Appello delle regioni alpine: piste aperte per gli hotel
Oggi il confronto definitivo sul testo: per i governatori il divieto di assembramento dovrà essere il «principio cardine», ma Speranza e Boccia ribadiranno la linea del rigore a Natale
Le Regioni Veneto, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e le Province Autonome di Bolzano e Trento, hanno chiesto al Governo la possibilità di aprire gli impianti per lo sci a Natale per gli ospiti di hotel e seconde case.
Il nuovo Dpcm.
Oggi è il giorno decisivo. L'incontro tra Governo e Regioni ha sul tavolo le nuove regole sul Covid in vigore dal 4 dicembre. Il nuovo Dpcm, che molto probabilmente verrà approvato dal Governo domani, ci dirà cosa potremo e soprattutto non potremo fare durante le festività natalizie. Nel nuovo provvedimento le restrizioni non verranno infatti allentate ma rafforzate. Troppo alti ancora i numeri dei contagi (ieri 16.377 ma era lunedì e i tamponi sono stati solo 130.524) e soprattutto dei ricoveri che negli ultimi giorni invece avevano fatto registrare una timida discesa, confermata nelle terapie intensive (-9) che scontano però l’alto numero di decessi (672 nelle ultime ventiquattr'ore).
Di qui la scelta di mantenere la linea del rigore, che oggi il ministro della Salute Roberto Speranza e quello per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ribadiranno ai Governatori nell’incontro a cui parteciperanno anche il commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, e il Capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli: dal coprifuoco alle 22 anche a Natale e Capodanno al divieto di spostamenti anche tra Regioni in fascia gialla a partire dal 20 gennaio per evitare l’esodo natalizio.
Le Regioni - riunitesi ieri pomeriggio - accettano che il principio cardine sia «il divieto di assembramento» ma criticano le modalità con cui il Governo lo declina. Le folle nelle vie dello shopping a Torino e Milano stridono con «con i divieti per altre attività che di assembramentii ne creano meno», è la riflessione dei presidenti. Inevitabile il riferimento alla chiusura degli impianti da sci. Le regioni alpine e l'Abruzzo hanno chiesto all’esecutivo di consentire l'apertura degli impianti per chi alloggia in hotel o in una seconda casa che consentirebbe di regolare l'afflusso sulle piste. Ma è un capitolo, quello dello sci, su cui il Governo non è intenzionato a trattare. Lo sanno anche le Regioni direttamente interessate che si dicono pronte a chiudere allora i confini verso quei Paesi che apriranno a Natale le piste per evitare di «esportare turismo e importare Covid». In cima alla lista ci sono Svizzera e Austria, anche se quest'ultima fa sapere di non aver ancora deciso. Altro tema caldo è quello degli spostamenti. «Chiederemo al Governo di consentire gli spostamenti tra regioni dello stesso colore», cioè con lo stesso livello di rischio, anticipa il ligure Giovanni Toti, che assieme ai suoi colleghi propone anche di accorciare i tempi di permanenza (oggi due settimane) prima di essere promossi in una fascia con minori restrizioni.
La risposta dell'Esecutivo in parte già c’è stata. Il sistema delle fasce verrà non mantenuto ma rafforzato. Nel decreto ristori quater il Governo ha stabilito che non può esserci un “doppio salto”. Significa che una Regione classificata rossa, in caso di miglioramento dei dati non potrebbe transitare immediatamente in area gialla ma dovrebbe prima transitare per ulteriori 14 giorni in area arancione. A meno che la Cabina di regia non decida di accelerare il passaggio. Le Regioni vorrebbero fosse introdotto anche una fascia di colore bianco con meno restrizioni ad esempio sulla chiusura serale dei ristoranti. Sarebbe al momento solo un auspicio visti i numeri. Restano poi il tema del coprifuoco anche a Natale e Caposanno. Boccia e Speranza sono stati perentori. E ieri dalla Ue è arrivato l'invito a evitare assembramenti durante le messe.
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