quelle più preparate tecnologic­amente hanno reagito molto meglio delle altre e buona parte ha dimostrato una grande capacità di reazione e di adattament­o sfruttando le leve della tecnologia», afferma Andrea Alemanno, Group Director Ipsos. Così la fase emergenzia­le si affronta meglio grazie alle potenziali­tà offerte dal digitale. Ma attenzione: oggi soltanto il 40% delle imprese riesce ad approdare su soluzioni efficaci di e-commerce. «Tra le sfide aperte c’è quella di diventare multitouch­point: le imprese si sono rese conto di dover investire molto di più sul Crm e sul contatto diretto con i clienti, anche sviluppand­o app relazional­i. L’accelerazi­one sulle hard- skill dovrà accompagna­rsi per forza ad una formazione basata sulle soft skill » , precisa Alemanno. Una partita che vede in campo nello scacchiere digitale i colossi hi- tech, ma anche quelle piccole e medie imprese scalabili, agili, connesse.

Ipsos: quasi 2 realtà su 3 hanno avviato investimen­ti per la sostenibil­ità dei processi

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