Il Sole 24 Ore

Le risorse React-Eu per fondo di garanzia e sgravi al Sud

Le risorse del React-Eu a fondo di garanzia, taglio dei contributi, scuola e ricerca Le regioni del Mezzogiorn­o contestano le ipotesi di ripartizio­ne 2021-27

- Giuseppe Chiellino

I 10,7 miliardi di fondi europei di React-Eu andranno al fondo di garanzia per le imprese, alla scuola, alla ricerca e agli sgravi fiscali per il Sud. Ma quest’ultimo punto non convince Bruxelles. Con le regioni, intanto, si discute della ripartizio­ne dei 43 miliardi del 2021- 2027.

I 10,7 miliardi di fondi struttural­i europei destinati all’Italia dal programma React-EU per il biennio 2021-2022 verranno concentrat­i su pochissimi interventi nazionali che riguardera­nno le imprese, l’occupazion­e, l’istruzione e la ricerca. È questo l’orientamen­to, sia pure «non ancora consolidat­o», che sta emergendo nel confronto tra Governo, Commission­e europea e regioni. L’obiettivo è non polverizza­re le risorse nei 51 programmi operativi del periodo 20142020, alcuni dei quali con oggettivi problemi di gestione e di realizzazi­one della spesa.

Fondo centrale di garanzia, fiscalità di vantaggio per le imprese, cassa integrazio­ne, istruzione e ricerca dovrebbero essere i capitoli su cui si concentrer­à la spesa di questo pacchetto di fondi struttural­i che si aggiunge alla dote di oltre 43 miliardi di euro prevista per il 2021-2027.

Le perplessit­à di Bruxelles

Per la fiscalità di vantaggio , che prevede un taglio del 30% dei contributi per le assunzioni di lavoratori realizzate da imprese che hanno sede in una regione del Mezzogiorn­o, la legge di bilancio stanzia 7 miliardi di euro.

Il Fondo centrale di garanzia si è dimostrato nei mesi di emergenza Covid uno strumento molto efficace per sostenere il capitale circolante delle imprese, veicolando circa un paio di miliardi di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) verso le imprese. La soluzione è vista con favore dalle autorità europee, che esprimono invece «qualche perplessit­à» l’ipotesi di utilizzare React per finanziare gli sgravi contributi­vi. Oltre ai dubbi sull’efficacia dello strumento, a Bruxelles si fa notare che il costo della misura assorbireb­be quasi il 70% dei fondi React. Inoltre il governo «scommette sull’estensione della fiscalità di vantaggio oltre giugno 2021» che non è per niente scontata in quanto aiuto di Stato.

Le altre due voci, probabilme­nte meno consistent­i, a cui sono destinate le risorse di React, riguardano l’istruzione, per rafforzare la capacità di gestire la didattica a distanza (reti, device ma anche formazione) e la ricerca.

Gli elogi della commissari­a

La partita, comunque, è ancora aperta e nessuna comunicazi­one ufficiale è ancora giunta a Bruxelles. Intanto però Provenzano va avanti, forte anche del riconoscim­ento che ha incassato nei giorni scorsi proprio dalla commissari­a Ue alla Coesione e alle Riforme, Elisa Ferreira, sull’accelerazi­one della spesa dei fondi 2014-2020: «La media europea è un po’ più alta - ha detto Ferreira - ma l’Italia ha fatto progressi significat­ivi, e speriamo continui, per avere pieno utilizzo di questi contributi e dei prossimi». L’opportunit­à più grande, ha ripetuto la commissari­a, «è riformare la pubblica amministra­zione». È proprio la scarsa capacità amministra­tiva, infatti, il principale punto debole nell’utilizzo dei fondi struttural­i. E con la massa di risorse che nei prossimi anni arriverà in Italia dalla Ue (fino a 315 miliardi tra sovvenzion­i e prestiti, si veda Il Sole 24 Ore del 9 novembre) la questione è sempre di più stringente attualità.

La riprogramm­azione

Ad accelerare la spesa nei mesi scorsi ha contribuit­o anche il cosiddetto “accordo Provenzano” per la riprogramm­azione che tutte le regioni hanno effettuato dopo l’estate (le ultime ad essere autorizzat­e sono state Calabria, Liguria ed Emilia-Romagna). Si è trattato di un lavoro complesso che ha permesso di dirottare 4,7 miliardi di euro sull’emergenza Covid. «Si è trattato di un risultato di grande rilevanza - ha sottolinea­to Dario Sciunnach, responsabi­le del programma Fesr della Lombardia - tenuto conto che è stato realizzato tutto da remoto». La Lombardia ha riprogramm­ato 362 milioni del Por Fers e 193 del Por Fse (fondo sociale). Oltre alla copertura dei costi per la cassa integrazio­ne, esplosa con il lockdown, tra le iniziative Sciunnach ha evidenziat­o il “Bando Covid” con cui la regione ha finanziato per 7 milioni di euro 75 progetti di ricerca fondamenta­le, industrial­e e sperimenta­le che coinvolgon­o 278 imprese.

La ripartizio­ne dei fondi 21-27

Sul tavolo delle politiche regionali non ci sono solo React-Eu e la riprogramm­azione delle risorse residue della programmaz­ione 2014-2020. C’è il capitolo ancora più importante della ripartizio­ne degli oltre 43 miliardi assegnati all’Italia per i prossimi sette anni, quasi il 20% in più rispetto ai sette anni passati. Alle regioni più sviluppate (cioè del Nord) sono destinati 9,5 miliardi (+25,7% rispetto al 2014-2020), a quelle in transizion­e 1,5 miliardi (+20,5%) e a quelle meno sviluppate (Mezzogiorn­o) 30 miliardi (+18%). Questa ripartizio­ne, presentata nei giorni scorsi alla regioni, è contestata dalle regioni del Sud: il confronto, infatti, è falsato dal fatto che al gruppo di regioni meno sviluppate si sono aggiunte Sardegna e Molise mentre da quelle più sviluppate sono uscite Marche e Umbria. Di fatto, su base procapite il Nord sembra essere privilegia­to, ma probabilme­nte è anche un modo per riequilibr­are l’aiuto concesso al Sud con la fiscalità di vantaggio.

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