Quei rinvii dell’ultima ora
Il decreto legge ristori quater, dopo il via libera quasi alla mezzanotte di domenica, ha imboccato ieri la strada della Gazzetta Ufficiale. Provando a completare un iter difficile. E preparandosi a produrre gli effetti dilatori dei pagamenti degli acconti in scadenza ieri, in coincidenza con il termine per i versamenti, fissato in origine proprio al 30 novembre.
Tutto bene dunque? La sostanza dovrebbe essere salva, ma la forma? È vero: il Governo aveva chiarito nei giorni scorsi con un comunicato stampa (riportando d’attualità il “prezioso” strumento del comunicato-legge) quali sarebbero state le nuove scadenze da seguire. Ma arrivare all’ultima ora dell’ultimo giorno con l’atto formale che posticipa i versamenti in scadenza e l’invio delle dichiarazioni mette in difficoltà aziende, contribuenti e professionisti. Tanto più che anche la data di rinvio non è secca, ma frutto di incroci fra calcoli e valutazioni territoriali. Calcoli che, inoltre, potrebbero anche non essere sempre agevoli.
Le attenuanti, certo, non mancano. Il periodo eccezionale che stiamo vivendo obbliga a decisioni rapide e improvvise. Impone di tener conto di passaggi parlamentari ineludibili come il voto sullo scostamento di bilancio prima di poter procedere a nuovi rinvii. Ma l’eccezionalità del momento può trasformare le attenuanti in possibili aggravanti. Aziende, contribuenti e professionisti, in una fase come questa, avrebbero bisogno di maggiore chiarezza. Senza la necessità di seguire giorno per giorno le indiscrezioni per valutare i comportamenti da tenere. E senza il problema di trovarsi solo all’ultima ora con gli elementi per capire se si ha diritto al rinvio al 10 dicembre o a quello al 30 aprile. Per tacere dei dubbi sciolti solo all’ultimissima curva legati all’intreccio fra le regole fissate con totale mancanza di sincronia dal Dl e dalle ordinanze che cambiano i colori delle regioni a seconda dell’allarme pandemia. Il rischio, evitato in extremis, è stato lasciare senza proroga lunga molti contribuenti di Lombardia, Piemonte e Calabria. Per tacere, poi, del fatto che per le proroghe dei versamenti Iva di dicembre varranno altre modalità di calcolo.
Insomma, un quadro complesso che sembra rispondere in modo disordinato ai problemi reali degli operatori.
Il ritardo del decreto legge obbliga a ritornare alle fragili garanzie offerte dai comunicati legge
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