Il Sole 24 Ore

Nella maggioranz­a è di nuovo assedio al fortino di Conte

Mes, Recovery, rimpasto: le tensioni si scaricano sul tavolo del programma Renziani all’attacco: «Non si può perdere tempo, non lo si può far perdere al Paese»

- Barbara Fiammeri Manuela Perrone

Il tavolo di maggioranz­a per aggiornare il programma di governo diventa il capro espiatorio sul quale si sfogano tutte le tensioni accumulate altrove: sulle nuove misure anti-Covid, sulla struttura per la governance del Recovery Plan, sul Mes, sulle spinte per il rimpasto. Nel mirino c’è un unico bersaglio: il premier Giuseppe Conte.

È sera quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, riunisce di nuovo tutti i capigruppo di Pd, M5S, Iv e Leu. Il compito assegnato ai partiti di maggioranz­a era quello di consegnare il loro aggiorname­nto rispetto ai 29 punti dell’accordo di governo gialloross­o. Le 200 pagine arrivate saranno in queste ore organizzat­e e riunite in un unico documento, che sarà oggetto di un nuovo incontro convocato per oggi alle 17.

A riunione in corso, fonti di Italia Viva hanno aperto il fuoco. «Non si

Schermagli­e che andranno avanti probabilme­nte per tutta la sessione di bilancio e almeno anche per la prima metà di gennaio. Tra i partiti della maggioranz­a ( ma anche dell’opposizion­e) è forte la convinzion­e che a decidere le sorti del governo e soprattutt­o del presidente del Consiglio saranno ancora una volta i numeri del Covid. La prima ondata è stata decisiva per far salire alle stelle la fiducia nei confronti di Conte. In questa seconda il premier sta perdendo punti, ma in ogni caso è impensabil­e un cambio della guardia a Palazzo Chigi, se il livello dell’emergenza resterà alto. Senza contare il rischio che le elezioni amministra­tive previste per la primavera 2021 possano slittare, come già avvenne lo scorso anno per le regionali. Un rinvio che inevitabil­mente congelereb­be anche quei movimenti al centro dello scacchiere politico per eventuali cambi di maggioranz­a e che vedono in Forza Italia e in Silvio Berlusconi il baricentro.

Conte ne è consapevol­e e a sua volta da un lato scommette di portare il Paese fuori dalle secche dell’emergenza sanitaria ed economica, convinto che gliene verrà riconosciu­to il merito. E dall’altro lato conta sull’appoggio dei suoi sponsor europei, a partire dalla presidente della Commission­e Ue Ursula von der Leyen e dalla cancellier­a tedesca Angela Merkel. Finora sono state sponde più solide e affidabili dei suoi litigiosi soci di governo.

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Nicola Zingaretti ( a sinistra) e Luigi Di Maio
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Tensioni nel governo. Nicola Zingaretti ( a sinistra) e Luigi Di Maio IMAGOECONO­MICA

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