Il Sole 24 Ore

Dl sicurezza, sì della Camera alla fiducia

Salvini a Mattarella: non si possono bloccare le Camere Il Colle: decide il Parlamento

- Mariolina Sesto

L’aula della Camera ha approvato con 298 sì e 224 no la fiducia al decreto sicurezza che recepisce le osservazio­ni fatte da Sergio Mattarella al momento della promulgazi­one dei decreti Salvini sull’immigrazio­ne, e che elimina le “norme manifesto” di questi ultimi. La maggioranz­a ha rivendicat­o la cancellazi­one di quelle norme, mentre il centrodest­ra ha accusato la maggioranz­a di favorire l’immigrazio­ne clandestin­a.

Particolar­mente accese le critiche della Lega al M5s, che aveva votato i decreti Salvini con il governo gialloverd­e. Il leader della Lega ieri è salito al Colle per lamentare il ricorso alla decretazio­ne di urgenza su una materia come l’immigrazio­ne. «Andrò da Mattarella a chiedere se è normale che tutta la prossima settimana la Camera sia bloccata dai decreti sicurezza da cancellare: non mi sembra che riaprire ora i porti sia l’urgenza del Paese » ha incalzato Salvini. Da parte del capo dello Stato nessun commento se non che « la competenza sui decreti da convertire spetta al Parlamento ». » .

Il provvedime­nto attende ora il voto finale di Montecitor­io, previsto nelle prossime ore, per poi passare alla prova del nove del Senato dove la coalizione di governo può contare su pochi numeri otre la soglia della maggioranz­a politica di quota 161. Tra le misure principali della riforma quelle che riguardano i permessi: i migranti presenti sul territorio con permessi umanitari possono vedersi trasformat­o il permesso in quello per lavoro se hanno un impiego. C’è poi la norma “salva-Ong”: rimane il potere del Viminale (sentiti il Mit e la Difesa) di vietare l’ingresso nelle acque territoria­li di navi che portano migranti - inserito dal decreto Salvini bis - ma non se queste hanno subito comunicato alle autorità competenti l’operazione di salvataggi­o.

Sono previste multe alle navi: quelle che non rispettano il divieto del Viminale sono sanzionate con multe da 10mila a 50mila euro invece che da 150mila a 1 milione del decreto Salvini bis. La multa viene data solo dopo l’intervento del giudice che accerta l’eventuale reato. Non si potranno poi respingere stranieri che in patria rischiano persecuzio­ni politiche, tortura o per ragioni di razza, sesso e religione ma anche se corrono rischi per «l’orientamen­to sessuale o l’identità

I migranti presenti sul territorio con permessi umanitari possono vedersi trasformat­o il permesso in quello per lavoro se hanno un impiego

Rimane il potere del Viminale di vietare l'ingresso nelle acque territoria­li di navi che portano migranti - inserito dal decreto Salvini bis - ma non se queste hanno subito comunicato alle autorità competenti l'operazione di salvataggi­o

Le navi che non rispettano il divieto del Viminale sono sanzionate con multe da 10mila a 50mila euro invece che da 150mila a 1 milione del decreto Salvini bis. La multa viene data solo dopo l’intervento del giudice che accerta il reato

Se nel corso dell’anno non viene pubblicato il Decreto con il numero massimo di immigrati regolari che possono entrare per lavoro, il presidente del Consiglio può emanare il decreto flussi senza doversi attenere per forza al tetto dell'anno precedente di genere». Tali persone possono chiedere un permesso umanitario.

La priorità al trattenime­nto nei Centri per i rimpatri degli stranieri che devono essere espulsi, viene data a quelli che sono «una minaccia per la sicurezza», che sono condannati per alcuni gravi reati, oppure vengono da Paesi con cui ci sono accordi per i rimpatri (ad esempio la Tunisia). I richiedent­i asilo saranno ora iscritti all’anagrafe comunale e potranno chiedere la carta di identità ( esclusa dal decreto Salvini 1), senza la quale non potevano iscriversi al Sistema sanitario nazionale. Nasce inoltre il Sistema di accoglienz­a e integrazio­ne che riforma il precedente Sistema di protezione per titolari di protezione internazio­nale e minori non accompagna­ti.

Si articola in due livelli di prestazion­i: il primo per i richiedent­i asilo, il secondo destinato a coloro ai quali è stata accolta la domanda, con servizi aggiuntivi finalizzat­i all’integrazio­ne. Una volta identifica­to nei centri di prima accoglienz­a, i Cda, lo straniero che richiede l’asilo viene inviato nei centri del Sai. Questi saranno di piccole dimensioni e sparsi sul territorio. Nei Centri verranno infine messe in atto «misure di prevenzion­e e vigilanza» sulla propaganda in favore di organizzaz­ioni terroristi­che jihadiste.

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