Nella maggioranza è di nuovo assedio al fortino di Conte
Mes, Recovery, rimpasto: le tensioni si scaricano sul tavolo del programma Renziani all’attacco: «Non si può perdere tempo, non lo si può far perdere al Paese»
Il tavolo di maggioranza per aggiornare il programma di governo diventa il capro espiatorio sul quale si sfogano tutte le tensioni accumulate altrove: sulle nuove misure anti-Covid, sulla struttura per la governance del Recovery Plan, sul Mes, sulle spinte per il rimpasto. Nel mirino c’è un unico bersaglio: il premier Giuseppe Conte.
È sera quando il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, riunisce di nuovo tutti i capigruppo di Pd, M5S, Iv e Leu. Il compito assegnato ai partiti di maggioranza era quello di consegnare il loro aggiornamento rispetto ai 29 punti dell’accordo di governo giallorosso. Le 200 pagine arrivate saranno in queste ore organizzate e riunite in un unico documento, che sarà oggetto di un nuovo incontro convocato per oggi alle 17.
A riunione in corso, fonti di Italia Viva hanno aperto il fuoco. «Non si
Schermaglie che andranno avanti probabilmente per tutta la sessione di bilancio e almeno anche per la prima metà di gennaio. Tra i partiti della maggioranza ( ma anche dell’opposizione) è forte la convinzione che a decidere le sorti del governo e soprattutto del presidente del Consiglio saranno ancora una volta i numeri del Covid. La prima ondata è stata decisiva per far salire alle stelle la fiducia nei confronti di Conte. In questa seconda il premier sta perdendo punti, ma in ogni caso è impensabile un cambio della guardia a Palazzo Chigi, se il livello dell’emergenza resterà alto. Senza contare il rischio che le elezioni amministrative previste per la primavera 2021 possano slittare, come già avvenne lo scorso anno per le regionali. Un rinvio che inevitabilmente congelerebbe anche quei movimenti al centro dello scacchiere politico per eventuali cambi di maggioranza e che vedono in Forza Italia e in Silvio Berlusconi il baricentro.
Conte ne è consapevole e a sua volta da un lato scommette di portare il Paese fuori dalle secche dell’emergenza sanitaria ed economica, convinto che gliene verrà riconosciuto il merito. E dall’altro lato conta sull’appoggio dei suoi sponsor europei, a partire dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Finora sono state sponde più solide e affidabili dei suoi litigiosi soci di governo.