Proroga superbonus 110%, pressing bipartisan
Iv spinge sulla cedolare secca per i negozi, il M5s sul bonus tv 4.0
L’onda lunga dei quasi 7mila emendamenti depositati in commissione Bilancio alla Camera è pronta a risucchiare gli 800 milioni a disposizione del restyling della manovra. E spinge con forza la proroga a tutto il 2023 del superbonus del 100% per interventi di miglioramento energetico e sismico degli immobili. Che è considerato prioritario da una settantina di deputati di tutte le forze di maggioranza e anche dai partiti di opposizione, a cominciare da Forza Italia e Lega.
Il nodo resta quello delle risorse. Ma secondo l’Ance «non c’è tempo da perdere». Il presidente dell’Associazione nazionale dei costruttori, Gabriele Buia, sottolinea che «la proroga al 2023 è necessaria per dare reale avvio agli interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza sismica che sono praticamente fermi in attesa che il quadronormativoeil quadronormativoeilperiododitempoadisposizione periodo ditempoa disposizione per beneficiarne sia adeguato alle reali necessità». Il pressing per rivedere la legge di bilancio è indirizzato anche su altri ritocchi, come la cedolare seccaperinegozi, il ilprolungamentodella prolungamento della rottamazione auto, il “bonus tv 4.0”, nuovemisure disostegnoperi disostegnoperilavoratori, lavoratori, compresi i liberi professionisti, e molte integrazioni al capitolo fiscale.
Ma a tenere banco continua ad essere il dibattito dentro e fuori la maggioranza sulla proposta di patrimoniale sui super-ricchi lanciata da una fetta del Pd e da Leu. Ieri il Dem Matteo Orfini ha detto di non voler ritirare l’emendamento di cui è cofirmatario. Che prevede l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un’aliquota progressiva minima dello 0,2% sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro. Un’idea giudicata una «follia» da Matteo Salvini e bocciata seccamente da
Il Dem Orfini difende la patrimoniale sui superricchi. Alt da governo e maggioranza. Centrodestra all’attacco
tutto il centrodestra. Ma anche il governo non sembra affatto intenzionato a percorrere questa strada. Con i ministro degli Affari Regionali, Francesco Boccia, e il vicemininistro dell’Economia, Antonio Misiani (entrambi Dem) che ricordano che una simile misura non fa parte del programma dell’esecutivo e neppure di quello del Pd. Ancora più netto Luigi Di Maio che parla di proposta assurda.
Schermaglie che preludono alla vera partita che si giocherà a Montecitorio sulle modifiche alla manovra. Una partita che, se non ci saranno slittamenti, entrerà nel vivo la prossima settimana quando si comincerà a votare in commissione con l'obiettivo di portare il testo in Aula il 20 dicembre, anche se sono in molti a scommettere che questo appuntamento dovrà essere rimandato almeno al 21. Intanto i gruppi parlamentari cercano di spianare la strada ai loro ritocchi. Come quello già citato della cedolare secca sugli affitti commerciali che per Italia viva va rinnovata e stabilizzata a partire dai contratti stipulati nel 2021. La stima dei costi dell’emendamento (primo firmatario il presidente della commissione Finanze di Montecitorio, Luigi Marattin) è di 160 milioni che verrebbero pescati dal fondo per le esigenze indifferibili del Mef. E a dichiararsi subito favorevole a questa soluzione è Confedilizia.
Anche il Pd punta su una forma di cedolare secca ma in favore dei disabili, introducendo un’aliquota agevolata del 7,5% per gli affitti in immobili dove sono stati realizzati i lavori di abbattimento delle barriere architettoniche. Sempre dai Dem, poi, arriva un emendamento per escludere dall’Isee le indennità per disabili e caregivers. Corposo anche il pacchetto di correttivi dei Cinque stelle, che spingono per l’introduzione di un bonus tv 4.0 da 100 milioni per favorire la rottamazione di vecchi televisori. Pd e Iv sarebbero favorevoli anche al prolungamento della rottamazione auto a a rafforzare il pacchetto fiscale. Ma il serbatoio da 800 milioni per i correttivi non appare adeguato alle richieste. Senza contare che anche governo e relatori dovrebbero lasciare il loro segno sul restyling, a cominciare dal rafforzamento dei contratti d’espansione.
800 MILIONI La dote a disposizione del Parlamento per le modifiche alla legge di bilancio che ha inziato il suo iter alla Camera. In commissione Bilancio depositati quasi 7mila emendamenti